giovedì, Novembre 21, 2024
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Carburanti. Con il cartello delle medie regionali i prezzi livellati a rialzo

Si può dire che la trovata del governo di imporre l’esposizione di un cartello con l’indicazione dei prezzi medi “regionali” si è rivelata un totale fallimento per gli utenti e una cuccagna per le compagnie e per lo stesso governo.
Infatti si è notato come dal momento in cui il cartello dei prezzi medi è stato esposto, i prezzi della benzina e del gasolio sono schizzati ai massimi e senza alcuna differenza sostanziale tra le varie compagnie.
Da tempo i cittadini ipotizzano che si sia una operazione speculativa resa possibile dal fatto che il governo, troppo interessato all’aumento delle entrate derivanti dall’IVA e dalle Accise che incassa dai carburanti, in media il 60% del costo alla pompa, non sembra propenso ad intervenire per ristabilire il giusto mercato. Sono circa 2,5 miliardi al mese di entrate e per la Meloni sono oro colato. Come rinunciarci.
Non c’è alcuna ragione plausibile del prezzo della benzina a 2 euro litro con il costo del barile a circa 84 dollari contro i 145 del 2008 quando la benzina costava 1,380 euro litro.
L’aumento dei prezzi dei carburanti ha come conseguenza immediata l’aumento dei costi di trasporto e quindi dei beni di prima necessità.
L’inflazione che il governo dice essersi attestata al 6,5% in realtà è oltre l’11% e non si può più parlare di inflazione ma di una ben più grave situazione economica la “stagflazione”  e mentre il governo cincischia incapace di attuare una linea politica economica che possa invertire la tendenza.

Misa

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