Il recente decreto del governo che finalmente mette un freno, o almeno tenta, all’aumento vertiginoso dei prezzi dei voli nazionali ed in particolare quelli per la Sardegna e la Sicilia che, secondo una legge dello stato dovrebbero essere tutelati.
Ebbene, l’amministratore della compagnia irlandese, Eddie Wilson, ha definito le norme, in verità non risolutive e minimali emanate dal governo, populiste e illegali, aggiungendo che “Non esiste nessun algoritmo e non profiliamo i clienti” aveva detto Wilson. Resta la disponibilità, indicano le stesse fonti del ministero, a un confronto “sereno e costruttivo per raggiungere soluzioni equilibrate per passeggeri e compagnie, tenendo però sempre al centro della nostra azione i diritti degli utenti, in particolar modo quelli di tutte le aree meno soggette alla concorrenza perché non raggiungibili con altre forme di trasporto”.
Affermazione che lascia stupiti e facilmente contestabile. Non fosse altro perché la pratica di profilerazione dei clienti è confermata dagli stessi siti che “avvertono” l’utente con i famosi cookies, in maniera peraltro poco trasparente, che il server del sito web ottiene informazioni sulla specifica attività che l’utente compie su quelle pagine web.
Nella realtà i cookies (biscotti) che registrano le attività, le abitudini e le tendenze di chi si avventura nel web.
Certo, tutto legale perchè c’è tanto di avvertenza sulla privacy. Basta cliccare su “leggi e acceta privacy” e il gioco è fatto.
Questo è l’aspetto più semplice, ma, anche se viene smentito dalle aziende queste sono in grado di dotarsi di un vero e proprio “foglio matricolare” di ogni singolo utente sul quale vengono annotate tutte le ricerche/acquisti.
Quindi l’affermazione dell’Ad di Ryanair lascia il tempo che trova.
Nel caso dei prezzi, la compagnia irlandese è arrivata con l’innovazione del mercato a basso costo per tramutarsi nel tempo in una normale compagnia.
La tecnica adottata è semplice. Vendere il biglietto a basso costo e, come per l’acquisto di una autovettura, sono gli optional che fanno lievitare il prezzo.
Un biglietto che inizialmente costa 35 euro alla fine può venire a lievitare fino 110 euro. Già perché al costo del biglietto, se non si viaggia con una semplice borsa, si deve aggiungere il costo del bagaglio, della scelta del posto e se si vuole effettuare il ceck in da subito bisogna pagare.
Nelle compagnie tradizionali esiste l’offerta turistica, business e prima classe, con le condizioni genrali del sevizio offerto e la quantità di bagagli consentita, la possibilità o meno di cambiare volo. In verità qualche compagnia timidamente cerca di introdurre come optional ciò che prima era incluso nel biglietto della classe acquistata. Nelle compagnie pseudo “low cost”, tutto oltre il semplice biglietto va profumatamente pagato. Era una politica che forse andava bene all’inizio ma oggi, con profonda crisi economica che attanaglia l’Italia, il bluff si è evidenziato.
Questo il quadro. Per quanto riguarda la continuità territoriale non garantita dal governo, c’è da sottolineare che mai lo stato né tantomeno le regioni Sicilia e Sardegna, hanno pensato di imporre a tutte le compagnie un “costo imposto” per i residenti e nativi, come contropartita alla concessione degli slot.
Non si può continuare a sottoscrivere convenzioni con costi a carico delle casse pubbliche, le compagnie devono sapere che se vogliono volare nelle Isole maggiori, devono necessariamente accettare di stabilire , per i residenti e nativi, un costo “fissato” e concordato con lo stato valevole per almeno un anno.
Stop. Ogni altra discussione è solo accademia e semplice politiche delle chiacchiere.
E’ lo stato che detta le condizioni non le compagnie.
Ma se pensiamo all’incapcità del governo di frenare l’invasione di clandestini, non c’è da farsi tante illusioni ed alla fine sarà il privato, come sempre, ad imporre le regole al governo.
Misa