Riprendendo il titolo del libro del Generale Vannacci, pensiamo di poter affermare senza dubbio che viviamo in un mondo al contrario. Qualche giorno fa abbiamo appreso che al Direttore del Quotidiano la Repubblica, Maurizio Molinari, è stato assegnato il premio nazionale “Dodici quotidiani sottobraccio” con una motivazione che ha lasciato molto perplessi. Secondo il presidente del comitato organizzatore, Conticelli, «In un’epoca nella quale il giornalismo, quello cartaceo in particolare, sembra arretrare di fronte all’arrembaggio delle fake news, il direttore di Repubblica guida con la competenza della propria vasta esperienza professionale un quotidiano rispettoso del valore della notizia e delle aspettative dei suoi fruitori.
La parola chiave dell’edizione 2023 è “verità”. Come non essere d’accordo.
I primi tre principi elencati nella carta dei doveri del giornalista evidenziano indicazioni precise.
1)Il giornalista deve rispettare, coltivare e difendere il diritto all’informazione di tutti i cittadini; per questo ricerca e diffonde ogni notizia o informazione che ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verità e con la maggiore accuratezza possibile.
2)Il giornalista ricerca e diffonde le notizie di pubblico interesse nonostante gli ostacoli che possono essere frapposti al suo lavoro e compie ogni sforzo per garantire al cittadino la conoscenza ed il controllo degli atti pubblici.
3) La responsabilità del giornalista verso i cittadini prevale sempre nei confronti di qualsiasi altra. Il giornalista non può mai subordinarla ad interessi di altri e particolarmente a quelli dell’editore, del governo o di altri organismi dello Stato.
Il Direttore Molinari, ha ricevuto nel 2022 dal presidente ucraino Zelensky, l’onorificenza di III Grado dell’Ordine del Principe Yaroslav il Saggio con la motivazione “Per un significativo contributo personale al rafforzamento della cooperazione interstatale, al sostegno della sovranità statale e all’integrità territoriale dell’Ucraina, alla divulgazione dello Stato ucraino nel mondo“.
L’Ucraina è uno stato in guerra e quindi sembra logico supporre che un’onorificenza con siffatta motivazione, nelle intenzioni di Zelensky, vada a premiare una comunicazione a favore dell’Ucraina, parziale e di parte.
Di contro, il giornalista Julian Assange, che con Wikileaks ha rivelato al mondo i crimini commessi dagli USA in Iraq, Afghanistan ecc. ecc, https://www.youtube.com/watch?v=2e3NbrTriQE e che pertanto, in una logica di onori al merito, dovrebbe essere premiato non solo dall’Italia quanto a livello internazionale per aver rivelato fatti criminosi altrimenti sottratti alla conoscenza pubblica, patisce, invero, nelle patrie galere inglesi per ordine di Washington DC.
E’ un mondo che ruota al contrario …
Maurizio Molinari è senza dubbio alcuno un serio professionista e merita certamente di essere premiato, così come non possiamo non riconoscere a La Repubblica di essere un quotidiano di alto spessore giornalistico, tuttavia rimane un margine di perplessità circa il doppio valore (giornalistico e politico) alla base della motivazione del premio “Dodici quotidiani sottobraccio” ricevuto immediatamente dopo l’onorificenza ottenuta dal Direttore dallo stato ucraino.
Circostanza fortuita? Noi ci auguriamo che sia così. A rispetto non soltanto della professione quanto piuttosto a rispetto e tutela del pubblico cui dobbiamo il dovere di Verità.
Michele Santoro