Pubblichiamo senza alcun commento e per intero, la lettera del Generale Bernardo Mencaraglia, indirizzata al Ministro della Difesa, Guido Crosetto
Signor Ministro Crosetto,
per quanto sia certo che lei non leggerà mai questa mia comunicazione, desidero comunque esprimerle il mio totale dissenso verso le opinioni e le azioni che lei ha posto in essere verso il Gen. Roberto VANNACCI.
Prescindendo dal fatto che a mio modestissimo avviso lei sta ricoprendo un ruolo che nemmeno meriterebbe di ricoprire per il semplice fatto di aver a suo tempo dichiarato di possedere un titolo accademico che non ha mai conseguito (che la dice lunga su come sia uso e costume dei politici Italiani mentire ai propri concittadini per meri interessi personali), mi preme porre in evidenza il comportamento assolutamente inadeguato ed improprio che un uomo che riveste la sua carica avrebbe dovuto meglio ponderare verso l’Ufficiale sopra menzionato.
In qualità di Ministro della Difesa, una carica che dopo quella del Capo dello Stato, dei presidenti di Camera e Senato e del Primo Ministro, ha certamente peso sulle decisioni che riguardano il comparto difesa, lei non ci ha pensato due volte a definire “farneticazioni personali” le opinioni espresse dal Gen. VANNACCI nel suo libro “IL MONDO AL CONTRARIO” (quando verosimilmente ancora non lo aveva letto) e a disporre “immediato avvio di un procedimento disciplinare” a suo carico.
Certamente di non secondaria importanza appare altresì la sua decisione di rimuovere il medesimo ufficiale dall’incarico ricoperto di Comandante dell’IGM, atto verosimilmente riconducibile a tutta quella pletora di inviti che sono stati strumentalmente rivolti al governo da Fratoianni, Nardella, Zan, Fassino … (e chi più ne ha più ne metta) che non avrebbero avuto NESSUN TITOLO ad esprimersi in questo senso.
Lei però, che evidentemente tiene di più a mantenere gli equilibri con quei rappresentanti di frange politiche che in realtà dovrebbe contrastare (almeno queste erano le promesse fatte agli Italiani in campagna elettorale), ha preferito “attaccare” (a prescindere) uno dei “suoi ufficiali” più per pararsi il culo dalle critiche degli avversari politici, piuttosto che leggere il libro e prendere tempo sulle potenziali azioni da porre in essere in seguito, perché questo “richiedevano le opposizioni”.
Ma quali azioni poi?
Il Gen. VANNACCI oltre ad essere un Ufficiale con la “U” maiuscola delle nostre FF.AA. uno che le lauree (almeno tre vere) le ha, uno che parla fluentemente cinque lingue, uno che ha ricoperto ruoli prestigiosissimi in ambito nazionale ed internazionale, uno che ha esportato nella sale operative delle Allied Forces di tutto il mondo piuttosto che del Pentagono, l’ immagine di professionalità che le nostre FF. AA. sanno esprimere, NON HA COMMESSO NULLA PER CUI DEBBA ESSERE REDARGUITO, nè dal punto di vista disciplinare nè dal punto di vista morale.
Il soldato (qualsiasi posizione egli ricopra) ha il DIRITTO di esprimere le proprie opinioni personali (diritto attribuitogli dall’art. 21 della nostra Costituzione, documento che soprattutto i politici calpestano quotidianamente) e non ha nessun obbligo di sottoporre all’attenzione preventiva dei suoi diretti superiori, eventuali argomenti che questi voglia trattare verbalmente in sede di interviste e/o conferenze, a meno che tali argomenti non abbiano afferenza con la sicurezza, con la segretezza e/o riservatezza militare, per la cui trattazione andrebbe necessariamente richiesta autorizzazione preventiva dei vertici sovraordinati.
Si è preferito invece dare seguito alla dabbenaggine mediatica.
A coloro che decontestualizzando singole affermazioni e frasi (pur non leggendo il libro come dichiarato con sfrontatezza dal tuttologo Andrea Scanzi), hanno richiesto a piena voce la gogna mediatica e provvedimenti “immediati” avverso lo sfrontato Generale, colpevole di “esternazioni eversive ed anticostituzionali”.
La domanda mi viene spontanea: “ma costoro hanno segatura al posto dei neuroni?”.
Aldilà di toni che sono certamente da soldato e quindi “diretti e chiari”, non melliflui, distorsivi, farlocchi, i pensieri e le opinioni espresse dal Gen. VANNACCI non sono diverse da quelle che la maggioranza degli Italiani esprimerebbe in merito alle problematiche che egli considera ed analizza da un mero punto di vista “personale”.
Di quegli stessi Italiani che hanno dato fiducia a quella maggioranza della quale anche lei fa parte, che sono stanchi del “pensiero unico” con il quale l’ordine nazionale e mondiale deve essere stravolto per gli interessi di pochi e a svantaggio della maggioranza delle popolazioni.
Gli argomenti trattati dal Gen. VANNACCI sono sotto i nostri occhi (oltre che sotto i riflettori mondiali) quotidianamente, in svariati talk show, giornali, riviste, comizi, manifestazioni. E le classi politiche (di vario stampo e colore) cercano costantemente di edulcorarli, di ignorarli, di sminuirne gli effetti, esclusivamente per meri scopi utilitaristici, individuali e/o di schieramento politico, a seconda del “soffiar di venti”, inducendoci a credere che sono destinati a divenire realtà non più confutabili, che ai popoli piaccia o meno.
Lo scalpore che il libro ha suscitato, non è a mio avviso riconducibile ai contenuti, ma esclusivamente al fatto che a raccoglierli in un unico testo sia stato un Generale delle nostre FF.AA.
Una persona capace, di valore, integerrima, che DEVE essere punito solo perché opposizioni e sostenitori del “pensiero unico” esigono che “ne venga punito uno per educarne più di cento, mille o milioni”.
Ma la verità … è che siamo svariati milioni a pensarla come il Gen. VANNACCI.
Non auspico che l’Ufficiale in questione venga reintegrato nell’incarico precedentemente ricoperto, ma bensì che venga destinato a ricoprire incarico ben più prestigioso che egli merita per quanto ha dimostrato “sul campo (ad esclusivo vantaggio della nazione) e non nei salotti di improvvisati talk show”, in tutta la sua carriera sin cui trascorsa in uniforme e che non divenga lo zimbello di stupide diatribe politiche da salotto, alimentate esclusivamente da livore e risentimenti di minoranze che non rappresentano il “normale” modo di recepire, metabolizzare ed affrontare i problemi per risolverli e non per utilizzarli come capri espiatori.