domenica, Settembre 8, 2024
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Marsala. Gli ambulanti di frutta e verdura denunciano l’anarchia in città

Il quotidiano locale marsalese, TP24,  ha pubblicato una lettera ricevuta  da “Un gruppo di ambulanti regolari e arrabbiati”, con la quale denunciano la presenza di  ambulanti abusivi in città che, affermano, “drogano il mercato”. Indicano i luoghi dove gli asseriti abusivi sostano, si lamentano del fatto che loro sono sottoposti a controlli da parte della Polizia Municipale e dalla Guardia di Finanza,  ma dimenticano di evidenziare altri due problemi della questione che riguardano  anche chi si ritiene – a torto o a ragione – in regola. Sia essi ambulanti  che negozianti.
Parliamo della sicurezza alimentare e della violazione dei termini e dei limiti della concessione del suolo pubblico, problema quest’ultimo,  che in va precisato, non riguarda solo i negozianti e gli ambulanti di frutta e verdura..
Non è raro, anzi è quasi la norma in taluni posti, notare che negozi di frutta e verdura e ambulanti espongono la merce sui marciapiedi o addirittura sulla sede stradale a diretto contatto con sostanze inquinanti come polveri sottili e PM10 e PM 2,5, particolato, ossidi di azoto (NOx), monossido di carbonio (CO) e l’anidride carbonica (CO2), NMVOC e NH3 (ammoniaca) oltre alle polveri che sollevano i mezzi sollevano al loro passaggio.
Difficile pensare che l’Amministrazione possa aver concesso loro l’occupazione del suolo pubblico per esporre i prodotti all’aperto, e quindi viene da chiedersi di quali controlli riferisce il gruppo “anonimo”. Impensabile che l’Amministrazione abbia potuto concedere ad un negoziante non solo l’occupazione dell’intero marciapiede, ma addirittura anche l’area verde che vi confina.
E’ Vero che il problema è grave così come è vero che, come da noi scritto a proposito del sequestro, in città si nota una certa generale anarchia e lo scritto mettendo a fuoco la questione conferma impressione.
Come è possibile che tutto ciò sia tollerato ? E’ una domanda che ci sia posti anche noi di Mondo e Dintorni, purtroppo senza risposta.
Ci dicono che manca il personale ma ci chiediamo quelli che girano in macchina, non a piedi, per le vie della città, come fanno a non vedere ciò che appare palesemente contrario alle norme di legge?
Come è possibile che non ci si chieda come mai merce deperibile viene esposta lungo le  vie fuori dai negozi, suimarcipiedi marciapiedi e sede stradale lungo strade di intenso traffico? Eppure le norme sono chiare e ribadite anche da un vecchia sentenza della Corte di Cassazione del 2014, la n. 6108 che fa riferimento giurisprudenziale , e precisa l’evidenza di un reato penale nel caso di non corretta conservazione dei prodotti.
Siamo in presenza di “un reato di danno, perché la disposizione di legge  è finalizzata non tanto a prevenire mutazioni che nelle altre parti dell’art 5 legge 283/1962 sono prese in considerazione come evento dannoso, quanto, piuttosto, a perseguire un autonomo fine di benessere, assicurando una protezione immediata all’interesse del consumatore affinché il prodotto giunga al consumo con le cure igieniche imposte dalla sua natura”. Pertanto la messa in commercio di frutta all’aperto ed esposta agli agenti inquinanti costituisce una violazione dell’obbligo di assicurare l’idonea conservazione delle sostanze alimentari.
Chiaro e difficilmente interpretabile. La legge è del 1962 ma è in vigore e supportata da copiosa giurisprudenza in materia.
Il Comando della Polizia Municipale ci ha comunicato che si è coordinato con l’Ufficio Igiene degli Alimenti dell’ASP ma non ci ha detto che avrebbe concordato un programma di verifiche continue e mirate per eliminare sia il problema, grave, della sicurezza alimentare sia quello dell’abusivismo e della violazione delle prescrizioni in tema di concessione del suolo pubblico.
Come abbiamo scritto Polizia Munipale e Ufficio di Igiene dell’ASP di Trapani, si sono mossi dopo che Mondo e Dintorni ha sollevato il problema, ma abbiamo il timore che alla fine, il sequestro di Piazza Marconi,  possa essere stato solo un unicum. Giusto per rispondere ad un sollecito ricevuto dalla stampa.
Ci auguriamo che non sia così. Mondo e Dintorni ha sollevato il problema e continuerà a tenere alta l’attenzione fino a quando gli organi preposti non lo risolveranno secondo legge.

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