Non c’è angolo del mondo terrestre o,, come dice Giorgia Meloni, terracqueo, che non veda sventolare la Old Glory. Secondo quanto emerge da un certosino lavori di standardizzazione dei dati sui militari americani in giro per il continente, i ricercatori Michael A. Allen, Michael E. Flynn e Carla Martinez Machain hanno scoperto che gli USA sono presenti con forze armate, esercito, marines, USAF e US NAvy, intelligence e in almeno 160 paesi su 193 riconosciuti dalla Nazioni Unite.
E’ notizia di qualche giorno fa la decisione di Biden – approvata dal Congresso – di inviare in Perù un contingente militare di 700 marines del comando meridionale del Pentagono (SOUTHCOM) per garantire il mantenimento della democrazia.
La formula è classica: il “personale Usa” svolgerà “attività di cooperazione e addestramento con le forze armate e la polizia nazionale del Perù” e senza invadere la sovranità del Paese (sic).
I mezzi aerei, i mezzi nautici, il personale militare e ovviamente personale della CIA, teoricamente rimarranno in Perù dal 1° giugno al 29 agosto 2023 per una presunta attività di cooperazione addestrativa con le Forze Armate.
La copertura naturale, l’Esercitazione Militare Internazionale Resolute Sentinel 2023“
Vanno a consolidare un regime condannato dalla Commissione interamericana per i diritti umani (IACHR) che ha ritenuto la polizia e l’esercito peruviani colpevoli di “uso eccessivo, indiscriminato e letale della forza.
Gli interessi sono interessi, le risorse naturali sono troppo importanti per lo Zio Sam e quindi, i diritti umani, l’indipendenza e la sovranità del Perù sono quisquiglie.
Quanta similitudine con l’Ucraina. Colpo di stato “assistito”, successiva mano tesa, affari e sfruttamento delle risorse e invio di soldati per mantenere la democrazia imposta in funzione anti Russia.
In Ucraina però, qualcuno s’è messo di traverso.
Misa