Brava Giorgia Meloni. Dal Giappone “dopo due giorni” di disastro in Emilia Romagna, si presenta ai giornalisti e afferma che “la sua coscienza le impone di anticipare il rientro in Italia“.
La coscienza che ti spinge ad agire dopo aver valutato i fatti, appare come l’ennesima azione di propaganda del Presidente del Consiglio che avrebbe dovuto saltare il vertice
di Hiroshima per concentrarsi sui gravi problemi dell’Emilia Romagna.
Come crede alle parole della Meloni? Certo, se fossero state dette immediatamente dopo l’inizio della tragedia e non dpopo due giorni in Giappone, allora sarebbe stata credibile.
Invece no. Ha preferito partecipare comunque al tavolo dei guerrafondai e si è detta pure contenta dell’attenzione che le è stata dimostrata nel consesso di persone che si credono i “grandi” della terra.
E l’alluvione in Romagna ? C’è tempo, prima la guerra.
Ora è rientrata. Avrà riconsiderato le sue convinzioni di continuare a comprare armi per l’Ucraina a tutto danno dei pensionati e in generale dell’economia del paese, ndissociarsi dalla sanzioni alla Russia e concentrarsi seriamente alle necessità e agli interessi dell’Italia?
Gli italiani in maggioranza sono contro l’invio dei armi in Ucraina e questo in democrazia conta. Meloni non può non tenerne conto.
“Chiudere” i cordoni della borsa per una guerra voluta dagli Usa e dalla Nato, sarebbe l’unico modo per apparire quantomeno credibile.
Sarebbe ora che Meloni facesse diventare l’Italia una nazione indipendente e non vassalla di USA, NATO e UE.
I romagnoli si risolleveranno, ma lo faranno perchè sono un popolo che non si stanca mai.