martedì, Novembre 26, 2024
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Israele uguale nakba. All’ONU si raggiunge il culmine dell’indecenza

L’ONU non si stanca mai di emanare risoluzioni antisemite. Da quel 10 novembre 1975 in cui adottò la risoluzione 3379 nella quale affermava che il sionismo è una forma di razzismo (vergogna cancellata solamente nel 1991), i paesi membri del carrozzone ONU non si sono più fermati. Come non far loro i complimenti per quest’ultima prodezza datata 1 Dicembre 2022 che ha raggiunto il massimo dell’indecenza definendo la fondazione dello stato di Israele “una catastrofe”, adottando in toto la versione palestinese “Nakba” (catastrofe). 90 paesi hanno votato a favore e 30 contro, tra cui la maggior parte dei paesi europei, compresa l’Italia che finalmente ha smesso vilmente di astenersi e continua a votare apertamente per Israele. La politica estera italiana è cambiata da quando il governo è guidato da Giorgia Meloni e la Farnesina ha smesso di votare contro lo stato ebraico. La risoluzione fa sua la volontà palestinese di commemorare in modo ufficiale il Nakba Day nella Sala dell’Assemblea Generale presso la sede delle Nazioni Unite a New York il 15 maggio di ogni anno, a cominciare dal 2023, giorno in cui venne dichiarata l’indipendenza di Israele. L’ambasciatore all’ONU Gilad Erdan ha commentato: “Oggi l’UNGA (General Assembly of United Nations) ha emanato una vergognosa risoluzione per commemorare la “Nakba” palestinese con una cerimonia ufficiale il giorno del 75 anniversario della creazione dello Stato di Israele. Questa risoluzione, estremista e inutile, aiuterà solamente a perpetuare il conflitto.” E ha continuato “Cosa direste se la comunità internazionale celebrasse la nascita del vostro paese come un disastro? Come una disgrazia?”
Già cosa direste? Beh, io come ebrea e cittadina di Israele posso solo stramaledire l’ONU e tutti i paesi membri che hanno votato in favore di questa schifosa risoluzione. Gilad Erdan ha anche aggiunto che esiste una vera Nakba di cui nessuno parla, la Nakba degli ebrei, quasi un milione, espulsi dai paesi arabi e dall’Iran, naturalmente hanno cacciato i sopravvissuti perché gli altri li hanno ammazzati nei vari pogrom. È tristemente famoso il Farhud iracheno, avvenuto nel 1941 cioè 7 anni prima della costituzione dello Stato di Israele, in cui furono ammazzati centinaia di ebrei, distrutte 900 abitazioni, proprio il primo giorno della festività di Shavuot. Come ha detto l’ambasciatore Erdan i palestinesi sono maestri nel chiamare su di sé le disgrazie. Dovevano solamente accettare il piano di partizione del 1947 e avrebbero il loro paese da 75 anni, come Israele. Hanno rifiutato perché, da fedeli alleati dei nazisti, desideravano la distruzione di tutti gli ebrei del Medio Oriente e hanno acclamato l’invasione di cinque eserciti arabi, armati fino ai denti, del neonato Israele per eliminarlo per sempre con “una guerra di sterminio epocale di cui si parlerà come del massacro dei Mongoli e della Crociate”. I cinque eserciti arabi hanno perso la guerra, il piccolo Israele ne uscì vincitore, con la forza della disperazione, perché i sopravvissuti della Shoah non volevano più morire, non erano usciti dai lager per finire ammazzati nella loro Terra, in Erez Israel. Quei 600.000 ebrei si batterono come leoni, avevano nel cuore la speranza di creare un paese in cui vivere finalmente sicuri, dove non essere chiamati “sporchi ebrei” da chi sporco lo era davvero. Hanno vinto e, sempre con il fucile in spalla per difendersi dai predatori arabi, hanno vangato, lavorato, seminato, costruito per creare quel giardino che sarebbe diventato Israele. Hanno invitato gli arabi a unirsi a loro per costruire insieme un paese comune ma la maggior parte di essi ha preferito dedicarsi al terrorismo rifiutando da allora ogni possibilità di pace. Ricordiamo questo giorno, ricordiamo il 1. dicembre 2022, in cui l’Onu ha ufficialmente falsificato la storia dando importanza a quel cavallo di Troia che è stato il Nakba Day, invenzione di quel criminale terrorista assassino di Yasser Arafat per cancellare Israele dalla carta geografica. Quei 90 paesi che ci vogliono morti sappiano che non è bastato un Hitler e prima di lui un Torquemada, e i tanti Papi e prima di loro Aman che voleva ammazzare tutti gli ebrei di Babilonia. Quanti capi popolo, quanti capi religiosi cristiani e musulmani, quanti nel mondo hanno tentato di eliminare gli ebrei ma siamo ancora qua per restare. Non c’è ONU che tenga. Rassegnatevi.

Deborah Fait

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