venerdì, Novembre 22, 2024
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Musumeci si dimette. Prossima tappa  Roma con Fratelli d’Italia ?

La legislatura siciliana, come quella nazionale, si è conclusa nel caos. Ci sono troppi interessi dei singoli partiti e movimenti in gioco e sbagliarli potevano costare caro a Musumeci. Se fosse rimasto in carica sarebbe potuto rimanere fuori da Palazzo D’Orleans e dal Parlamento italiano.
Dopo tanto discutere la decisione di dimettersi è arrivata giusto in tempo per far svolgere le elezioni regionali con le nazionali il 25 Settembre.
Sono i motivi che Musumeci sostiene siano la base delle dimissioni che non convincono.  Secondo il presidente, è importante non chiudere le scuole per le elezioni regionali a distanza di due mesi dalla chiusura delle politiche. Quindi il problema del covid che solo in Italia è un impedimento alle elezioni. E poi ci sarebbero tre mesi di campagna elettorale e i costi, circa 20 milioni di euro dopo i 20 che saranno spesi per le politiche, come se la campagna elettorale fosse un problema in Italia. In Italia i politici sono sempre in campagna elettorale.
Quanto ai costi va ricordato per le politiche sono sostenute dallo stato e quindi non sarebbero 20 + 20 come da dichiarato.
Non convince. E’ molto verosimile che dopo il suo incontro a Roma con Giorgia Meloni si sia deciso in tal senso per sfruttare l’onda delle politiche e per evitare con gli alleati un braccio di ferro per il candidato del centro destra.
Un colpo di genio della Meloni che così si toglie dall’impaccio di sostenere Musumeci come candidato che non incontra certo il gradimento dei siciliani anche se in Sicilia i cittadini votano non per il candidato e per i programmi, ma per amicizia e convenienza, il centrodestra può vantare un buon bacino feudale. Ma questa volta la partita non sarebbe stata facile da vincere per Musumeci.
Politico navigato,  nei cinque anni di governo della regione ha mostrato tutti i suoi limiti.
Troppo accondiscendente con Roma non è riuscito a portare la Sicilia a quell’ autonomia ottenuta nel lontano 1946 con il sangue dei siciliani.
Lo Statuto, quel patto con lo stato italiano , da troppo tempo disatteso sia dal governo nazionale  che dai governi regionali troppo orientati a far da portavoce dello stato anziché pretendere la sua completa attuazione.
Dall’inizio del percorso autonomistico la politica siciliana si è svenduta il Banco di Sicilia , si è fatta scippare senza battere ciglio l’Alta Corte, già “sepolta viva” dai  tempi della presidenza Alessi. Clamoroso questo caso considerato  che la Corte Costituzionale con una sentenza che di fatto andava a modificare una legge costituzionale, prevaricando i compiti del Parlamento, ha incredibilmente avocato a se i compiti dell’Alta Corte paritetica. Musumeci come i suoi predecessori si è fatto scippare annualmente di miliardi di euro dallo stato che si trattiene illegittimamente in tributi e iva riscossi nell’Isola.
Questa politica ha perso la sua dignità e il diritto di governare la Sicilia.  Da stato federato quale sarebbe attuando il dettato Costituzionale, l’Isola è divenuta proprio grazie alla politica regionale, poco più che una colonia da spremere come un  limone.
Ci siamo fatti deridere senza battere ciglio da un Ministro della Repubblica, Francesco Boccia (PD), “Laureato in Scienze Politiche” (sic)  che è arrivato al punto di affermare in televisione che lo Statuto siciliano, approvato con R.D.L. 15 maggio 1946, n. 455 (pubblicato nella G.U. del Regno d’Italia n. 133-3 del 10 giugno 1946), convertito in legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 2 (pubblicata nella GURI n. 58 del 9 marzo 1948)  “è incostituzionale”.   Geniale !
L’ormai ex  presidente Musumeci ci ha messo del suo. La sua carriera politica è sembrata essere più nazionalista che sicilianista e le sue dichiarazioni sulla ,  “ questione siciliana”  non si sono mai spinte oltre alla mera indicazione di principio sull’attuazione dello Statuto.
Musumeci non riesce a scrollarsi di dosso il suo difetto politico genetico “nazionalista” che nel periodo della sua presidenza della Provincia di Catania non si era evidenziato.
Ha cercato di presentarsi come sicilianista con il suo movimento “ diventerà bellissima” (ndr la Sicilia) ma senza successo.
Il governo della regione è una vetrina e dall’altra parte del vetro il difetto non si può coprire.
Ecco perché , al di là del fatto che ha governato né più e né meno al livello dei suoi predecessori,  non incontra la simpatia dei siciliani.
Se come pensiamo,  sarà candidato alle politiche con Fratelli d’Italia, la Sicilia comunque perderà  chiunque sarà il prossimo presidente.

Solo i siciliani possono cambiare e  Musumeci lo dice chiaramente. Si legge sul suo sito “Solo i siciliani possono cambiare la Sicilia. Il mio compito è quello di tirare fuori dal pantano questa terra dove vogliono continuare a vivere i miei figli e i miei nipoti”.

Belle parole. Ma sono solo parole. La Sicilia è rimasta nel pantano . Il futuro non è per nulla roseo e la colpa sarà ancora una volta dei siciliani che continueranno a votare una classe politica incapace.

Ms

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