La guerra tra Russia e l’Ukraina che la combatte per interposta persona, ovvero per conto degli USA, della NATO e dell’Inghilterra, ha definitivamente messo una pietra tombale sulla credibilità dell’informazione nostrana.
Tralasciando le tante piccole disinformazioni o mezze verità che quotidianamente i media propinano agli italiani, ciò che ha determinato una vera e propria Waterloo della carta stampata , dell’informazione video e radiofonica, sono stati senza ombra di dubbi gli scivoloni nazionali della rete pubblica (TG1 e TG2) che hanno mandato in onda un video gioco presentandolo come una vera azione di guerra, e , storia di questi giorni, lo scivolone di Piazza Pulita di Formigli su LA7, Porta a Porta su RAI1 e Controcorrente su RETE4, che hanno pomposamente presentato, con tanto di spiegazioni tecniche, il famoso “bunker” dell’acciaieria di Mariupol.
Uno scoop mondiale, peccato che il bunker presentato come fortezza degli ukraini altro non è che la rappresentazione di un bunker di un videogioco da tavolo, Blackout. Ed ancora, sempre la RAI che lancia il 24 Febbraio un video sul lancio di missili sull’Ukraina ma che nella realtà si trattava di immagini del video gioco War Thunder e la famosa parata area sull’Ukraina che in realtà si riferiva ad una parata russa del 9 maggio 2020 sull’aeroporto di Tushino vicino a Mosca.
Cosa dire? Il giornalismo italiano certo non se la passava bene prima delle guerra in Ukraina, ora, si può dire sembra ombra di dubbio che siamo di fronte ad una vera e propria Waterloo dell’informazione.
La crisi Ukraina ha poi trasformato i soliti “noti” giornalisti che si alternano sui talkshow, da esperti di sanità a strateghi militari e in politica internazionale.
La propaganda ukraina ha buon gioco su una informazione che sembra aver perso – non è dato di sapere se e quanto coscientemente – il senso dell’equilibrio e soprattutto aver smarito uno dei doveri fondamentali per un giornalista, a favore dello scoop ad ogni costo, la verifica delle fonti e dei fatti.
Tra le tante, il bombardamento denunciato da Zelensky al Monumento alla Shoah di Kiev rivelatosi, come altri, rivelatosi un fake riportato però dai media come un fatto certo.
La guerra è una tragedia e nel mare di disinformazione dei contendenti di una cosa il mondo avrebbe bisogno, una informazione imparziale, seria e obiettiva. In ultima analisi “VERA”.
Purtroppo appare sempre più chiaro che l’informazione da tempo si sia trasformata in comunicazione.
C’è una enorme differenza tra l’informazione che è un servizio “pubblico” che deve rispondere a criteri inderogabili quali la verifica della notizia, delle fonti e la sua rispondenza alla verità, e la comunicazione che è una operazione di orientamento del pensiero delle masse a favore di un pre-determinato obiettivo politico, economico, sociale e commerciale.
I danni di questa involuzione si stanno evidenziando in tutta la loro gravità.
Michele Santoro