Anno secondo di emergenza sanitaria e alle porte delle festività cristiane del Natale il presidente del Consiglio in diretta televisiva afferma di aver deciso le ultime “restrizioni” anche per “salvare il Natale”.
In questo articolo non si vuole intervenire sul problema del vaccino, della sua efficacia o meno e neppure discutere sul certificato vaccinale.
Vuole essere solo una analisi basata su fatti e situazioni che mostrano come, malgrado l’arrivo del salvatore Draghi Mario e del governo dei migliori (?), il caos e l’improvvisazione sembrano regnare sovrani.
Tutto il sistema “emergenziale” viene gestito da una grande macchina che sembra impazzita, niente di quanto fin qui affermato circa un governo capace e reattivo.
Si rincorre l’emergenza e si criminalizza chi, a torto o a ragione, non pensa che solo con il “supposto” vaccino si risolverà la situazione sanitaria e ci si auto compiace affermando di essere i migliori in Europa. Si comprimono i diritti fondamentali e costituzionali nel supremo interesse della salute che però non si riesce a salvaguardare.
Per mesi Draghi & C. hanno dormito, e dimostrano di dormire ancora, su trasporti, scuole e ospedali rifugiandosi esclusivamente sulle più semplici restrizioni e sul “salvifico” pass sanitario invece di intervenire seriamente.
Sui trasporti il governo non ha mai attuato misure per incrementare l’offerta per diminuire il tasso di riempimento dei mezzi ed è rimasto ondivago e contraddittorio. Sulla scuole, drammaticamente come il governo Conte non si è fatto nulla circa le classi pollaio e l’areazione delle stesse. Anche qui solo vaccini.
Nulla si è fatto sugli ospedali. Non si sono assunti medici e infermieri, non si è provveduto a rinnovare ed implementare le apparecchiature di diagnostica, e non si è provveduto al programmato aumento dei posti di terapia intensiva. Molti posti letto sono rimasti sulla carta.
Quello che si dice coordinamento nazionale si basa su un commissario straordinario COVID nazionale, un gruppo di persone che nell’insieme viene definito “Comitato Tecnico Scientifico” che in questi due anni non sembra aver dato una immagine di saggezza scientifica.
Quindi, venti commissari straordinari regionali con altrettanti “comitati” “gruppi” scientifici o consulenti COVID.
Poi il Ministero della Sanità, quindi AIFA , poi l’Istituto Superiore di Sanità, quindi 20 assessori alla sanità, 20 direttori generale delle ASL/ASP, 20 direttore sanitari, 20 direttori amministrativi e poi chissà quali e quanti incaricati COVID.
E poi i presidenti di regione e i sindaci che agiscono in perfetta autonomia implementando – secondo legge – le restrizioni nazionali sulla base di convinzioni personali e dei suggerimenti del proprio commissario straordinario o consulente scientifico.
In questo quadro di generale disorganizzazione operativa e mancanza di responsabilità di vertice assolutamente identico al quadro che ci presentavano Conte e Speranza nel 2020, si assiste quotidianamente a comiche della politica che ci confermano come questa sia lontana anni luce dalla realtà del paese. La situazione appare grave e compromessa e non sembra che possa prevedersi un ritorno alla normalità nel medio e lungo periodo.
Se come si dice Conte e Speranza non erano in grado di gestire l’emergenza, lo stesso si può dire di Draghi e Speranza che nulla hanno innovato rispetto alle pensate del governo Conte.
Vedevano la luce in fondo al tunnel e affermavano che ne saremmo usciti migliori.
Probabilmente alla fine del tunnel c’era qualcuno con una torcia in cerca di razionalità, capacità e senso di responsabilità .
Una ricerca vana.
Ms