I motivi di una candidatura al Consiglio Regionale di Sicilia per i pubblicisti (3)
Ci risiamo. Si vota per il rinnovo degli organi e ancora una volta dopo tante chiacchiere circa la riforma dell’Ordine, tutto è rimasto invariato e per certi aspetti, con il DPR 67, si sono aggravati i problemi anche costituzionali. Basti ricordare che i pubblici del Consiglio della Valle d’Aosta sono gli unici a non essere rappresentati al Consiglio Nazionale.
Normale. Però se pensiamo che i pubblicisti, ghettizzati in minoranza, sono il forziere dell’Ordine e su un bilancio di oltre 15 milioni di euro l’anno, portano nelle sue casse oltre il 70% del totale, chi ha la maggioranza nei consigli sono i giornalisti professionisti.
Uno sbilanciamento a favore di quest’ultimi che diventano di fatto il vero “governo” dell’Ordine avendo comunque garantita una maggioranza in ogni organismo.
Forse è proprio questo uno dei motivi, probabilmente il principale, per cui di riforma si parla sempre ma nessuno sembra interessato a portare l’Ordine alla democrazia rappresentativa con norme tali da renderlo veramente la casa di tutti. Libera, democratica, rappresentativa e con pari diritti e dignità di tutti gli iscritti.
Diceva Giulio Andreotti che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.
Penso sia il momento di agire. Io credo nel cambiamento e mi candido al Consiglio Regionale in Sicilia per i pubblicisti.
Michele Santoro