Il Pakistan , con i suoi oltre 150 ordigni nucleari, potrebbe essere un nuovo allarmante obiettivo della galassia terroristica islamica, ringalluzzita dalla vittoria dei talebani sulle truppe della coalizione a guida USA.
La disfatta degli occidentali in Afghanistan, ampiamente prevista anche dall’ambasciatore USA Eikenberry nel 2009 in un suo report inviato a al Segretario di Stato Hillary Clinton “Né l’esercito né il governo afghano “hanno dimostrato la volontà o la capacità di assumersi la responsabilità della sicurezza – aggiungendo – vi sono poche ragioni per aspettarsi che ulteriori aumenti faranno avanzare ulteriormente i nostri obiettivi strategici, invece, ci porteranno ancora più a fondo” , non ha solo distrutto ogni residua di immagine di superpotenza degli USA ma ha tramesso alle frange terroristiche di tutto il mondo che il progetto di destabilizzazione dell’occidente da anni avviato dall’Iran e sotto sotto anche dalla Turchia, è attuabile visto l’ingloriosa ritirata dal teatro di quella che era considerata una “formidabile armada” convinta di vincere una guerra che in realtà aveva perso sin dal momento in cui ha invaso l’Afghanistan.
La tomba degli imperi ancora una volta ha inghiottito chi voleva dominare l’Afghanistan.
Ora gli USA, dopo i disastri provocati in nord Africa, in Medio Orientee in Asia, Usa rivolgono la loro attenzione ad est, verso Taiwan e la Cina.
Nel frattempo, l’Iran esce molto rafforzato da questo quadro desolante e le sue ambizioni nucleari sono accresciute proprio in rapporto alla caduta di credibilità dell’occidente e della sua diminuita forza di persuazione, politica e militare.
Israele il primo che sta traendo le conclusioni della disfatta Usa rielaborando la sua strategia di difesa perchè appare chiaro che Gerusalemme non può più avere alcuna fiducia sulla politica di Biden.
Ma se Israele pensa e rielabora strategie, è il Pakistan a preoccupare. Sarebbe un grave ed irreparabile errore se l’occidente si ostinasse a non pensare seriamente all’impulso che la disfatta della coalizione occidentale ha dato alla galassia jiadista che potrebbe, non tanto per assurdo, pensare di destabilizzare il paese per poter controllare le sue oltre 150 testate nucleari. L’obiettivo “nuke” dei terroristi.
Il Pakistan è stato da sempre impegnato nel supporto dei talebani anche se ufficialmente, almeno dall’intervento Usa in Afghanistan ha sempre negato che fornisse loro ogni aiuto logistico, finanziario e militare, ma oggi diventa esso stesso obiettivo di quelli che un tempo erano definiti studenti coranici e delle galassia jiadista proprio per la sua posizione di potenza mondiale “islamica”.
L’idea fa tremare i polsi anche ai governanti di New Delhi che hanno strizzato l’occhio, e non solo, ai vari governi afghani in funzione anti Islamabad.
Nel frattempo, il conquistato prestigio dei Talebani, conseguenza della cacciata degli USA dall’Afghanistan, fa rientrare prepotentemente in gioco i terroristi del gruppo jiadista Tehrik-i-Taliban che hanno come obiettivo il rovesciamento del governo di Islamabad.
In ultima analisi, se è pur vero che è necessario trovare una soluzione afghana, è altrettanto vero, anzi indispensabile e prioritario, che gli USA e l’occidente rivedano e chiariscano la loro posizione sul Pakistan.
E’ necessario rafforzare seriamente la politica economica e la cooperazione con Islamabad che deve necessariamente diventare lo scudo all’espansione jiadista. Una impresa certo non facile considerata la posizione dell’ISI che solo formalmente dipende dal Primo Ministro.
E’ però necessario spingere l’Esercito, che è il vero governante del Pakistan, a cambiare radicalmente atteggiamento e far comprendere ai militari e all’ISI che l’ambiguità con cui hanno gestito la questione afghana, alla fine gli si può ritorcere contro e provocare il collasso e l’anarchia del paese che già si trova in una situazione di borderline. La fiamma della shari’a è già accesa in Pakistan per effetto di una legge firmata dal presidente Asif Ali Zardari , che permette ai gruppi islamisti locali legati ai talebani, l’applicazione della Shari’a nel distretto di Swat.
Gli Usa dovrebbero riflettere seriamente sulle profetiche parole dell’ex Ambasciatore a Kabul, Ronald Neumann, messe nero su bianco in un rapporto segreto inviato a Washington nel febbraio 2006 “Se il problema Pakistan non verrà affrontato , porterà al riemergere della stessa minaccia strategica per gli Stati Uniti che ha spinto il nostro intervento nell’Operazione Enduring Freedom oltre quattro anni fa.”
Ms