sabato, Novembre 23, 2024
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Così si trasforma l’Esercito italiano in Libano: da “forza di interposizione" a ente di cooperazione e sviluppo per Hezbollah

Hassan Nasrallah –
Leader of Hezbollah

Incredibile, nel nome della cooperazione aiutiamo Hebollah ad accrescere il suo potere. Un pericoloso fallimento spacciato per successo.
Unifil si sa,  è incontestabilmente funzionale essenzialmente agli interessi economici di Hezbollah. Il gruppo armato sciita, sin dal dispiegamento dei caschi blu,  ha imposto la sua legge sfruttando l’incapacità politico militare del contigente ad agire nel rispetto della Risoluzione 1701.
Alcuni siti di missili e depositi di Hezbollah nella zona Sud di Beirut (afp)

Heabollah ha incrementato i suoi traffici illegali, ha continuato ad importare armi e munizioni dall’Iran sotto lo sguardo disattento di UNIFIL e,  posizionato all’interno della città di Beirut postazioni missilistiche e depositi di armi strategicamente vicino a uffici pubblici , ospedali e ministeri, investendo molto sulla famigerata tecnica degli scudi umani. 
Il risultato è sotto gli occhi di tutti.  Hezbollah ha aumentato enormemente la sua capacità militare e di controllo del territorio potendo contare sulle attività economiche che UNIFIL in generale garantisce a sud del Fiume Litani.
In poche parole, da forza di interposizione  i caschi blu si sono trasformati, si dall’inizio del mandato nel 2006,  nella gallina dalle uova d’oro per Hassan Nasrallah & C.  quando per C. sta per “Iran”.  Complice una politica estera farlocca, UNIFIL e i nostri militari sono stati cacciati verso un inevitabile vergognoso  declino militare e politico.   
Il Segretario Generale nel corso della sua ultima visita in Libano ha ammesso in modo chiaro che UNIFIL ha fallito la sua missione e aveva chiesto al governo libanese di agire . Una presa d’atto autorevole ed una forte affermazione di una verità incontestabile ma anche una drammatica ammissione impotenza ad imporre una seria politica di disarmo dei terroristi.
Inutile ricordare che la“risoluzione 1701 delle Nazioni Unite,  prevede la piena attuazione di tutti i regolamenti previsti dagli Accordi di Taif e delle risoluzioni 1559 del 2004, 1680 del 2006, il  disarmo di tutti i gruppi armati in Libano, in maniera tale che non possano esserci armi o autorità in Libano se non quelle dello Stato libanese, come deciso dall’esecutivo libanese il 27 luglio 2006 – l’istituzione di un embargo internazionale sulla vendita di armi e materiali al Libano, se non su autorizzazione del suo governo”.
Nulla di tutto ciò è stato attuato. Hezbollah detta la sua legge e UNIFIL   accusa Israele di violazione della Risoluzione 1701.

Foto

E’ del novembre 2019 la “protesta”  nei confronti di Israele da parte del Comandante italiano di UNIFIl, Stefano Del Col, che ha dichiarato di aver “inviato (ndr. a Gerusalemme) una forte opposizione alle violazioni della sovranità libanese. Queste violazioni – si legge nella nota – della sovranità libanese e la Risoluzione 1701 aggravano ulteriormente le tensioni, soprattutto perché portate avanti a bassa quota, minando i nostri sforzi per costruire la fiducia del pubblico verso un ambiente stabile e sicuro nel Libano meridionale” aggiungendo che l’UNIFIL ha registrato un aumento delle violazioni israeliane dello spazio aereo libanese. 
Ma Israele ha rispettato la Risoluzione 1701 ritirandosi e lasciando al governo libanese e all’UNIFIL il compito di disarmare tutti i gruppi armati e ripristinare la piena sovranità politico militare al legittimo governo libanese.  
Ma poi, che significa che si minano gli sforzi per costruire la fiducia del pubblico verso un ambiente stabile e sicuro? Di quale ambiente stabile e sicuro parla Del Col quando Hezbollah grazie a UNIFIL ha costituito proprio nell’area di sua pertinenza, una forza militare superiore allo stesso LFA che è presente al sud del Libano, con forze irrisorie, per gentile concessione di Hassan Nasrallah? Le bandiere gialle di Hezbollah che sventolano in ogni dove, ne sono una palese ed inconfutabile  conferma.
In quella occasione della nota, Del Col è apparso molto sensibile nel chiedere a Israele di rispettare risoluzione 1701 . Ma ha sbagliato soggetto a cui indirizzare le lamentele perchè avrebbe dovuto indirizzarle prima al governo libanese e successivamente a se stesso in quanto rappresentante UNIFIL perchè sotto il suo comando, come ai tempi dei suoi predecessori, non è mai stata attuata, benché meno iniziata, un seria e forte operazione di disarmo di Hezbollah che giustificasse la presenza dei caschi blu nell’area.  La  pavidità dell’ONU è grave ed è tempo che le nazioni coinvolte si rendano conto la presenza di  UNIFIL, che appare supinamente subordinata al gruppo terroristico, è inconciliabile con la pace nella regione. Ma fin quando staziona nel sud del Libano, il  Force Commander dovrebbe evitare di prendere posizioni che appaiono apertamente anti Israele. E’ lodevole che Del Col si mostri sensibile alle paure dei residenti libanesi, ma dovrebbe dimostrarsi altrettanto sensibile alle paure dei cittadini israeliani che vivono sotto l’incubo di Hezbollah lungo il confine. Dimentichiamo i tunnel costruiti dai terroristi lungo in confine per penetrare in territorio israeliano e che i caschi blu non hanno visto ?
A dimostrazione del fatto che UNIFIL, definita “lime duck” e funzionale agli interessi economici di Hezbollah, sempre più spesso dal del Libano arrivano solo notizie di politica sociale e di sviluppo tipica di enti caritatevoli o istituzionali all’uopo preposti che non sono certo compito di un contingente militare di forza di interposizione  deputata al disarmo delle milizie..

Ogni tanto, per giustificare il termine militare, si organizza qualche gioco di guerra con il LFA,  ovviamente  con la benevolenza di Hezbollah,  per poi ritornare alla normale routine di ente caritatevole all’ombra del quale dal 2006 si è costituito uno stato nello stato, pesantemente armato, equipaggiato, addestrato e finanziato dall’Iran.
Tra le ultime attività “sociali” , con finanziamenti italiani della Difesa, il contingente italiano ha ristrutturato parte di  una scuola nella cittadina di Rmeich (Rumaysh) nel distretto di Bent Jbail, a pochi chilometri dal confine con Israele.
Nella nota della Difesa si legge che il progetto è stato realizzato dagli specialisti della cooperazione civile-militare del contingente facendo ricorso alla manodopera locale e le aule sono state attrezzate due moderni laboratori di informatica e scienze e un’aula multimediale.
Insomma, il top come le nostre scuole italiane…
Nella pagina di UNIFIL si legge che i caschi blu operano in Libano nel rispetto della Risoluzione 1701, che è il fulcro del mandato della missione, peccato che nessuna delle disposizioni della 1701 è stata fin qui attuata e che Hezbollah sia il vero ed unico interlocutore “non ufficiale”  a cui i caschi blu devono rispondere ed obbedire.  Affermare il contrario significa voler occultare al mondo la verità.
In questo contesto generale appare quantomeno assurdo che l’ONU e la comunità internazionale non abbiano ancora preso coscienza che la presenza di UNIFIL in Libano è un grave vulnus al raggiungimento di una pace stabile e duratura.
Chi non vuol prendere coscienza che il continigente ONU èper Hezbollah la gallina dalla uova d’oro che gli permette di aumentare di giorno in giorno la sua potenza militare e di conseguenza il suo peso politico  nella regione,  alla fine dei giochi, quando Hassan Nasrallah (leggasi Iran) deciderà che è tempo di scatenare un conflitto con Israele, non potrà non essere ritenuto corresponsabile della tragedia.
Romano Prodi

E l’Italia, sarà la prima ad essere chiamata a risponderne, perchè non bisogna dimenticare che fu Romano Prodi nel 2006 a creare le premesse per la missione Unifil a comando italiano.
Ms

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