Ritorniamo sul clamoroso caso segnalato dal senatore Enrico Aimi circa il divieto di ingresso che i libici hanno imposto a 40 militari italiani che evidentemente erano stati inviati in supporto all’Ospedale Militare di Misurata per chiedere al Capo di Stato Maggiore della Difesa Gen. Enzo Vecciarelli di intervenire con decisione.
La notizia, che noi abbiammo pubblicato oggi, malgrado “censurata” o “auto censurata” dai media nazionali, è stata ripresa anche da Difesa Online ( https://www.difesaonline.it/evidenza/editoriale/libia-perch%C3%A9-il-mondo-ci-tratta-come-una-repubblica-delle-banane) che annovera tra i suoi redattori, giornalisti molto addentro ai fatti militari, è stata resa nota da un senatore della Repubblica che è anche membro della 3^ Commissione Esteri, quindi fonte più che attendibile.
Enrico Aimi, nella sua doppia veste di senatore e membro della della Commissione Esteri del Senato, ha reso un fatto che tocca la dignità e l’onore dei nostri soldati inviati, forse con troppa disinvoltura in teatri esteri, e poichè è impensabile che agisca per motivi di propaganda politica, la notizia va valuta come verificata, e va da sè che ove il governo non prendesse posizione formale e non chiedesse scuse ufficiali per il modo in cui sono stati trattati i nostri militari, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli,di concerto con il Capo di Stato Maggiore ell’Esercito, Salvatore Farina, deve rendere nota la sua posizione sulla questione ed agire di conseguenza per tutelare le nostre forze armate.
Sarebbe grave che un fatto di tale gravita, senza una loro decisa presa di posizione, passasse nell’oblio.
O si smentisce il senatore, che però ha preannunciato una interrogazione al Ministro della Difesa, oppure si intervenga. Il dubbio non fa bene all’istituzione militare.
Michele Santoro
Direttore e Aiut. (r)