La martellante campagna mediatica ed istituzionale, che è ancora più intensa e distruttiva di qualche settimana fa, ha sortito i suoi effetti. Si potrebbe dire che lo scopo è stato raggiunto, il popolo è stato assoggettato.
Gli italiani sono diventati un popolo di insicuri e paurosi. Sembra che improvvisamente abbiano perso ogni capacità di pensare e di progettare il futuro, fanno ormai quello che viene loro detto quotidianamente detto senza pensare, senza obiettare. E’ la cosa giusta da fare. Lo dice il governo, lo dicono i giornali, lo dicono i tanti giornalisti, esperti, virologi e scienziati che quotidianamente affollano i talk show monotematici. Il branco segue il capo branco (in questo caso media e istituzioni) senza pensare, senza un minimo di senso della realtà e senso critico. La gente sembra essere caduta in un grave stato di abulia mentale, perso ogni volontà e capacità di reazione.
Donne e uomini camminano, quasi come automi, guardigni e timorosi quasi che il COVID 19 si trovasse in ogni sconosciuto o stia in attesa della sua preda dietro ogni angolo.
Di contorno, è esploso il business delle mascherine, che dovrebbero essere un DPI per emergenza e che invece sembrano diventate un accessorio da indossare sempre e comunque anche in futuro. e’ diventato un vezzo, una moda.
Mascherine griffate, a colori e pois, tipicizzate e personalizzate con loghi e stemmi, con forme quadrate, rettangolari, verticali e perfino rotonde, ricamate e stampate. Ovviamente stock da 100 pezzi minimo e pagamento all’ordine.
Come dire che il progetto di assoggettamento e controllo delle masse, attraverso la manipolazione inconscia, la trasmissione di immagini forti per impressionarle e il sapiente utilizzo di parole, formule e numeri è compiuto. Il popolo è ormai convinto che il virus sarà parte sempre della loro vita quotidiana.
Ora si tratta di capire fino a che punto si spingeranno o se la gente riuscirà a riprendersi la sua sua vita e capacità di pensiero e discernimento. In poche parole, se riuscirà a svegliarsi dalla condizione di abulia e subordinazione in cui è stata cacciata.
Michele Santoro