La Turchia intende entrare nello scacchiere nord africano e lo fa in modo spavaldo nella convinzione che nessuno, USA compresi, muoveranno un dito per la Libia che i turchi hanno perso con la sconfitta dell’impero ottomano.
Due contingenti di ribelli turkmeni siriani, appartenenti alle milizie Sultan Murad Brigade e Faylaq al-Sham sono in fase di trasferimento verso la Libia sia per via aerea che per mare.
L’obiettivo principale, in attesa di un possibile dispiegamento di militari turchi già approvato dal Parlamento turco, è contrastare l’avanzata delle truppe di Haftar verso Tripoli.
Le truppe del generale sembra abbiamo profondamento sfondato le linee di difesa delle truppe di Al-Serraj che per in realtà controllano una minima parte della Libia.
Il fronte che si andrà ad aprire presenta scenari imprevedibili perché Turchia, coinvolta ormai militarmente e Russia ed Emirati Arabi, appoggiano Al-Serraj, mentre Haftar ha l’appoggio di Egitto, Abu Dhabi e soprattutto di Arabia Saudita.
Ma quello che preoccupa è l’ingresso nella questione libica dei “fratelli musulmani” , tanto cari al premio nobel “agli intenti” per la pace, ma più probabilmente perché è stato il primo presidente nero della storia USA, Hussein Barak Obama, che li ha appoggiati fino alla loro capitolazione.