Secondo scrive Marco luca Comellini, segretario del Sindaco dei Militari, si legge nei documenti relativi all’incontro dello scorso 14 marzo tra il Ministro Trenta e i membri del Consiglio Centrale della Rappresentanza militare (Cocer), che il titola del dicastero, esponente del M5S, e i rappresentanti del COCER, avrebbero denunciato tentativi di delegittimazione della Rappresentanza militare da parte di alcuni soggetti di cui però non fanno i nomi.
La questione appare singolare perché in un incontro istituzionale se si ipotizza che sia in corso un tentativo di delegittimazione, la cosa più ovvia e trasparente è fare i nomi di chi si ritiene, a torto o a ragione, dei supposti responsabili del “paventato” tentativo di delegittimazione.
Non farlo, darebbe la sensazione che il Ministro e il COCER, si trovino in un vicolo cieco e non sappiano come uscirne.
E’ sin troppo semplice per chi scrive, ricordare al Ministro e al Cocer che denunciare tentativi di delegittimazione senza indicare gli eventuali autori, appare come un tentativo, poco istituzionale, di risolvere il problema dei sindacati militari dopo che si è dato corso ad una procedura che, Costituzione alla mano, appare del tutto incostituzionale malgrado si sia in presenza di una sentenza della Corte che sembra che abbia deciso di non decidere perché se da una parte riconosce al militare la libertà costituzionale di aderire ad un sindacato modificando in tal senso il comma 2 dell’art 1475 d.lgs. 66/2010, dall’altra, per la costituzione del sindacato stesso prevede che “trova allo stato applicazione la non censurata disposizione dell’art. 1475, comma 1, del d.lgs. n. 66 del 2010, secondo cui «La costituzione di associazioni o circoli fra militari è subordinata al preventivo assenso del Ministro della difesa». Si tratta di una condizione di carattere generale valida a fortiori per quelle a carattere sindacale, sia perché species del genere considerato dalla norma, sia per la loro particolare rilevanza.
In netto contrasto con l’articolo 39 della Costituzione …
La Corte, come abbia già in precedenza abbiamo scritto, avrebbe potuto, e forse dovuto, sollevare davanti a sé stessa la “Questione di Legittimità Costituzionale” del comma 1 dell’art. 1475 che contrasta con i principi dell’art. 39 della Costituzione. I Giudici Costituzionali, invece, hanno ritenuto di non fare questo passo, ma così facendo è stata creata una incoerenza giuridica che lede i diritti di libertà costituzionali dei militari.
Questo passo della Corte, avrebbe dovuto suggerire al Ministro di aspettare quantomeno il Pronunciamento del Parlamento.
Oggi quindi nel caos creato dall’accelerazione del Ministro, il titolare del dicastero della Difesa e il COCER si trovino oggi sotto i riflettori forse perché non sarebbero in pace con loro stessi.
Soprattutto il COCER, perché alla luce della sentenza della Corte, oggi è “una rappresentanza nuda”, anacronistica. Del resto la rappresentanza militare, così come è stata voluta nel 1978, e così come è vissuta in questi quaranta anni, non è altro che una sorta di CNEL.
Sarebbe stato più prudente attendere; ora è tardi e denunciare vagamente atti di delegittimazione senza peraltro indicare i nomi dei presunti responsabili, dimostrerebbe che sia Il Ministro che i rappresentanti del COCER abbiano un serio problema di credibilità da risolvere.
Mancano però le condizioni … Intanto, Ministro e COCER ci dite chi tenta di delegittimarvi?