sabato, Novembre 23, 2024
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Tunnel di Hezbollah: oggi il mondo chiude gli occhi, domani (come al solito) condannerà Israele

Soldati israeliani impegnati nella ricerca e neutralizzazione dei tunnel terroristici di Hezbollah

A quale scopo saranno mai stati costruiti? Esiste il minimo dubbio che fossero pensati per la prossima guerra contro Israele?
Tre giorni fa le Forze di Difesa israeliane hanno annunciato che stava giungendo a conclusione l’operazione volta a trovare e neutralizzare i tunnel per attacchi transfrontalieri scavati da Hezbollah, dopo che era stato scoperto e distrutto un sesto tunnel sotterraneo sotto il confine nord d’Israele. Si trattava del più grande e sofisticato di tutti i tunnel finora identificati: lungo grossomodo come otto campi da calcio, si estendeva per 800 metri all’interno del Libano e per alcune decine di metri nel sottosuolo israeliano. Eccezionalmente ampio per altezza e larghezza, era stato scavato a una profondità di 55 metri, cioè più in basso di tutti gli altri tunnel scoperti nel nord dalle forze israeliane. All’interno era dotato di un covo per i terroristi, di elettricità, binari per movimentare attrezzature e rifiuti, scale d’uscita lungo il percorso e altri elementi che lo rendevano più sofisticato degli altri, e probabilmente il più prezioso per Hezbollah.
A che scopo sono stati costruiti quei tunnel di Hezbollah? Sussiste il minimo dubbio che fossero destinati ad essere usati nella prossima guerra con Israele? “Il loro obiettivo era penetrare nel nostro territorio, uccidere e sequestrare nostri cittadini, civili compresi, e impadronirsi dell’area settentrionale della Galilea” ha detto il primo ministro Benjamin Netanyahu in un briefing il mese scorso dopo aver ispezionato le operazioni militari lungo il confine. E ha aggiunto: “Questo non è semplicemente un atto di aggressione, è un atto di guerra”.
Se questo “atto” di guerra dovesse tradursi in un’attività ostile più intensa, tutti sanno cosa ne seguirebbe: un guerra a tutto campo. Israele si difenderebbe bombardando sopra e sotto tutti i luoghi utilizzati dai terroristi in quella eventuale terza guerra in Libano, prendendo di mira in particolare i siti di lancio dei missili piazzati a ridosso delle case nei piccoli villaggi libanesi pochi chilometri a nord del confine. Villaggi in cui Hezbollah utilizza per i propri scopi terroristici da un terzo a metà delle case. Le nonne libanesi giocano con i loro nipotini sopra all’ingresso di un tunnel o su un arsenale di munizioni. Vi sono ospedali, supermercati e scuole che vengono utilizzati senza scrupoli per dare copertura alle attività terroristiche di Hezbollah, e tutti questi diverrebbero obiettivi legittimi della difesa israeliana in una futura guerra con gli scagnozzi iraniani di Hezbollah. E le immagini delle vittime e delle distruzioni finirebbero sulle prime pagine di tutti i giornali e telegiornali del mondo. E il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunirebbe d’urgenza per condannare l’aggressione israeliana. Quel malaugurato giorno il Consiglio di Sicurezza si riunirebbe senza esitazioni. Oggi no. Oggi la prova lampante di questi atti di guerra perpetrati lungo il confine sovrano di Israele viene ignorata.
Un operativo Hezbollah colto dalle telecamere israeliane all’interno di un tunnel transfrontaliero

È una vergogna che le Nazioni Unite e quasi tutti i paesi del mondo non si stiano minimamente occupando di questa evidente verità: i tunnel rappresentano il nuovo fronte sotterraneo che verrebbe usato dal gruppo terrorista sciita per infiltrare terroristi in Israele come prima mossa di una futura guerra, accompagnata dal lancio di una massiccia ondata di razzi, missili e proiettili di mortaio. Come ha detto il ministro dell’interno italiano Matteo Salvini quando il mese scorso è stato accompagnato al nord per vedere le operazioni delle Forze di Difesa israeliane, Hezbollah non ha scavato le gallerie che vìolano il territorio israeliano per “fare shopping”.
Va dato atto agli Stati Uniti d’aver preso posizione. Lunedì a Beirut, dopo l’incontro con il primo ministro libanese Saad al-Hariri, il sottosegretario di stato Usa per gli affari politici David Hale ha pronunciato nette parole di condanna di Hezbollah. “Il Libano ha il diritto di difendersi – ha detto Hale – ma questo diritto spetta unicamente allo Stato libanese. E’ inammissibile che vi sia una milizia armata che è fuori dal controllo dello Stato e che, senza dover rispondere alla popolazione del Libano, scava tunnel di attacco verso Israele attraverso la linea blu di confine e accumula un arsenale di oltre 100mila missili con cui minaccia la stabilità regionale”.
Il confine fra Israele e il Libano potrebbe facilmente diventare il prossimo teatro di guerra. Migliaia di miliziani di Hezbollah sono stati inviati in Siria nel 2013 per combattere a fianco delle forze del presidente Bashar Assad. Ora che le forze di Assad stanno vincendo, i miliziani fanno ritorno e l’attenzione si sposta sul confine tra Israele e Libano. “La popolazione libanese deve capire che Hezbollah la sta mettendo in serio pericolo – ha detto Netanyahu – Noi ci aspettiamo che il Libano si attivi, che protesti e che non si pieghi a questo stato di cose. Ma il fatto che l’esercito libanese non sta facendo nulla significa che non può o non vuole fare nulla, o entrambe le cose”.
Le Forze di Difesa israeliane hanno detto che continuano a monitorare la situazione e che sono “a conoscenza di un certo numero di siti in cui Hezbollah sta scavando strutture sotterranee che non sono ancora arrivate a penetrare in territorio israeliano”. Il mondo ha ancora il tempo di prendere una chiara posizione e adoperarsi sul serio per prevenire una terza guerra in Libano. Francamente non si capisce cosa aspetta a farlo.
(Editoriale Jerusalem Post, 16.1.19)
 

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