Negli ultimi mesi la situazione politica internazionale ed in particolare mediorientale è notevolmente cambiata e Israele, con l’accorta strategia dei piccoli passi messa in atto dal Primo Ministro Netanyahu, sta lentamente cambiando la geografia politica.
Netanyahu è volato in Oman, ricevuto con tutti gli onori e ad Abu Dabi, la squadra di Judo che ha vinto la medaglia d’oro, ha visto alzare sul pennone la bandiera israeliana e sentire l’HaTikvah, l’inno ufficiale dello stato di Israele. Un rivoluzione politica inimmaginabile fino a poche settimane fa.
Il mondo arabo da tempo non supporta più la causa palestinese, vuoi perché i suoi leader sono più interessati allo status di perenne guerra che garantisce loro potere e ricchezze inimmaginabili per i poveri arabo palestinesi che sempre più appaiono schiavi della violenza e del terrorismo, vuoi anche perché alla fine la storia il popolo palestinese inventato dalla Russia e da Arafat ha fatto il suo tempo.
Riottoso ed assistito da oltre 70 anni, questo insieme di persone per lo più giordani ed egiziani, viene oggi finalmente visto per quello che è, un ostacolo perenne alla stabilità della regione ed alla pace.
Ma ci sono due aspetti importanti che in fondo in fondo sta convincendo i leader arabi ad aprire a rapporti diplomatici e politici con Israele, l’economia e la tecnologia ma soprattutto l’Iran.
Gerusalemme oggi è l’unico stato in grado di garantire uno scudo protettivo contro l’Iran che ha, con Hezbollah in Libano, una testa di ponte molto pericolosa in pieno scacchiere mediorientale e che continua ad armarsi sotto gli occhi di UNIFIL che secondo l’ONU avrebbe dovuto disarmare il gruppo terrorista e restituire la sovranità politica, militare ed economica al legittimo potere libanese.
Ora, il Pakistan. Da tempo si mormora di rapporti non ufficiali tra il paese sunnita e Israele. Si è parlato spesso di incontri più o meno segreti, di visite di israeliani nel paese ma tutto sempre molto vago e ovviamente, fatti e circostanze sempre opportunamente smentiti.
Oggi si aggiunge un fatto nuovo che emerge da un twitt inviato dall’editore l’editore inglese di Haaretz Avi Scharf , secondo cui un aereo israeliano è volato a Islamabad.
Molte le ipotesi e tra queste addirittura di una visita segreta di Benjamin Netanyahu accompagnato dal ministro per la cultura, testimone, il 29 Ottobre, della storica svolta ad Abu Dabi dove seguendo il protocollo dei campionati di Judo, è suonato per la prima volta in un paese mussulmano, l’inno ufficiale dello stato di Israele ed esposta con gli onori che merita una medaglia d’oro, la bandiera di Israele.
La notizia che un aereo israeliano potesse aver sorvolato il territorio del Pakistan, atterrato nella capitale e addirittura portato il primo ministro dello stato ebraico in Pakistan, è stata immediatamente smentita dalle autorità per l’aviazione civile pakistana, ma la smentita ha un risvolto poco chiaro. L’aereo in questione sarebbe della compagnia Bizjet , e non è registrato in Israele, ma ha causato ovviamente reazioni isteriche nei partiti specie di opposizione.
Il partito di Nawaz Sharif, il Pakistan Muslim League-Nawaz (PML.N), chiede chiarimenti al governo, che a sua volta ha smentito categoricamente “Nessun aereo israeliano può atterrare in Pakistan”.
Come per l’autorità per l’aviazione civile vale il dubbio … l’areo della Bizjet non era immatricolato in Israele.
Dopo l’Arabia Saudita, l’Oman e gli Emirati, il Pakistan. Il mondo islamico comincia a capire.