Altro che lotta ai trafficanti di schiavi, la comunicazione del governo circa la missione voluta dal governo Gentiloni lascia aperte tutte le ipotesi di intervento diverso da quello tanto sbandierato.
Secondo il governo, la spedizione è necessaria per “rafforzare le capacità di controllo del territorio delle autorità nigerine e dei paesi del G5 Sahel e lo sviluppo delle forze di sicurezza nigerine per lo sviluppo di capacità volte al contrasto del fenomeno dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza”.
Non è dato di sapere quali sarebbero le regole di ingaggio e non è dato di sapere quali sono i compiti reali di questa nuova spedizioni per la grandeur italiana. Di certo, dire che si va in Niger per combattere i traffici illeciti, oppure per la sicurezza nazionale o addirittura rafforzare la capacità di controllo del territorio quando già nel paese da tempo opera una forza multinazionale francofona a guida francese che è lì per tutelare i suoi interessi economici e militari derivanti dal controllo dell’uranio oltre che combattere i cartelli della droga che si sono trasferiti in Africa, è quantomeno fuorviante.
Il dubbio quindi che la questione migranti sia una bugia per indorare la pillola agli italiani è forte, anche perché non sembra ci sia traccia nelle relazioni agenzie indipendenti di flussi di grandi migranti verso la Libia e quindi verso quella porta aperta da Renzi verso il nostro paese nel 2014 con il denunciato accordo della Bonino con l’Europa, che necessitano di un intervento armato italiano.
E che sia poco chiara la faccenda è dimostrata dai diversi interventi di Gentiloni che dice che la missione è motivata dalla necessità di “contrastare” terroristi e trafficanti, quindi missione di combattimento, mentre il Gen. Graziano, Capo di SMD, dichiara non trattarsi di operazione “combat”.
Poiché il tempo è galantuomo, sapremo comunque nel giro di qualche settimana la verità e allora avremo conferma o meno di quanto dichiarato da Gentiloni o delle precisazioni del Capo di SMD,
Le operazioni militari all’estero per il governo italiano sembrano essere diventate un modo per sentirsi importante nei contesti internazionali, dove, è notorio, l’Italia malgrado le parole elogio di capi di stato di potenze come USA, GB e Francia, che però riguardano la professionalità indiscussa dei nostri militari, vale come il due di picche a briscola.
E la missione in Niger dove non c’entriamo assolutamente nulla, ne è la conferma, così come viene confermata la prassi governativa di non informare esaurientemente il popolo circa la vera natura di queste avventure internazionali.
Macron, probabilmente a malincuore, ringrazia dell’offerta.