Quello che sta accadendo in queste ore lungo il confine tra Israele e Siria dovrebbe far allarmare i tutti i governi europei visto che il segretario generale dell’ONU António Guterres, successore di quel distratto e troppo affancendato a riscaldare la sedia, Ban Ki Moon, non proferisce parola.
Invece, l’Europa rimane silente, paurosa e titubante, a dimostrazione che ognuno pensa per se cercando di non inimicarsi il nuovo amico iraniano sdoganato da con un accordo truffaldino da Obama Hussein Barack, caduto (?) nel trappolone degli Ayatollah.
Ora l’Iran, con il suo braccio armato Hezbollah che in Libano sotto l’occhio distratto di UNIFIL a comando italiano, ha realizzato uno stato nello stato con organizzazione strutturale complessa e forze armate pesantemente equipaggiate proprio da Teheran , e la Brigata Sciita di Liberazione del Golan, sta cercando di “accerchiare” Israele proprio con le milizie sciite e cercando di far arrivare al gruppo terroristico armi di ultima generazione.
Da qui, la reazione di Gerusalemme che ha attaccato diversi obiettivi di Hezbollah lungo il confine israeliano e distrutto una colonna che trasportava verso il confine libanese controllato dalle milizie, armi e munizioni.
L’IDF ha ammesso l’attacco e malgrado la Siria avesse ha attivato la sua contraerea con missili, tutti gli obiettivi sono stati neutralizzati e gli aerei sono ritornati indenni alla base.
Damasco e Beiruth protestano minacciando dure conseguenze. Minacce esternate più per propaganda che per convinzione.
Damasco ha ben altri problemi che pensare a Israele e sa anche che qualsiasi atto ostile sarebbe devastante per Assad, e sa bene che Hezbollah in Siria è una forza da guardare con attenzione in vista di quella che potrebbe essere la Siria del domani che, nella intenzioni non tante segrete della Russia, potrebbe essere federale. E le parti in Siria oggi sono tante e variegate.
Il Libano invece, stato a sovranità limitata, dovrebbe trovare la forza di ritornare ad essere uno stato vero con sovranità politica e militare su tutto il territorio e non accettare passivamente che l’Iran realizzi il suo stato satellite a sud del Fiume Litani. Ma l’establishment libanese non sembra avere né la forza né tanto meno la capacità politico militare di ritornare ad uno stato sovrano.
E l’ONU ? L’ONU sta dimostrando ancora una volta la sua inutilità. Come ha chiaramente detto il neo presidente USA Donald Trump, è un ente dove tutti vanno a scaldare le sedie e bere thè per chiacchierare. Rimane passivo con l’UNIFIL in Libano, la forza multinazionale a guida italiana, che si è ben guardata di far attuare le disposizioni che prevedono la smilitarizzazione dell’area sotto il suo controllo (sic), il disarmo di tutti i gruppi armati, e il ripristino della sovranità libanese a sud del Litani.
La cosa grave per le popolazioni dove interviene l’ONU, è il fatto che dove arriva, il problema non si risolve, si cancrenizza.
La soluzione delle crisi metterebbe in “crisi” la vita stessa di un enorme apparato che ha perso ogni sua credibilità internazionale.
Basta leggere le note su l’UNWRA ….