Periodicamente in Sicilia, si ripropone la questione relativa al “mantenimento” delle IPAB, organismi di diritto pubblico istituiti con regio decreto n. 2841 del 1923, sulla falsariga degli istituti di beneficenza istituiti nel 1890, che hanno subito, fino al 2001 coni l D.lgs 4 maggio 2001, n. 207, nel tempo notevoli modificazioni, non sempre migliorative delle loro finalità.
Secondo quanto prescritto dalla legge che li ha creati nel 1890 (L. 17.07.1890 n. 6972) questi organismi devono “prestare assistenza ai poveri, tanto in stato di sanità quanto di malattia; b) di procurarne l’educazione, l’istruzione, l’avviamento a qualche professione, arte o mestiere, od in qualsiasi altro modo il miglioramento morale ed economico. »
In realtà, sono diventati nel tempo ricoveri per anziani lungodegenti poiché nelle strutture non risulta che vengano svolti corsi di educazione o per l’avviamento al lavoro, arte o mestiere.
Secondo quanto scrive L’Inchiesta Sicilia in un articolo del 18 Maggio 2016, le IPAB “Nate in nome della pietas e la caritas generis humani, le Ipab, Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza sono diventate oggi uno degli esempi più eclatanti di scelleratezza del genere umano. Viaggio nel torbido mondo delle Ipab siciliane, ormai nel baratro”.
Politiche sbagliate e “Numerosi gli esempi di scelleratezze commesse in nome della pietas e della caritas generis humani (L’inchiesta Sicilia ne riporta alcune ma ce ne sono tante altre) hanno creato un vero e proprio baratro economico tanto che quasi tutte, se non tutte, presentano bilancio in rosso per svariati milioni di euro”.
In questa situazione, sia la Regione Sicilia che i comuni dove sono presenti queste istituzioni, hanno mai saputo, o voluto, trovare il bandolo della matassa preferendo interventi tampone che negli anni hanno aggravato la situazione, economica e sociale.
Oggi, il deputato Girolamo Fazio, ex Sindaco di Trapani, chiede alla Regione Siciliana quale è la posizione giuridica del personale del Residence Marino e quando riceveranno gli stipendi.
Fazio chiede lumi sulla situazione economica del Residence Marino, che, sempre come riferisce il deputato, avrebbe debiti per un paio di milioni di euro
La situazione dell’IPAB di Trapani non è certo peggiore di altre realtà in Sicilia. A Marsala, per esempio, che aveva (e probabilmente ancora ha), debiti per più di un milione di euro, hanno addirittura cambiato lo statuto per accogliere anche gli immigrati che portano una dote di 35 euro al giorno.
Una operazione “prettamente economica” che appare come una palese violazione delle leggi in materia in quanto il comma 1 dell’art. 2 della 328/200, prevede per le IPAB carattere della universalità, e hanno infatti diritto di usufruire delle prestazioni e dei servizi tutti i cittadini italiani e degli Stati appartenenti all’Unione Europea ed i loro familiari nonché gli stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorni. Ai profughi, agli apolidi e agli stranieri irregolari sono garantite le misure di prima assistenza.
A Marsala quindi, si sarebbero violate le norme di legge in quanto non si parla di accoglienza immigrati, ma solo di misure di prima assistenza, e non essendo uno statuto “privato” e di diritto privato, ma vincolato alle norme dello stato, averlo modificato inserendo l’accoglienza degli immigrati, appare palesemente come una operazione illegittima.
Ma la Regione, e il Comune che secondo la 328/2000 dovrebbe vigilare, non sembra se ne siano accorti….
Oltre a ciò, va considerata la particolare situazione degli anziani ricoverati che si trovano in una condizione di debolezza acclarata e soggetti molto ricettivi di malattie perché con difese immunitarie deboli.
E’ tempo quindi, di una vera e propria rivoluzione in materia e la politica regionale e comunale deve prendere decisioni forti che salvaguardino gli anziani e il denaro pubblico che non può continuare a immettere nelle strutture denaro pubblico fondo perduto per ripianare perdite di esercizio.
Il caso presentato da Fazio, che parla di debiti di due milioni di euro che il Comune ovviamente non intende accollarsi, può e dovrebbe essere scuola per tutto il sistema IPAB, ovvero, l’applicazione tout court della legge 328/2000 e delle disposizioni di cui al D.lgs 267/2000 che prescrivono che le IPAB sono inquadrate in un modello aziendale dove assumono sempre più una connotazione autonoma e originale di persona giuridica diversa sia dall’Ausl sia dalle Aziende speciali (Dlgs. n. 267/00 art. 114) con una presenza al proprio interno di membri di nomina pubblica (municipale e regionale) e, soprattutto, orientate verso forme ibride non più riconducibili al terzo settore.
Quindi, anche con una chiara responsabilità gestionale del Cda, i cui membri dovrebbero rispondere personalmente della gestione e degli eventuali debiti accumulati.
Fazio, da deputato regionale, oltre a fare domande, potrebbe attivarsi prima per chiedere l’applicazione della legge 328/2000 e poi, intervenire con un proprio progetto di legge da presentare in aula.
Sarebbe la conclusione ideale, e riteniamo corretta, del suo intervento sul caso Residence Marino.