Secondo quanto riportano sapientemente i media nazionali, il ministro degli interni Marco Minniti, avrebbe confermato la ricostruzione degli eventi che hanno portato alle tre della notte scorsa, all’uccisione del terrorista tunisino, Anis Amri .
Minniti, nell’euforia del momento, avrebbe espresso gratitudine ai due agenti ma ha commesso una incredibile leggerezza rendendo noti i nomi dei due agenti, esponendoli così al rischio, tutt’altro che teorico, di una vendetta da parte dell’ISIS.
Eppure, Marco Minniti è stato responsabile della Commissione per i servizi segreti e dovrebbe quantomeno ricordare quanto importante sia mantenere l’anonimato del personale delle forze dell’ordine, specie quando questo è coinvolto in fatti di cronaca molto importanti e delicati.
Non è dato di sapere come i nomi siano diventati di dominio pubblico e che addirittura la foto di uno dei due, l’agente ricoverato in ospedale, sia stata pubblicata, ma il fatto appare estremamente grave e sarebbe doveroso da parte di Minniti indire una commissione d’inchiesta per capire come mai sia stato possibile tutto ciò.
Michele Santoro