domenica, Novembre 24, 2024
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Birgi/Ryanair. Doccia scozzese all'irlandese … Stop and go nelle prenotazioni da Marzo

ryanairCi risiamo. Ryanair alza il tiro e la politica incon­cludente va nel panico. La compagnia irlandese la scorsa setimana ha stop­pato ogni prenotazione da e per lo scalo trapanese a partire da Marzo 2017. Mer­coledì scorso poi, con un popup sul sito dell’Airgest, lo stesso gestore comunica che sono state riaperte le prenotazioni.
A meno che non sia stato un guasto tecnico, peral­tro non comunicato, questa operazione di stop and go messa in atto dal manage­ment irlandese fa supporre che si sia voluto dare ad Airgest e politica regionale e locale, un forte segnale che però non sembra aver sortito effetti. Al momento di scrivere non è dato di sa­pere cosa nel frattempo sia successo ma non è difficile poter prevedere che questo è solo l’inizio. Ryanair ha il coltello dalla parte del ma­nico e sa, in quanto a Du­blino sanno fare di conti e conoscono molto bene il tessuto socio politico loca­le. airgestMa oggi è anche facile dire che la doccia scozzese ha solo riaperto il ballet­to delle chiacchiere e degli allarmismi, peraltro ingiu­stificati se solo si guardas­sero con attenzione numeri e dati. Appresa la notizia dello stop alle prenotazioni, tutta la politica è andata in fibrillazione ma con un’unica soluzione “pagare”. Ma è sul chi deve pagare che oggi si cercano di trovare soluzioni alternative per rimediare al grande errore commesso da Aigest e dalla ex Provincia che è sempre provincia con altro nome, con l’operazione co-marketing, mettendo­si praticamente nella mani di una compagnia aerea. Il Consigliere Cimiotta lancia la sua idea, strampalata e, come detto, irrealizzabile. Paghino i privati in rapporto al loro fatturato. Insomma, Cimiotta si inventa una ul­teriore tassa come se non bastassero quelle che già gravano sulle attività com­merciali e produttive.
Forse il Consigliere, proba­bilmente poco esperto in materia di economia e tribu­ti, avrebbe meglio a propor­re di dimezzare le medaglie dei consiglieri e gli appan­naggi di sindaco e assessori, anche se le sue parole fanno intuire che di progetti non ne par­la poiché Cimiotta dice che la somma “è necessaria perché l’aeroporto di Birgi continui a vivere e soprav­vivere”. Il termine usato dal politico a proposito di Birgi è Sopravvivere; un termi­ne che indica provvisorietà, improvvisazione e fa capire quanto inconcludente ed in­capace sia questa politica. Per quello che produce la politica, specie quella loca­le, potrebbe benissimo es­sere mandata a casa, tanto ormai sono i dirigenti i veri amministratori della cosa pubblica. Queste fibrillazio­ni che poi portano solo alla richiesta di pagamento fan­no sorgere più di qualche dubbio. Il 1° Agosto 2015 l’Associazione di Diritto In­ternazionale organizzò a Marsala un incontro per di­scutere sulla problematica e sulle soluzioni da adottate.
Nessun politico si presen­tò (forse perché l’incontro non era stato proposto dal solito deputato ….), e del settore turismo pochissi­mi hanno partecipato tanto che alla fine fu un incontro informale. Eppure di cose in quel convegno se ne disse­ro, ma la politica era trop­po impegnata. Ma avevano trovato l’accordo si disse, e la politica, imprenditoria e operatori si erano illusi che tutto fosse stato risolto. A questo proposito è bene ri­cordare che il deputato re­gionale Nino Oddo nel corso di una trasmissione sull’ae­roporto andata in onda su Canale 2 ad una domanda sui numeri e sui dati eco­nomici dello scalo rispose che a lui “non interessano i numeri e le statistiche, ma le voci degli operatori. Ma con le voci non si realizza al­cun progetto. Mimmo Fazio definì l’accordo di co-mar­keting una operazione “bor­derline”, ovvero, ai limiti del legale. Sarà così? Questa operazione ha fatto sorge­re da subito più di qualche dubbio, ma fino ad oggi non sembra che Corte dei Conti e Magistratura abbiano ap­profondito il problema. In ogni caso oggi, tutti quanti fino ad oggi hanno eccelso in chiacchiere politiche sen­za costrutto hanno riaperto i salotti e propongono sem­pre la stessa soluzione: pa­gare, pagare, pagare.
E’ evidente che la “doccia scozzese” non ha portato buoni consigli e si conti­nua a commettere lo stesso “capitale” iniziale. Sarebbe invece tempo che si comin­ciasse a valutare con atten­zione cosa sta succedendo, non da oggi, ma da almeno 2 anni e poi prendere deci­sioni, non per ultimo, visto che il sistema aeroportuale della Sicilia Occidentale, per invidie e per perdita di posti di sottogoverno non piace, pensare a portare Airgest alla privatizzazione. Ma non si farà, il giocattolo, seppur rotto e perennemente sotto la spada di Damocle della compagnia irlandese, non lo vuole mollare nessuno. Lo pseudo co-marketing che co-marketing non è, non funziona e i comuni che di soldi già ne hanno pochi per il sociale (a parte gli stipendi dei politici ecc. ecc.) hanno serie difficoltà a versare la quota parte di una somma che è di 2,2 milioni di euro a cui si aggiungono 1,5 milioni di euro di Airgest.
L’associazione Trapani Cam­bia scrive che : Assistiamo ancora una volta ad una nuova polemica infinita che ha ad oggetto la permanen­za di Ryanair nell’aeroporto di Trapani “Vincenzo Florio”.
L’eventualità che Ryanair vada via dall’aeroporto di Trapani procurerà inevita­bili effetti disastrosi, sia per l’economia dell’aeroporto e dell’indotto dello stesso, che per quella di tutte le nu­merosissime imprese della provincia di Trapani che vi­vono ormai prevalentemen­te della ricezione turistica derivante dai flussi turistici controllati dal potente vet­tore aereo irlandese e che in molti casi hanno investito notevoli capitali nelle stesse imprese …”.
Trapani Cambia chiama in ballo Crocetta per l’abolizio­ne delle Provincie dimenti­cando che proprio la Provin­cia si sottomise alla strana e “borderline” operazione di co-marketing. Operazione che inspiegabilmente non sembra che la Corte dei Conti abbia mai esaminato perché noi pensiamo che non sia rispondente alla nor­mativa nazionale mancan­do, per essere co-marke­ting, una equa ripartizione delle quota a cui dovrebbe sottostare la stessa Ryanair e l’assegnazione del servizio dovrebbe avvenire dopo l’e­spletamento di una gara ad evidenza pubblica mentre invece, prima la Provincia e poi la Camera di Commer­cio, versano le somme diret­tamente alla società pubbli­citaria irlandese, costola dei Ryanair. Qualcuno riporta dati di una società straniera di consulenza economica se­condo cui nel periodo 2007 – 2011 l’indotto aeroportua­le sarebbe stato di 900 mi­lioni di euro mentre l’ISTAT ci dice che il reddito medio è rimasto praticamente in­variato € 3.041.759,614 (reddito totale) con un red­dito medio di 19.140 euro e un reddito medio di 6.977 euro nel 2007, contro € 3.272.943,543 (2011) e 19.901 euro medio impo­nibile co reddito medio di 7.620. Oddo farebbe bene a leggere anche i dati e non fermarsi a quello che dico­no gli operatori perché i dati indicano che l’aeroporto, malgrado il boom turistico, ancora da valutare corretta­mente, ha avuto una fles­sione del 9,9% sul numero dei movimenti e del 12,8% sul numero passeggeri nel periodo Gen/Set 2016 ri­spetto al 2015 (fonte asso­aeroporti). Appare evidente che l’Aeroporto non è questo grande veicolo di turismo come molti, senza conosce­re i dati, asseriscono essere, se ad un aumento dei turisti si riscontra una forte contrazione del flusso passeggeri aeroportuale.
Ma a proposito dell’indotto, basterebbe passeggiare, per esempio per Marsala, e notare che ogni tre negozi aperti ne troviamo uno chiu­so …per cessata attività. E ciò ci fa sorgere spontanea una domanda: ma l’indotto di 900 milioni dove è anda­to a finire? Indotto significa benessere, ma benessere non sembra proprio che se ne veda molto in giro nel trapanese… Ma poi, questa relazione come mai non vie­ne pubblicata per poter ana­lizzare tutti i suoi aspetti?
Ma passiamo ai turisti. Non abbiamo mai avuto la pos­sibilità di poter verificare i dati di prenotazione, ma basta analizzare i dati del traffico che sono di dominio pubblico e passare qualche ora all’Aeroporto per nota­re come la maggioranza dei transiti (i numeri poi vanni divisi per due), siano nazio­nali e locali e quindi è faci­le dedurre che l’aeroporto serve quasi esclusivamen­te ai cittadini del territorio per recarsi all’estero o nel nord Italia. E ciò si ricol­lega all’atavica incompe­tenza sul settore turistico sia della classe politica che imprenditoriale. Nel mondo del turismo il territorio gira sull’aeroporto, nel trapane­se è l’aeroporto che gira sul territorio… e questo la dice lunga sulla capacità della politica e dei privati di atti­rare turismo nel trapanese. Poi, guardando alle tariffe, nessuno può contestare che la maggioranza dei turisti nei periodi estivi e festività nazionali, viaggia via Paler­mo dove trovano una offerta di certo più vantaggiosa ri­spetto ai prezzi praticati dal vettore irlandese su Trapa­ni. Sbaglia infine chi conte­sta il sistema aeroportuale Palermo/Birgi/Pantelleria.
I risultati si hanno quando hai capacità di trattare e il sistema è certo più pronto di un singolo. Vedi Milano, Roma, le Puglie e Venezia…
Quindi, Ryanair non è il mezzo, ma solo uno dei mezzi, e questo sarebbe bene che politica e imprenditoria lo capissero imparando da chi il turismo lo sa fare.
Ma lo capiranno?
Michele Santoro

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