Un documento del governo tedesco prende atto per la prima volta del banale trucco con cui l’Autorità Palestinese continua a finanziare i terroristi con i soldi europei
Il governo tedesco ha ammesso per la prima volta che l’Autorità Palestinese dà verosimilmente sostegno finanziario ai terroristi e ai loro famigliari, e si è impegnato ad approfondire la questione.
A seguito di ripetute interrogazioni da parte di un deputato dell’opposizione, la scorsa settimana il Ministero degli esteri di Berlino ha riconosciuto che i fondi per i cosiddetti “martiri” e per i palestinesi detenuti nelle carceri israeliane per reati di terrorismo non provengono solo dall’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), ma in parte anche dal bilancio dell’Autorità Palestinese.
La Germania sostiene l’Autorità Palestinese con circa 160 milioni di euro all’anno, ma sinora ha sempre detto che il denaro veniva indirizzato solamente a specifici progetti di sviluppo, e non ai cosiddetti “stipendi” per palestinesi condannati per terrorismo né ai parenti di terroristi morti compiendo attentati.
Ora, invece, in un documento del Ministero degli esteri tedesco datato 1 settembre di cui Times of Israel ha potuto vedere una copia, si legge: “Vi sono istituzioni palestinesi che effettuano pagamenti alle famiglie dei detenuti in Israele e ai famigliari di coloro che sono stati uccisi o feriti. Tra questi figurano anche parenti di attentatori”. Il documento prosegue spiegando che i detenuti palestinesi ricevono il sostegno finanziario dalla “Commissione Olp per gli affari dei prigionieri ed ex prigionieri”, dal momento che l’Autorità Palestinese ha cessato tali pagamenti due anni fa quando ha sciolto il proprio “Ministero per gli affari dei prigionieri ed ex prigionieri”. “Il governo federale – afferma il documento – sta indagando le informazioni secondo cui in certi casi l’Autorità Palestinese avrebbe finanziato il budget della Commissione dell’Olp per i detenuti”. Il documento ammette inoltre che ricevono “stipendi” anche famiglie di palestinesi uccisi o feriti dalle forze di sicurezza israeliane mentre compivano attentati. “Questi pagamenti – si legge nel documento tedesco – sembrano provenire da un fondo per morti e feriti che non è parte del bilancio dell’Olp, ma viene pagato dal bilancio dell’Autorità Palestinese”.
Il documento è stato inviato al parlamentare Volker Beck, che dirige il Gruppo di amicizia parlamentare tedesco-israeliano, in risposta a una seconda interrogazione presentata lo scorso 22 agosto dopo una insoddisfacente risposta del governo a una precedente interpellanza sullo stesso argomento.
Secondo la posizione ufficiale, Berlino non finanzia l’Olp, ma solo progetti specifici dell’Autorità Palestinese, in particolare in settori come sviluppo, cultura, istruzione, aiuti umanitari e prevenzione di crisi civili. Per questo il documento del primo settembre sottolinea: “Se risulterà confermato che parti di detti pagamenti [ai terroristi detenuti e alle loro famiglie] proviene dal bilancio dell’Autorità Palestinese, il governo federale solleverà la questione con l’Autorità Palestinese e altri partner. Autorità Palestinese e Olp sono chiamate ad adottare tutte le misure necessarie contro l’incitamento alla violenza, e a incrementare i loro sforzi nella lotta contro il terrorismo”.
Nel 2014, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) – che è anche capo dell’Olp – fece chiudere il “Ministero per gli affari dei detenuti ed ex detenuti” convertendolo in una Commissione direttamente subordinata all’Olp. “Lo scopo di quella mossa deliberatamente ingannevole – ha spiegato lo scorso luglio Yigal Carmon, presidente di MEMRI (Media Research Institute Medio Oriente, alla Commissione affari esteri della Camera dei rappresentanti americana – era quello di attenuare le pressioni sull’Autorità Palestinese da parte dei paesi donatori che non desiderano vedere usare i loro soldi a sostegno del terrorismo. Ma gli uffici sono rimasti gli stessi ed è rimasto lo stesso anche il funzionario incaricato, che ha solo cambiato titolo sul biglietto da visita. La fonte del denaro rimane l’Autorità Palestinese che lo riceve dai paesi donatori, e l’ente incaricato di supervisionare la destinazione dei fondi non è altri che la stessa Autorità palestinese”, cioè l’ente che ha ideato il trucco contabile.
Ora Beck, che è membro del partito dei Verdi, promette che continuerà a premere sulle autorità di Berlino in merito alla questione. “E’ una buona cosa che la volontà di non sapere del governo sembra terminata – dice il parlamentare tedesco aTimes of Israel – Germania e Unione Europea devono mettere in chiaro all’Autorità Palestinese e all’Olp che pagamenti a terroristi e loro parenti sono inaccettabili e non rimarranno senza conseguenze”. E aggiunge che è inconcepibile che i contribuenti tedeschi finanzino un’istituzione che, ad esempio, premia in denaro le famiglie degli assassini di Hallel Ariel, la 13enne israeliana accoltellata a morte nel sonno nella sua casa di Kiryat Arba lo scorso 30 giugno. Come emerge dalla risposta del primo settembre, il governo di Berlino sa bene come funziona il sistema che finanzia i terroristi e le loro famiglie. “Quello che non è comprensibile è che abbiano chiuso gli occhi di fronte a questo problema – continua Beck – Quando sollevai la questione, nel 2014, davanti al Ministro palestinese degli affari sociali, questi pose fine assai bruscamente al nostro pranzo di lavoro, a cui erano presenti alti funzionari dell’ufficio di rappresentanza tedesca a Ramallah”.
In base alla legge dell’Autorità Palestinese, Ramallah versa quasi 170 milioni di dollari all’anno a terroristi detenuti e famiglie di terroristi. Le indennità mensili dei detenuti crescono con la durata della pena, cioè sono tanto più consistenti quanto più sanguinosi sono stati gli attentati commessi.
(Da: Times of Israel, 5.9.16)