A distanza di una anno dal massacro, Il nuovo comandante delle forze statunitensi e della NATO in Afghanistan , John Nicholson, ha chiesto scusa al popolo di Kunduz per “i danni collaterali” provocati dall’attacco all’ospeadle di Kunduz e che ha provocato la morte di 42 civili.
Come si ricorderà, un C130 Spectre Gunship, il carro armato dei cieli, ha attaccato un ospedale dove operava l’organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere.
Nicholson, che ha incontrato, accompagnato dalla moglie Norine e il ministro afghano ad interim della difesa Masoom Stanekzai, ha definito il massacro “orribile tragedia”.
Ma a distanza di un anno i colpevoli, ovvero piloti, personale tecnico e catena di comando, che sarebbero stati sottoposti a procedimento disciplinare (sic), non è dato di sapere se sono stati condannati e a quali pene.
Di certo, più che una corte marziale, tutti dovrebbero essere processati per crimini di guerra.
Ma è tutto l’establishment americano che dovrebbe essere portato davanti un tribunale internazionale per crimini contro la pace e l’umanità.
I crimini americani non possono essere definiti di guerra perché gli interventi dello stato stelle e strisce è sempre stato proditorio e contro il diritto internazionale invadendo stati sovrani e uccidendo migliaia di civili.
A Barak Hussein Obama gli svedesi “intelligenti” non hanno dato il premio Nobel per “le intenzioni di pace”. A lui, il presidente più guerrafondaio della storia americana.
Un premio che ha squalificato il significato di Nobel.