Si fa un bel parlare della questione siciliana da oltre 70 anni. Si fa un bel parlare della mafia in Sicilia dimenticando “mafia capitale” e ladri e truffatori al parlamento italico. SI continua a parlare di una Sicilia sprecona e arruffona, dimenticando che l’Italia repubblicana come ha fatto con agli austriaci prima e cin tedeschi , ha fatto carta straccia del “patto” autonomistico con la Sicilia, grazie anche, come già accaduto dal 1848 in poi, agli ascari siciliani, che come tanti “Basci Buzuk”, si sono venduti con mogli e figli, a Roma capitale per uno scranno al parlamento italiano o per interessi diversi.
Grazie anche all’opportunismo di chi, avvicinatosi alla politica, lo ha fatto più per interessi personali e politici che per amore della Sicilia.
Ed ecco che Roma, sempre ben appoggiata dai “basci Buzuk” siciliani, dal 1947 ha iniziato una lenta ma inesorabile colonizzazione della Sicilia e la distruzione del suo tessuto sociale ed economico, grazie anche ai “signori della guerra” con la bandiera a stelle e strisce che per militarizzare la Sicilia anche con armi nucleari hanno avvallato la violazione del Trattato di Parigi che impone, ancora oggi, la smilitarizzazione dell’Isola.
Dal 1957 in poi, grazie anche ad una incredibile azione di attentato alla Carta Costituzionale messa in atto dalla politica nazionale con la “lunga manu” dei giudici costituzionali che hanno di fatto, avocandone le prerogative, cancellato gli art 24, 25 e 26 dello Statuto “pre repubblicano” – ovvero, l’Alta Corte paritetica Italia / Sicilia, l’Italia repubblicana ha cominciato a rendere palese il suo progetto di distruzione della Sicilia.
I Basci buzuk siculi rimangono zitti e vassalli di Roma e continuano ad aiutare il “nemico italico”.
E’ di pochi giorni fa un passo verso la distruzione dell’Isola con la legge tanto decantata dal governo di Renzi, ovvero, il Decreto Legge n.83 31/05/2014, convertito in Legge 29/07/2014 n.106) che, per effetto di norme “residuali” statutarie benevolmente lasciate ancora vigenti da stato e Basci Buzuk, non si applica in Sicilia.
Si dirà, la Sicilia ha legislazione autonoma … ma il vero motivo è evitare che in Sicilia giungano i finanziamenti previsti dalla legge per i musei italiani.
La Sicilia è stata “boicottata” anche perché non ha nulla da poter recepire con una propria norma.
E come ciliegina sulla torta, ecco che l’INPS, uno dei poteri italiani, non riconosce e non trasferisce al Fondo Pensioni della Regione Siciliana, i versamenti a suo tempo effettuati dai dipendenti statali transitati alle dipendenze della regione.
Secondo l’INPS, il Fondo Pensioni della Regione non è un ente pensionistico (e i tanti fondi privati ??) e quindi “nein”. I soldi rimangono nelle casse italiche e la Regione si arrangi con tagli e nuove tasse.
E che dire del fatto che la Sicilia, di fatto colonizzata e tenuta sotto controllo da “vicerè” romani chiamati “prefetti”, figure assolutamente incostituzionali in Sicilia, nel silenzio dei tanti politicanti nostrani che come tanti gattopardi costringono i siciliani, che hanno le loro brave colpe, a vivere come ai tempi dei feudi.
Michele Santoro