Incredibile ma vero. L’Italia praticamente esce dal Tribunale del Mare con le ossa rotte in quanto alla fine non ha deciso un bel niente rimandando tutto ad un procedimento presso la Corte Penale Internazionale dell’Aja, eppure, Gentiloni è soddisfatto.
Il tribunale ha imposto di sospendere ogni iniziativa per non compromettere il procedimento che si andrà ad instaurare ma di fatto ha respinto le richieste italiane.
Girone rimane in India e probabilmente se non intervengono fatti politici di rilievo, improbabili con questa qualità di politici italici, vi rimarrà almeno per due-tre anni, mentre Latorre rimane in Italia certamente non contento di vedere il suo collega costretto a rimanere in India.
Tutto ciò è il risultato di una politica arraffazzonata e sconclusionata che ha incardinato la questione in modo quasi irreversibile a danno dei due sottufficiali ,per incapacità e madornali errori , che hanno comportato “solo” spese per cinque milioni di dollari in spese legali e costosi viaggi per improbabili mediatori.
Se avessimo avuto un governo degno di questo nome è probabile che il problema sarebbe stato risolto con reciproca soddisfazione.
Invece, invece niente di tutto ciò, e ora alle calende greche la soluzione.
Certo, se i capi di stato maggiore della Difesa, Esercito, Marina e Aeronautica si dimettessero per protesta, bhè, forse a qualcuno a Palazzo Chigi, al Senato e alla Camera, la sedia scotterebbe un po’.
Ma vuoi per due marò, che poi marò non sono ma sottufficiali di Marina ?