La teoria di un ritorno alle origini tanto per dar ragione a Gian Battista Vico ed ai suoi maledetti corsi e ricorsi. Analisi storico – culturale religiosa dedicata a chi, dopo Irak e Libia diabolicamente perseverano continuano a giocare a “Monopoli” del terrore.
In premessa, vanno ricordati alcuni episodi accaduti di recente nel mondo, che purtroppo ci avvolge, impongono una qualche riflessione e considerazione in quanto come successo a Parigi lo scorso 7 gennaio anche gli uomini liberi ne vengono coinvolti.
Questo scritto, pertanto, e’ dedicato a quei cittadini francesi ed ai poliziotti assassinati perché credevano e propugnavano i valori che noi tutti difendiamo e sempre difenderemo:
– la libertà di espressione,
– la libertà di coscienza,
– la libertà in generale.
I giornalisti di Charlie Hebdo possiamo affermare che siano morti per gli ideali suddetti e, anche se a lungo minacciati, hanno continuato il loro percorso di uomini liberi. Dire che “la barbarie non passerà” non è più sufficiente, dobbiamo anche far valere e difendere i nostri principi e tradizioni ed è essenziale focalizzare sempre più il nostro impegno collettivo contro tutti i fanatismi, i dogmatismi e i fondamentalismi.
Da qui, si rende necessario un pizzico di storia …
Secondo la versione tramandataci dal ramo sunnita dell’Islam (SUNNA in arabo vuol dire regola, tradizione), sul letto di morte, l’ 8 giugno 632, Maometto ha nominato Abu Bakr, caro amico, discepolo e padre della moglie preferita Aisha, come califfo, (in arabo califfo vuol dire successore). Secondo il ramo sciita dell’Islam (SHI’A in arabo vuol dire partito, fazione) il successore avrebbe dovuto essere il parente maschio più vicino a Maometto, Ali, cugino e marito di sua figlia Fatima, pertanto il ramo sciita considera Abu Bakr un usurpatore.
Appena due anni dopo Abu Bakr morì e fu scelto un altro discepolo di Maometto. Omar, che dopo 10 anni di regno venne assassinato, ma in punto di morte -conscio dei problemi di successione- creò la SHURA (che noi chiameremmo CONSULTORIO, CONSIGLIO DEI SAGGI). Morto Omar fu scelto come califfo Othman, anch’egli assassinato. Così dopo un’attesa di 24 anni nel 656 Ali venne scelto come il quarto califfo.
La tribù degli Omayyadi di Othman, che non aveva alcun diritto legittimo al califfato, si oppose ad Ali e, convinta che Ali avesse fatto assassinare Othman, nominò un anti-califfo. Dopo CHE anche Ali VENNE assassinato, il capo selle forze Omayydi, Muawiyya, senza convocare la Shura, si proclamò Califfo.
Non tutti i musulmani accettano questi fatti ed i seguaci di Ali, guidati dal figlio Hussein, formarono un partito. Ed e’ questa ancora oggi la grande frattura del mondo islamico diviso in Sunniti, seguaci della regola Sunna, e Sciiti seguaci di una fazione e/o partito Shi’a.
Nel 680, nei pressi di Karbala in Iraq, l’esercito omayyade di Muawiyya attacco’ e massacrò le forze guidate da Hussein, che venne trucidato con tutta la sua famiglia (da questo episodio prese corpo ed e’ tutt’oggi fortissima l’ispirazione al martirio degli Shiit).
Questo pizzico di storia era necessario poiché incredibilmente, questi anni di guerre intestine, omicidi e assassinii sono considerati dai musulmani gli “ANNI D’ORO DELL’ISLAM” e questa è una visione che dobbiamo tenere a mente per comprendere sia gli avvenimenti di oggi, sia la differenza tra il concetto musulmano di Islam, in arabo sottomissione, abbandono, consegna totale [di sé a Dio], e il concetto occidentale attenuato dai principi di libertà ispirati dalla Rivoluzione Francese.
Dal passato, al presente ….
Lo scontro tra sunniti e sciiti ha visto fino ad oggi l’Occidente come un testimone assente e distratto, schierato sì qualche volta con gli uni o con gli altri ma per meri motivi di interesse (due esempi per tutti; abbiamo appoggiato lo Scia, per poi passare a sostenere Saddam Hussein nella sua guerra contro l’Iran). All’inizio del nuovo millennio un attacco terroristico di dimensioni impensabili (oltre 3000 vittime) ha prodotto un brusco risveglio ricordandoci che quel mondo che avevamo sperato restasse per sempre impigliato nelle proprie diatribe era diventato un pericolo mortale.
Dobbiamo ammettere che la reazione dell’occidente non e’ stata adeguata. Da quel settembre del 2001, all’attentato di Parigi, i paesi occidentali sono stati impegnati ad appoggiare e partecipare a politiche incondivisibili di aggressione a stati sovrani (come Iraq e Libia) in cui abbiamo alterato equilibri certamente inaccettabili dal punto di vista della democrazia, ma senza produrre le premesse efficaci a costruire alternative per la nostra sicurezza. Le nostre faide politiche interne hanno impedito di restare più a lungo in quei luoghi e il processo democratico avviato e’ stato immediatamente sopraffatto dalle tradizioni tribali e di fazione. Ora, come dicevo in premessa, dire “la barbarie non passerà” non e’ più sufficiente, oggi li dove abbiamo fallito si sono create situazioni di pericolo per noi di cui i fatti di Parigi sono solo la punta dell’Iceberg. La nascita dello Stato Islamico di Iraq e del Levante (ISIL), Al Qaeda nella Penisola Araba(AQPA), Boko Aram, Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM), sono solo l’inizio dell’elenco delle organizzazioni islamiche radicali nate sulle ceneri della incapacità occidentale a restare uniti, e che hanno come obiettivo dichiarato la conquista dell’Occidente. Sembra come se dopo le sconfitte di Lepanto e Vienna la macchina offensiva islamica sia andata in letargo ed ora si stia risvegliando pian piano in quello che io chiamo Ecumene Islamico.
Giusto per darvi un’idea delle forze in campo vi riporto i dati della comunità intelligence statunitense riferiti solo alle forze del ISIL, stimate tra 9.000/18.000 combattenti. Il gruppo islamico però può anche attingere a migliaia di altri estremisti, la cui lealtà non è così intensa, per arrivare a schierare fino a 31.000 combattenti. Moltiplicate questo numero per tutti i paesi del Vicino e Medio Oriente, il Nord Africa e….. L’Europa! si perché con i molti milioni di musulmani ormai insediati in Italia, Germania, Francia, Inghilterra e le comunità stanziali dei Balcani, anche noi siamo entrati nell’Ecumene Islamico.
Tutti questi movimenti si ispirano agli Anni d’Oro dell’ Islam, cioè affermano e praticano radicalmente quelle che erano i dettami della loro religione nel 600 dopo Cristo, cioè circa mille e cento anni prima della Rivoluzione Francese. Va da sé che questo ritorno alle origini, che ha affossato anche quella flebile speranza di rinnovamento che va sotto il nome di Primavera Araba, non può che comportare la ripresa della guerra di conquista nei confronti non solo dell’ Europa, ma di tutti gli spazi territoriali, politici e religiosi che non sono ancora soggetti all’ Islam. D’altronde il profeta Maometto ha enunciato nel Corano (il profeta era analfabeta e il Corano gli sarebbe stato rivelato in arabo dal Arcangelo Gabriele ed da lui assimilato per virtù divina), Maometto dicevo ha affermato che il mondo e’ diviso in DAR AL ISLAM e DAR AL HARB.
Vi leggo la definizione data a questi due termini dal dizionario di Storia Treccani: “DAR AL-ISLAM (casa dell’islam) lo spazio territoriale e politico soggetto alla legge islamica e abitato dalla UMMA (comunità) dei credenti, entro il quale è vietato condurre guerre, opposto a DAR AL-HARB (casa della guerra), ossia il territorio extraislamico nel quale è lecito e doveroso condurre il Minore Jihad”. Qui si impone una piccola parentesi per spiegare cosa significhi questa parola Jihad per i seguaci del Corano (in arabo “lettura”).
Il Jihad Maggiore e’ letteralmente lo “sforzo” o “impegno [del singolo] sulla Strada di Dio”. Cioè lo sforzo contro le forze negative del proprio corpo e del proprio spirito necessario per sperare di vedere nell’Aldilà il volto di Allah. Il Jihad Minore, così come viene contemplato dalla Legge Islamica (Sharia) prevede che se un’offesa o un’aggressione e’ portata dalla Dar al HArb alla Dar al Islam, l’impegno a pugnare incombe su tutta la Comunità (Umma); mentre se si vuole espandere i confini fisici e spirituali della Casa dell’Islam, l’impegno compete solo ai volontari espressi dalla comunità. Nel primo caso si parla allora di obbligo individuale, nel secondo invece di obbligo collettivo.
A questo punto credo di aver chiarito a tutti il perché delle insistenti dichiarazioni negli anni di tutti i leader islamici (politici e religiosi) che hanno sempre accusano l’Occidente di “aggredire” il mondo musulmano. Infatti con questo escamotage viene sollecitato il dovere che tutta la comunità dei credenti (UMMA) ha a condurre la Jihad Minore. Si comprendono così meglio le parole pronunciate dal terrorista Amedy Coulibaly entrato nel supermercato kosher di Parigi, che in un filmato (vedi link a fondo pagina) apparso su internet dopo la sua eliminazione, ha affermato che il suo gesto e il massacro dei giornalisti di Charlie Hebdo sono la riposta agli attacchi a ISIL. E’ chiaro quindi che non possiamo più pensare solo in termini concettuali: “la barbarie non passerà”, ma dobbiamo convincerci che il pericolo non può solo venire dall’esterno, come accadde l’ 11 settembre, ma che il pericolo e’ tra noi e dobbiamo non solo trarre forza dai nostri principi di Uomini Liberi, ma abbiamo anche l’obbligo di guardare al mondo e prendere esempio da quanto e’ stato fatto negli Stati Uniti, dove nessuno dei media americani ha pubblicato o ripreso vignette irriverenti verso Maometto o l’Islam. Dobbiamo anche impegnarci perché vengano promosse, in primis da noi stessi, tutta una serie di misure in grado di agevolare l’integrazione degli emigrati aprendo magari anche le porte delle nostre case. Da ultimo sarà opportuno informarsi a fondo sui principi fondanti di quelle religioni suscettibili di generare terrorismo e concentrare gli sforzi per mettere a punto misure idonee di difesa. Infatti i francesi ammettono che il reclutamento jihadista è in crescita (dai 555 del gennaio 2014 ai 1260 del gennaio 2015) e la Francia ha già stanziato circa 700 milioni di euro in tre anni per realizzare le misure più urgenti: circa 3000 nuove assunzioni tra forze dell’ordine e Servizi di Intelligence, per controllare soggetti sospetti; aumento dei cappellani delle carceri, in maniera da curare meglio i detenuti dal punto di vista spirituale; ma sopratutto ha creato una commissione Transpartisan Che entro sei settimane definisca le modalità e la pena per coloro che si macchieranno di ” INDEGNITÀ NAZIONALE” , ossia che potrebbero essere dichiarati decaduti dalla nazionalità.
«Combattete coloro che non credono in Allah e nell’Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati.» (Corano 9,29)
E questo il passo del Corano che ispira le azioni di ISIL in Siria e Irak (ndr. la gente della Scrittura sono gli Ebrei ed i Cristiani, per gli atei, politeisti, Yazidi, ecc. non c’e’ scampo ma solo la morte)
La verità scomoda per l’Occidente …
Quanto detto fin qui vuole essere un modesto contributo alla ricerca del bandolo della matassa che, 25 anni dopo Huntington ed il suo “Scontro di civilta’”, inquina sempre piu’ il rapporto tra Occidente (nei suoi vari segmenti edonistici, tecnologici e mercantili) ed il resto del Mondo, in primis l’Islam della frustrazione e della disperazione, piu’ o meno manipolato e pilotato (vedi petromonarchie, rigurgiti postcoloniali franco-britannici, assenza dell’Europa in quanto entita’ politica e di sicurezza e cronici zig-zag americani sull’ onda delle campagne presidenziali e di un Congresso erratico e volatile (come i prezzi del petrolio o le….valute), sotto l’influenza di lobbies e “think tanks”!
Necessario il richiamo alle piuttosto torbide vicende del VII secolo nella penisola arabica (cui, non a caso, ISIL e vari franchising territoriali del “brand” al Qaeda si richiamano). Doveroso qui, però, ricordare il fatto che la politicizzazione dell’Islam e’ stata una trovata di Londra e Parigi (imitate da Washington negli anni ’50 e ’60), all’indomani della spartizione dell’Impero ottomano nel 1919 (vedi gli odierni malumori e le manovre di Erdogan…), per contrastare i movimenti nazionalisti e laici, da Nasser, al FLN algerino, fino ai Baath siriano e iracheno, che tentavano di introdurre anche nel mondo arabo la modernizzazione autoritaria realizzata da Ataturk in Turchia e da Pahlevi padre in Iran negli anni ’20.
Abbiamo anche cavalcato, appoggiato e finanziato, l’Islam politico, patrocinato in campo sunnita dall’Arabia Saudita in aspra competizione da 35 anni con quello sciita e “nazionale” promosso dall’ Iran (e nelle propaggini irakene, siriane, libanesi e yemenite), rivelatosi come un efficace antidoto all’espansionismo ideologico e strategico dell’Unione Sovietica (vedi Afganistan degli anni ’80 con i suoi guerrieri “di andata e ritorno” presenti piu’ tardi in Bosnia, Algeria, Cecenia).
Il XXI secolo, iniziato l’11 settembre, appare ormai caotico e fuori controllo. Mentre gli Stati Uniti possono chiudersi nella “Fortezza America”, l’Europa e’ un vaso di coccio con gravi incombenti pericoli e debolezze. Per di piu’ l’Unione Europea ha anche sacrificato sull’assurdo altare dell’Ucraina la prospettiva eurasiatica che poteva trovare nella Russia (…erede di Bisanzio) tradizionalmente islamofoba l’unica sponda strategica e di sicurezza. Errore ancora piu’drammatico di quello commesso regalando la Libia al caos nel 2011! In entrambi i casi – Primavere arabe e Rivoluzioni colorate – ritroviamo il miraggio dell’esportazione della “democrazia”, caro a tanti politici ed influenti businessman statunitensi.
Dopo l’Irak e la Libia….”errare humanum, perseverare diabolicum”.
Charlie-charlie
Dedicato a mia figlia Elisabetta