Tredici anni fa iniziò la più logorante ed inutile campagna di guerra che gli USA, portandosi dietro storici alleati post Seconda Guerra mondiale, hanno intrapreso dopo la disfatta del Vietnam che evidentemente nulla ha insegnato ai governanti statunitensi e ai governi europei.
Le conseguenze dell’intervento militare in Afghanistan sono disastrose come era stato ampiamente previsto da chi non aveva la solita fetta di prosciutto davanti agli occhi.
La politica americana avventurista, si è trincerata dietro il paravento della lotta al terrore per nascondere fini meno nobili e molto più materiali quali la posizione di preminenza geopolitica nei confronti dell’ex Unione Sovietica, e per potersi mettere in prima fila per lo sfruttamento delle risorse energetiche delle aree cadute sotto la sua influenza, ha prodotto un aggravamento della situazione perché Al-Qaida, contro cui gli USA dicevano di voler combattere mettendo nel conto oltre 20 mila morti innocenti in Afghanistan, si è propagata su tutto il Medio Oriente e messo profonde radici in Africa.
La guerra in Iraq ha causato oltre un milione di morti civili e la completa distruzione dell’apparato statale ed è ora una terra senza pace dove giornalmente la gente muore sotto le bombe di fazioni islamiche e guerriglieri di Al-Qaida che si contrappongono. Giusto ieri 60 morti, e non saranno gli ultimi.
Ma Al-Qaida è ormai radicata in Siria, in Libano, nella stessa striscia di Gaza, e poi in Yemen, in Mali, in Nigeria, in Somalia, in Libia, liberata da Ghadafi e consegnata al terrore.
Con la morte di Bin Laden, forse il più grande stratega militare che la storia ricordi, avvenuta in circostanze ancora non del tutto chiarite ufficialmente, gli Usa e l’Occidente hanno dato vita alla galassia incontrollata ed incontrollabile di gruppi jihadisti che si è man mano allargata in vaste aree del globo e lo stesso gruppo jihadista che ha creato l’entità ISIS, acronimo di Stato (o stati) islamico di Iraq e Siria, che è presente nelle zone di confine tra Iraq e Siria, ha enormemente allargato la sua sfera di influenza nelle aree sunnite dell’Iraq e non solo.
Hanno cioè portato a compimento il piano di Bin Laden di conquistare vaste aree di fede mussulmana così da far attecchire il seme dell’odio verso l’occidente e gli USA.
In poche parole, la risposta americana e dell’Occidente all’11 Settembre 2001, è stata la causa principale del fallimento della politica estera americana e ha di fatto realizzato il piano di espansione che Bin Laden aveva in mente e che probabilmente non avrebbe mai potuto realizzazione senza la guerra scatenata dagli USA.
Insomma, oltre i milioni di morti civili tra Iraq, Afghanistan e altre paesi dove si combatte dietro le quinte e con il silenzio colluso dei media, gli USA possono solo vantarsi di aver fallito su tutti i fronti e perso ogni credibilità internazionale, e con gli USA, quegli stati che per accondiscendenza servile, hanno seguito gli americani in questa ed altre avventure militari spacciate in occidente per “missioni umanitarie” e lotta al terrorismo.
Più che un Vietnam, tanti Vietnam. Ma questa volta gli sconfitti non sono solo gli USA, gli sconfitti sono anche tutti quei paesi che fanno parte del Patto Atlantico che in violazione al diritto internazionale hanno proditoriamente attaccato ed invaso uno stato sovrano.
Michele Santoro