venerdì, Settembre 20, 2024
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Abusivismo edilizio costiero. Tante parole ma fatti …

Il Procuratore Generale della Procura di Marsala, Alberto Di Pisa, intervenuto alla conferenza stampa organizzata dalla sezione Marsala-Petrosino di Legambiente al centro polivalente di Petrosino, sul delicato problema  Demanio Maritttimo, ha affermato che “… in un settore particolarmente travagliato quale quello dell’edilizia residenziale abusiva, largamente diffuso nei territori dei Comuni ricompresi nella giurisdizione del Circondario della Procura della Repubblica di Marsala, appare opportuna ed indifferibile la fissazione di regole e procedure certe che, in ossequio alle disposizioni del D.P.R. n. 380/01 e per la fase esecutiva delle demolizioni ordinate con sentenze passate in giudicato che la Procura è tenuta per legge ad attivare, abbiano come obiettivo primario l’applicazione di modalità operative congiunte e preventivamente concordate da parte di tutti gli organismi interessati. Non ci sono passi indietro, anzi aumentano i controlli, soprattutto nei confronti delle amministrazioni comunali che devono dare seguito alle sentenze passate in giudicato per le demolizioni. “
Secondo una stima in difetto, nel solo comprensorio di Marsala l’abusivismo edilizio costiero ha raggiunto un numero elevatissimo, oltre 4.000 case abusive “note”  e “non note”, la maggior parte di queste entro la fascia protetta dei 150 dalla battigia.
Tra le note, cioè quegli abusi insanabili un buon 50% del totale delle richieste sembra siano corredate da dichiarazioni mendaci.
In pratica è stata dichiarata esistente la struttura prima del 1978 quando invece nell’area in cui oggi esiste il manufatto, visionando le aerofotogrammetrie acquisite dalla Regione Siciliana, non risultava alcuna struttura.
E’ sembrato di capire che quelle poche case demolite, sono circa 20 sul totale, siano di quei proprietari che hanno commesso abusi e chiesto la sanatoria, sapendo di non poterla comunque ottenere, che non hanno però fatto dichiarazioni mendaci.
Incredibile, ma vero, l’Amministrazione comunale di Marsala non si è mai opposta, ai ricorsi presentati al TAR dagli abusivi.
Una situazione assurda che appare come un invito all’abusivismo, anche se il funzionario ci ha riferito che il TAR spesso emette sentenze contrarie alle richieste dei ricorrenti. E noi correttamente riportiamo.
Secondo quanto dichiarato dal Procuratore Di Pisa, “non esistono indirizzi di tutela attiva per contrastare trasformazione suoli costiero”. Come non esiste una banca dati sugli abusi. E ci sono ritardi nel circondario del tribunale di Marsala, ma anche in tutta la Sicilia, sull’acquisizione al patrimonio comunale degli immobili abusivi. “
Ritardi ce ne sono stati e continuano ad esserci molto probabilmente perché l’abusivismo costiero riguarda anche notabili marsalesi e persone appartenenti a  tutti i settori della vita pubblica, politici e personale dipendente del Comune.
La legge è chiara, basterebbe semplicemente applicarla e farla rispettare.
Nel Dicembre 2011, abbiamo “scoperto” che gli abusi sulla costa entro la fascia protetta sono oltre 3.500 e molti di questi risultano “sanati” malgrado “insanabili” perché costruite con certezza di fatti documentali quali le aerofotogrammetrie ufficiali della Regione Siciliana, oltre un anno dopo l’entrate in vigore della legge di tutela delle coste.
Va da se che se sono state “sanate” qualche cosa di anomalo deve pur esserci stato, e queste non possono che essere le certificazioni … ovviamente mendaci, come è risultato in quei pochi casi verificati dagli uffici comunali che dopo la nostra inchiesta del 2011.
Da dicembre ad oggi, malgrado l’input del Procuratore di Marsala, Di Pisa, intervenuto subito dopo la nostra inchiesta, dal “Palazzo” l’unica cosa che si può sentire  è un assordante silenzio.
Di Pisa afferma che “E’ comprensibile che gli abbattimenti vadano a rilento per i costi elevati per un Comune, che poi dovrà recuperare le somme da chi ha commesso l’abuso, ma non si capisce perché ci siano intoppi nell’acquisizione dell’immobile al patrimonio comunale. E’ accaduto solo 7 volte li scorso anno”.
Vero, ma il Comune di Marsala ha mai avviato le pratiche per recuperare gli importi anticipati per le demolizioni. Come potrà mai recuperarli, anche con decreti ingiuntivi, se non si attiva la pratica di recupero ?  Una verifica in tal senso pensiamo possa chiarire molte cose.
Perché non si acquisiscono gli immobili al patrimonio comunale ?
La risposta potrebbe venire dal fatto che il personale preposto è sottodimensionato rispetto alle esigenze.
Abbiamo sempre riferito che “quadrare” il cerchio ed inventariare tutti gli abusi lungo la costa non è un lavoro che impegna più di due o tre mesi. Basta un team di 4 persone e attraverso le mappe aerofotogrammetriche e il riscontro visivo a settori o quadrati, in poco più di 90 giorni l’Amministrazione avrebbe una mappatura completa ed aggiornata.
Perché mai non si è mai fatto ?
Da qui un altro problema, cioè il fatto che un buon 40% del totale degli abusivi appaiono “sconosciuti” all’Amministrazione perché non hanno mai presentato documentazione di sanatoria.
Di Pisa continua “..Ci sono ritardi culturali che alimentano comportamento omertoso. E le sanzioni dell’ordinamento penale sono inefficaci. L’Ufficio esecuzioni della procura ha dato al settore territorio ambiente del Comune di Marsala un elenco 200 case abusive da abbattere. Su un totale di 800 immobili abusivi accertati. Chi ha costruito senza licenza non ha più possibile ricorso, ora è compito del comune provvedere all’ appalto”.
Può essere che questi ritardi siano derivati dal fatto che nell’abusivismo costiero sono coinvolti notabili marsalesi e quasi tutti i settori della vita pubblica ?
C’è un altro aspetto che sembra essere sempre dimenticato. E cioè, l’abusivismo non edilizio non abitativo entro il limite di 150 metri dalla battigia.
Quante attività commerciali, industriali ed altro sono presenti entro la fascia protetta ? Se realizzate dopo il 1978 come sembra in alcuni casi, come mai nessuno fin qui è mai intervenuto per verificare le documentazioni ?
Chi doveva vigilare in questo specifico campo ?

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