venerdì, Settembre 20, 2024
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Carburanti. La truffa italica per la casta monarchica politica

Tra le tante beffe, leggasi truffe, dei governi italiani benevolmente aiutati dai presidenti della repubblica negli ultimi decenni, la truffa del costo del carburante in Italia è quella che fa più male e che allo stesso tempo fa capire come questa oligarchia politica assurta ormai a vera e propria monarchia dei partiti, agisce in spregio alla tutela del bene comune per mantenere intatti i loro benefici e il loro potere concedendo favori e prebende ad una lunga serie di lobbies a cominciare dalla lobby del petrolio, per passare alla finanza, all’industria, ai sindacati, alle fondazioni, alle associazioni di volontariato, etc. etc.
Governi e presidenti della repubblica che dal petrolio e dalle tasse incassano quanto loro necessario per mantenere ben alimentato il sistema italico, feudale e truffaldino. che ha nel petrolio, nei video giochi e  nelle banche,  la sua linfa primaria.
È ancora fresca la truffa sull’evasione di 93 miliardi euro del circuito dei videogiochi a cui i governi italiani hanno concesso uno sconto pari al 95% …., mentre Letta & C., con Alfano che dice di essere il difensore dei cittadini vessati dalle tasse, aumenta il carico fiscale con giochi di prestigio tipici della indecente casta feudale .
Da una parte concede uno sconto che si riprende inventandosi nuove gabelle ce raddoppiano il peso della tassa apparentemente eliminata.
E poi, il petrolio, l’oro nero.  La mammella da cui la politica succhia non il latte per mantenersi in vita, ma il sangue degli italiani incuranti del fatto che hanno portato l’Italia al disastro socio economico e culturale ed all’accettazione dell’illecito come normalità.
Nel 2008) le imposte sulla benzina costituivano il 55,95% del prezzo alla pompa, mentre il rimante 44,05% è formato dal costo del prodotto e dai margini di profitto (prezzo industriale).
Il costo del petrolio era di 147,27 il barile e il prezzo  alla pompa era, per la benzina,  di 1,396 (fonte:Ministero dello Sviluppo Economico)
Il costo alla pompa include le tasse (accise) “temporanee” per eventi bellici durante il fascismo e altre per catastrofi e problemi internazionali:

  • 0,001 euro per la guerra di Abissinia del 1935;
  • 0,007 euro per la crisi di Suez del 1956;
  • 0,005 euro per il disastro del Vajont del 1963;
  • 0,005 euro per l’alluvione di Firenze del 1966;
  • 0,005 euro per il terremoto del Belice del 1968;
  • 0,051 euro per il terremoto del Friuli del 1976;
  • 0,039 euro per il terremoto dell’Irpinia del 1980;
  • 0,106 euro per la missione in Libano del 1983;
  • 0,011 euro per la missione in Bosnia del 1996;
  • 0,020 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
  • da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;

0,040 euro per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011
(fonte: Ministero dello Sviluppo Economico)
Ma sul petrolio lo stato è generoso e quindi dal  2012 sono state introdotte addizionali regionali sulle accise e già in  6 regioni (Piemonte, Liguria, Toscana, Marche, Umbria e Lazio), sono applicate.
Non dimentichiamo l’Iva, ora al 22%, che fa arrivare a quasi il 60% il peso fiscale su un litro di benzina.
Ma  paradossalmente, mentre nel 2008 la benzina era a 1,396 euro per litro con il petrolio ad oltre 147 euro barile, oggi che il petrolio è acquistato dai petrolieri a 97 euro il barile, la benzina costa alla pompa 1,80, circa 45 centesimi in più del 2008 mentre dovrebbe costare almeno il 30% in meno del 2008, ovvero,  1.150% euro litro.
E in Sicilia, dove si raffina oltre il 60% del petrolio importato ed estratto in Sicilia …. il costo alla pompa è mediamente superiore di 5/10 centesimi litro rispetto alle regione insulari.
Misteri ? No semplice truffa governativa.

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