domenica, Novembre 24, 2024
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Scomposte (e contraddittorie) reazioni palestinesi alla campagna d’Israele sui profughi ebrei. Toccato un nervo scoperto ?

campo ebreiHamas ha violentemente attaccato, sabato scorso, l’appello fatto da Israele perché vengano infine riconosciute le sofferenze e le traversie dagli ebrei profughi dai paesi arabi, e le loro rivendicazioni in fatto di indennizzi materiali, allo stesso modo di come viene universalmente riconosciuta la condizione dei profughi palestinesi.
Venerdì scorso, nella sede delle Nazioni Unite a New York, alla presenza di diplomatici, attivisti e giornalisti – e nonostante i tentativi da parte della Lega Araba di farlo annullare all’ultimo minuto – si è svolto per la prima volta un convegno internazionale intitolato “La storia non raccontata sul Medio Oriente”, dedicato alla questione dei profughi ebrei dai paesi arabi e musulmani. Il dibattito è stato trasmesso in diretta sul canale delle Nazioni Unite (si veda, in inglese: http://www.mfa.gov.il/MFA/Foreign+Relations/Israel+and+the+UN/Speeches+-+statements/Untold_story_Middle_East_21-Sep-2012.htm ).
All’indomani del convegno il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha dichiarato – stando a quanto riferito domenica dall’agenzia di stampa palestinese Ma’an – che “quegli ebrei non erano dei profughi, come sostengono, bensì dei criminali”. Ed ha aggiunto: “Essi furono responsabili della dislocazione del popolo palestinese, dopo che erano segretamente immigrati dai paesi arabi in Palestina prima di espellere i palestinesi dalle loro terre per costruire uno stato ebraico a loro spese”. A nome di Hamas, Zuhri ha ribadito che i profughi ebrei dalle terre arabe sarebbero colpevoli d’aver “trasformato il popolo palestinese in profughi”. A proposito del convegno alle Nazioni Unite, Zuhri ha affermato: “Hamas vede in questo convegno una mossa pericolosa senza precedenti, volta a falsificare la storia”.
Altre voci ostili al convegno hanno accusato la tempistica dell’iniziativa, lanciata in prossimità della riunione dell’Assemblea Generale dell’Onu, di non essere casuale.
Esponenti politici palestinesi come Hanan Ashrawi hanno sostenuto che gli ebrei dai paesi arabi non erano profughi, accusando in ogni caso Israele di usare le loro rivendicazioni per “controbilanciare” quelle dei profughi palestinesi. “Se Israele è la loro patria – ha scritto Hanan Ashrawi – allora non erano profughi: erano degli emigranti che rimpatriavano, o volontariamente o per una decisione politica. Gli ebrei arabi facevano parte della regione araba, ma iniziarono a migrare in Israele dopo la sua fondazione sulla base di un piano preordinato dell’Agenzia Ebraica”. La Ashrawi ha effettivamente ammesso che (testuale) “all’epoca alcuni paesi arabi erano governati da regini tirannici”, ma per sostenere subito dopo che “tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro religione, ne pativano le conseguenze”. (Per una risposta ad Hanan Ashrawi, si veda: http://www.israele.net/articolo,3544.htm )
Diversa la reazione del negoziatore dell’Olp Saeb Erekat il quale, sostenendo che non vi è alcun nesso fra i profughi palestinesi e gli israeliani le cui famiglie provengono dai paesi arabi, ha dichiarato di sostenere il loro diritto a ritornare nei paesi arabi. “Noi non siamo contrari al fatto che qualunque ebreo possa tornare in Marocco, in Iraq, in Libia, in Egitto o altrove – ha dichiarato Erekat – Penso che nessuno stato arabo respingerebbe il diritto degli ebrei a tornare nelle loro terre di origine”.
La campagna lanciata da Israele per una maggiore consapevolezza del problema è stata presentata al convegno di venerdì scorso a New York dal vice ambasciatore degli esteri Danny Ayalon, dal rappresentante di Israele all’Onu, Ron Prosor, e dal presidente del Congresso Mondiale Ebraico, Ronald Lauder. La vicenda dei cittadini ebrei che abbandonarono, dovettero fuggire o furono espulsi dai paesi a maggioranza araba mentre si accendeva il conflitto arabo-israeliano è stata a lungo trascurata: un fatto riconosciuto da Ayalon nel suo intervento. In ogni caso, politici e attivisti ebrei intervenuti alla manifestazione hanno concordemente affermato che i diritti dei profughi palestinesi e quelli dei profughi ebrei non si escludono a vicenda.
(Da: Jerusalem Post, 23.9.12)
Nella foto in alto: un campo a Bet Lid (1949) per profughi ebrei appena giunti in Israele da paesi arabi

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