domenica, Novembre 24, 2024
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Continua senza soste l'istigazione all'odio palestinese

orco ebreo(Herb Keinon) Gli Stati Unti non sono attualmente favorevoli a ripristinare la commissione congiunta, da tempo estinta, incaricata di monitorare l’istigazione all’odio. Lo ha lasciato intendere lo scorso 11 agosto il direttore generale del ministero israeliano per gli affari strategici, Yossi Kuperwasser.
Dopo un incontro col governo durante il quale ha illustrato ai ministri il più aggiornato “Indice dell’istigazione”, Kuperwasser ha detto ai giornalisti che sia Israele sia i palestinesi hanno espresso la loro disponibilità a ripristinare la commissione, pur aggiungendo “di non sperarci molto”. Una “terza parte”, che Kuperwasser non ha identificato ma che si tratta chiaramente degli americani, non sarebbe a suo dire interessata.

Fonti diplomatiche confermano che gli Stati Uniti non ritengono che, in questo momento, col processo diplomatico in stallo, possa essere costruttiva l’istituzione di una commissione incaricata di esaminare il tasso di istigazione all’odio.
Una commissione israelo-americano-palestinese sull’istigazione venne istituita nel 1988 sotto gli auspici di Washington. Il team israeliano era guidato dal compianto giornalista Uri Dan, stretto collaborare di Ariel Sharon. La parte palestinese da Marwan Kanafani, portavoce di Yasser Arafat. Sharon era all’epoca ministro degli esteri. La commissione si sciolse dopo circa un anno con ben pochi risultati da esibire, salvo ininterrotte controversie interne.
Il risultato finale, ha detto Kuperwasser, è che l’istigazione palestinese “va avanti senza sosta”, un fenomeno che egli ha definito “preoccupante e inquietante”. Kuperwasser ha sottolineato che l’Autorità Palestinese continua a veicolare a livello istituzionale tre messaggi principali: che i palestinesi saranno alla fine l’unico soggetto sovrano su tutta la terra dal fiume Giordano al mar Mediterraneo; che gli ebrei, soprattutto quelli che vivono in Israele, sono “la feccia del genere umano” e non veri e propri esseri umani; e che tutti i mezzi sono leciti nella lotta contro Israele e gli ebrei, anche se il mezzo specifico usato in ogni dato momento dipende dall’analisi costi/benefici.
Kuperwasser ha fornito ai ministri un’abbondante serie di esempi di istigazione palestinese tratti – grazie a MEMRI e a Palestinian Media Watch – da televisione, giornali e testi scolastici dell’Autorità Palestinese.
Koby Michael, vice direttore generale del ministero per gli affari strategici, ha totalmente respinto l’idea che analoghi esempi di istigazione nei confronti dei palestinesi si possano trovare anche in mass-media o dichiarazioni di vari esponenti politici israeliani.
La differenza fondamentale, ha spiegato Michael, è che in Israele i casi di istigazione, comunque molto meno numerosi, non sono mai istituzionalizzati. Bisogna distinguere, ha detto Michael, tra l’istigazione istituzionale che esiste nell’Autorità Palestinese, e i casi di istigazione da parte di singoli individui in Israele. Allo stesso modo, c’è una sostanziale differenza fra l’istigazione creata e abbracciata dai mass-media, come avviene nell’Autorità Palestinese, e atti di istigazione semplicemente riportati (e stigmatizzati) dai mass-media, come accade in Israele.
Secondo Kuperwasser, l’istigazione ha creato “un ethos da conflitto” che incoraggia un’ininterrotta ostilità verso Israele. Dire che Gerusalemme est è la capitale della Palestina, spiega Kuperwasser a titolo di esempio, non è istigazione, ma lo è affermare che Israele perpetra una “pulizia etnica”.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu è intervenuto dicendo che vi sono “due cose importanti” nell’Indice dell’istigazione. La prima è che “l’Indice chiarisce e ci ricorda dove ci troviamo.
Di solito ci vogliono delle crisi per ricordarci in quale ambiente ci troviamo a vivere. L’Indice getta luce su questo aspetto e ci aiuta ad attrezzarci e a non commettere errori dovuti al non capire con chi abbiamo a che fare: chi avvia e chi collabora con queste orrende forme di istigazione. “La dirigenza palestinese – ha detto Netanyahu – sta lasciando in eredità questo odio alle nuove generazioni impedendo loro di instaurare un vero dialogo, col risultato che sono incapaci di adottare un linguaggio di pace”. In secondo luogo, ha detto Netanyahu, l’Indice mostra che le radici del conflitto stanno nel rifiuto dei palestinesi di riconoscere il diritto del popolo ebraico a una patria sovrana in Terra d’Israele.
E ha concluso: “Abbiamo visto qui cose orrende, compresa fra l’altro la descrizione degli ebrei come avvelenatori di pozzi, cose che gettano le basi per gesti feroci e spietati. Dobbiamo portare tutto questo all’attenzione della comunità internazionale, a maggior ragione in vista della prossima Assembla Generale delle Nazioni Unite”.
(Da: Jerusalem Post, 13.8.12)
Nella foto in alto: Particolare di un’“opera d’arte” presentata ed elogiata dalla tv dell’Autorità Palestinese. Il dipinto mostra un orco che infilza bambini sulla baionetta per divorarli uno a uno. In basso a destra, bambini morti sono accatastati per essere divorati, mentre due orchi-cuccioli partecipano al raccapricciante banchetto. I tre mostri indossano kippà ebraiche con la stella di Davide. Una stella di Davide compare anche sulla serratura dell’antro dell’orco. La presentatrice del programma dice che “l’artista Abd Al-Hai Msallam da tempo si occupa dei problemi della nazione palestinese”. L’artista, intervistato, spiega: “In questo dipinto si vede la gente, i bambini, e la crudeltà e la barbarie del nemico sionista”. (TV dell’Autorità Palestinese -Fatah, 13.7.12)
Si veda: http://palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=7174

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