Intervenendo martedì a Tehran in un convegno internazionale contro la droga sponsorizzato dall’Iran e dalle Nazioni Unite, il vice presidente iraniano Mohammad-Reza Rahimi ha tenuto un discorso violentemente e palesemente antisemita.
Stando a quanto riferisce il New York Times, che cita l’agenzia di stampa iraniana Fars, Rahimi ha affermato fra l’altro che il Talmud, uno dei testi centrali della cultura e della religione ebraica, è responsabile della diffusione delle droghe illegali in tutto il mondo e che insegna a “distruggere chiunque si opponga agli ebrei”.
Rahimi ha tracciato una sua distinzione fra gli ebrei che “onestamente seguono il profeta Mosè” e “i sionisti” che a suo dire sono “i maggiori protagonisti del traffico di droga internazionale” e che “promuovono la tossicodipendenza allo scopo di annientare le comunità non ebraiche”. Secondo il vice presidente iraniano, il Talmud insegna agli ebrei a ritenersi una razza superiore. “Pensano che Dio abbia creato il mondo affinché tutte le altre nazioni li possano servire”, ha affermato.
Il numero due del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha anche sfidato l’uditorio a dimostrare il contrario delle sue accuse, dichiarando che “la Repubblica Islamica d’Iran pagherà chiunque riuscirà a trovare un solo sionista tossicodipendente: non esistono e questa è la dimostrazione del loro coinvolgimento nel traffico della droga”.
Rahimi non si è fermato qui. Riferisce il New York Times che ha proseguito raccontando al pubblico di “ginecologi che uccidono i bambini neri su ordine dei sionisti”, e sostenendo che la rivoluzione bolscevica del 1917 venne avviata dagli ebrei e che “misteriosamente” nessun ebreo morì in quella insurrezione.
“Si è trattato sicuramente di uno dei peggiori discorsi che abbia mai sentito in vita mia – ha affermato un diplomatico europeo presente alla conferenza – la mia reazione istintiva è stata chiedermi come mai sosteniamo una qualsiasi forma di cooperazione con questa gente?”. Persino alcuni iraniani presenti alla conferenza si sono domandati, in privato, quale motivo avesse il loro governo per consentire un discorso del genere.
“Il fatto che dei rappresentanti delle Nazioni Unite e dell’Europa partecipino ancora a conferenze a Tehran dove vengono manifestati i più spregevoli sentimenti antisemiti – ha dichiarato mercoledì alla stampa il ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman – non fa che conferire legittimità al regime iraniano degli ayatollah, che rappresenta un pericolo per la pace del mondo intero. Il regime iraniano – ha continuato Lieberman – non è composto da malati di mente, ma da fanatici antisemiti con una dottrina strutturata, corredata di un preciso progetto globale che comprende il principio di base, che essi sono ben disposti ad esplicitare, di passare attraverso la distruzione di Israele. La comunità internazionale non ha ancora assimilato l’immenso pericolo rappresentato da questo regime per pace mondiale. Anche Hitler – ha concluso il ministro israeliano – diceva cose folli, ma poi mise in pratica davvero il suo programma.
Oggi la situazione è diversa: il sovrano Stato di Israele non permetterà che ad alcun ebreo venga fatto impunemente del male. Ma finché la comunità internazionale non si ravvede e il regime degli ayatollah non esce dalla scena, continueranno a incombere senza ostacoli una chiara minaccia alla pace del mondo e una precisa ricetta per la catastrofe”.