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Chi vuole l’escalation sulla frontiera fra Israele ed Egitto? I commenti della stampa israeliana

Aree colpite da razzi
Aree colpite da razzi

Scrivono AVI ISSACHAROFF e GILI COHEN su Ha’aretz: «Secondo ufficiali della sicurezza israeliana, i razzi che si sono abbattuti venerdì in un’area vicina a Ovda e a Mitzpeh Ramon sarebbero stati lanciati su richiesta di alti dirigenti della Fratellanza Musulmana egiziana. Secondo queste fonti, i razzi sono stati lanciati dalla penisola del Sinai da un commando di beduini locali su istruzione di Hamas. Anche se l’iniziativa dei lanci non è stata presa da Hamas, essa avrebbe dato corso a una richiesta della Fratellanza che voleva che un tale incidente si verificasse alla vigilia del secondo turno delle elezioni presidenziali egiziane. Non è del tutto chiaro come mai la Fratellanza abbia richiesto un’azione abbastanza inusuale, un attacco militare a freddo dal Sinai contro Israele, né si capisce se l’attacco fosse mirato a specifici obiettivi nell’area.
Finora i capi della Fratellanza Musulmana egiziana nei loro colloqui con la comunità internazionale hanno cercato di esibire una posizione relativamente moderata circa Israele, sottolineando di non avere intenzione di annullare (ma solo di “modificare”) gli accordi di pace fra i due paesi; una posizione ribadita dal loro candidato alla presidenza Mohamed Morsi.
Tuttavia, nel pieno della campagna elettorale, si sa che i comizianti della Fratellanza hanno utilizzato un linguaggio violentemente anti-israeliano. Ad esempio, a un raduno ai primi di maggio a El-Mahalla El-Kubra i capi della Fratellanza promettevano, alla presenza di Morsi che annuiva ostentatamente, che il loro obiettivo è quello di “liberare” Gerusalemme. L’oratore principale del raduno, Sifwat Hijazi, proclamava che Morsi avrebbe liberato Gerusalemme e che il sogno della Fratellanza è la creazione degli “Stati uniti arabi” con capitale Gerusalemme. “Possiamo vedere che il sogno che tutti condividiamo di un califfato islamico si sta avverando, ad Allah piacendo, per mezzo di Mohammed Morsi, dei suoi sostenitori, dei suoi fratelli, del suo partito politico – proclamava Hijazi – La nostra capitale non sarà né il Cairo, né la Mecca o Medina, ma Gerusalemme. Milioni di shahid (martiri) marceranno sulla città. Il mondo intero deve sapere, e noi lo affermiamo chiaramente, che la nostra meta è Gerusalemme: pregheremo a Gerusalemme oppure moriremo come martiri sulle sue rovine”. Quello stesso giorno un altro oratore proclamava che “domani Morsi libererà Gaza”, mentre un cantante intonava: “Gli ebrei non potranno dormire. Orsù, amanti dei martiri, voi siete tutti Hamas: impugnate le armi e preparatevi alla preghiera”.
I resti dei razzi Grad da 122 mm sono stati trovati venerdì nell’area di Ovda, a nord di Eilat, e nell’area di Mizpeh Ramon. Le forze di sicurezza s’erano messe alla ricerca dopo che erano state segnale le relative esplosioni. È la prima volta che dei razzi si abbattono in queste zone. Lo scorso aprile erano stati lanciati tre razzi Grad su Eilat. Anche allora non s’era avuta nessuna avvisaglia e il fatto che erano stati lanciati dalla penisola del Sinai era risultato chiaro solo dopo che ne erano stati rinvenuti i resti (d’altra parte si tratta di aree d’Israele non coperte dai sistemi di allarme e difesa rapida come “cupola di ferro”). Nell’agosto 2010, cinque razzi Grad lanciati dal territorio egiziano causarono la morte di un cittadino giordano. Nei mesi scorsi, ufficiali israeliani avevano ripetutamente espresso forte preoccupazione che la penisola del Sinai si trasformi di fatto in un vivaio di gruppi terroristi islamisti e venga usata da Hamas come una sorta di “retrobottega” per i suoi test. Il sanguinoso attentato terroristico lanciato dalla penisola del Sinai lo scorso agosto (8 morti) era stato promosso, secondo gli ufficiali israeliani, dai Comitati di Resistenza Popolare e attuato da estremisti islamisti.
Mohamed Morsi è considerato il candidato favorito alle elezioni presidenziali egiziane del 16-17 giugno. La Fratellanza Musulmana (senza contare gli islamisti salafiti di Al-Nur) controlla già il 49% dei seggi del parlamento egiziano (peraltro sciolto dalla giunta militare dopo una sentenza della Corte Costituzionale egiziana). Ma quand’anche Morsi venisse eletto, i suoi poteri sono ancora da definire (con la nuova costituzione ancora da redigere), e non si sa ancora se il presidente sarà considerato anche il comandante supremo delle forze armate, come avveniva nell’era di Mubarak. Nel caso venisse eletto Morsi, c’è da aspettarsi un aspro scontro fra Fratellanza e giunta militare, specie sul controllo delle forze armate.
Le Forze di Difesa israeliane non hanno abbassato lo stato di allerta dopo i razzi Grad di venerdì. Gli ufficiali spiegano che, proprio per non causare tensioni in concomitanza con le elezioni in Egitto, le forze israeliane hanno voluto adottare una reazione “di basso profilo”, pur continuando a monitorare i lanci di razzi su aree che finora non erano state bersagliate. I militari israeliani definiscono “torbida” la situazione alla frontiera con il Sinai dal momento che varie parti della penisola vengono ormai considerate “terra di nessuno”. Già prima di questi ultimi razzi, gli ufficiali in servizio nella zona dicevano che il Comando Sud aveva discusso possibili risposte in caso di attacchi terroristici dall’Egitto. “Sarebbe un evento molto problematico e inquietante”, spiega uno degli ufficiali. I militari israeliani sono inoltre preoccupati per il traffico di armi che si svolge nella regione.
Dicono d’aver registrato un incremento del contrabbando di armi dalla Libia all’Egitto fino alla penisola, e da lì verso la striscia di Gaza. Un’altra via del traffico d’armi conduce dal Sudan al Sinai. Per questo le Forze di Difesa israeliane guardano alla penisola come a una difficile sfida per la sicurezza, specie per il fatto che Israele non può intervenirvi in modo diretto. Recentemente il vice capo di stato maggiore Yair Naveh ha definito la penisola del Sinai “un’area terroristica, anziché la zona smilitarizzata che dovrebbe fare da cuscinetto fra Israele ed Egitto in base al trattato di pace firmato dai due paesi”.»
(Da: Ha’aretz, 16.6.12)
Scrive YOAV LIMOR su Israel HaYom: «Quando il primo razzo è esploso nei pressi di Eilat, la sua origine era chiara a tutti. Ma, giusto per star sicuri, le Forze di Difesa israeliane hanno vagliato la possibilità che potesse essere partito dal suolo giordano. I funzionari israeliani hanno contattato i loro interlocutori giordani, i giordani hanno controllato e hanno risposto: è escluso. L’informazione è stata allora trasmessa agli egiziani. Pubblicamente questi hanno negato che un qualsiasi razzo fosse stato lanciato dal loro territorio, ma in privato mostrano di sapere benissimo come stanno le cose. Il Sinai è praticamente fuori controllo, brulica di cellule terroristiche ed è sull’orlo del caos totale.
La quantità di armi che si trova oggi nel Sinai è indecente, compresi razzi moderni e missili terra-aria e terra-mare. […] Una tesi è che Hamas abbia sparato, o fatto sparare, i razzi di venerdì scorso per fare “un favore” a un’altra organizzazione; una seconda tesi è che dietro l’attacco vi sia un gruppo del tutto diverso. Quello che è fuori discussione è lo scopo dei lanci: costringere Israele a reagire per imprimere un’escalation di tensione lungo il confine e mettere così in imbarazzo il governo militare egiziano; il tutto per rafforzare la posizione della Fratellanza Musulmana in concomitanza con le elezioni presidenziali. Proprio perché l’obiettivo dell’aggressione era così evidente, Israele ha deciso di mantenere un certo grado di ambiguità circa i lanci di questi ultimi Grad: non ha reagito, non ha lanciato accuse, non ha diffuso informazioni ufficiali. Israele vuole tenersi fuori dalle elezioni egiziane e preferisce discutere di questi temi a porte chiuse, in maniera discreta, con gli interlocutori che condividono i suoi timori per l’ascesa dell’estremismo e per la crescente islamizzazione del suo ingombrante vicino meridionale.»
(Da: Israel HaYom, 17.6.12)
Nella mappa in alto: le aree raggiunte venerdì dai razzi Grad
Si veda anche:
Perché bisogna preoccuparsi per la Fratellanza Musulmana in Egitto. Una tradizione di antiebraismo, negazione della Shoà, ostilità verso la pace fra Israele ed Egitto
http://www.israele.net/articolo,3343.htm
Fratelli Musulmani in Egitto come Hamas a Gaza: “Non riconosceremo mai Israele”. In discussione il trattato di pace del 1979
http://www.israele.net/articolo,3324.htm
“Uccideremo tutti gli ebrei”. In un raduno al Cairo, i Fratelli Musulmani invocano la jihad contro Israele
http://www.israele.net/articolo,3296.htm
Agosto 2011: attentato multiplo nel sud di Israele
http://www.israele.net/articolo,3208.htm
Uno sguardo sul “nuovo” Egitto. In tv ancora disprezzo, indottrinamento, fanatismo, calunnie anti-israeliane
http://www.israele.net/articolo,3222.htm
Quell’insostenibile silenzio sull’assassinio a freddo di civili israeliani. Ci sono tutti: Onu, Lega Araba, Egitto, Autorità Palestinese, ONG, Amnesty International
http://www.israele.net/articolo,3214.htm
Terrorismo “legittimo” e “giustificato”. Agosto 2011: per la stampa araba, è colpa di Israele l’escalation scatenata dai terroristi
http://www.israele.net/articolo,3211.htm
Autorità Palestinese, Egitto e Hamas latitanti di fronte all’escalation terroristica

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