sabato, Settembre 21, 2024
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Rischio salute per i cittadini di Marsala per l’eccessiva presenza di nitrati nell'acqua

acquaMarsala a rischio salute. Uno studio   interuniversitario condotto all’interno del progetto europeo Eurogeosurvey geochemistry expert group  da ricercatori italiani ha evidenziato che tra i 157 campioni di acqua prelevati in varie località italiane del Nord, del Centro e del Sud della penisola, è stato riscontrato che a Marsala l’acqua erogata dal’Acquedotto Municipale contiene una quantità tale di nitrati da mettere a rischio la salute dei cittadini.

Infatti, secondo quanto emerso dallo studio, l’acqua marsalese contiene 228 mg/l (milligrammi per litro), cioè 20 volte di più della media italiana.

La quantità massima di nitrati per mg/l ammessa per l’uso umano è di 10 mg/l per i bambini e di 50 mg/l per gli adulti.

Il contatto con questa sostanza oltre la soglia ammessa può causare la metaemoglobina, una malattia che riduce la capacità di trasporto di ossigeno nel sangue.   

Il sintomo più evidente della metaemoglobinemia è la comparsa di un tono bluastro sulla pelle, specialmente intorno agli occhi ed alla bocca. Se scoperta rapidamente, questa malattia può essere curata con successo tramite un’iniezione di metilene blu, che trasforma la metaemoglobina di nuovo in emoglobina. La condizione è estremamente seria se non è curata: la morte avviene quando il 70 per cento dell’emoglobina del corpo e’ stato convertito in metaemoglobina.  

È stato dimostrato esserci un collegamento fra le morti dei bambini per metaemoglobinemia e i livelli elevati di nitrato in acqua.

La presenza di nitrati nell’acqua è derivata dall’inquinamento delle falde acquifere da pesticidi e rifiuti industriali ed urbani.

Marsala come noto, ha una rete fognaria limitata ad alcune aree del centro storico ed è totalmente assente su quasi tutto il territorio comunale. Oltre l’’80%  delle abitazioni scarica direttamente nel sottosuolo i liquami e solo le costruzioni recenti sono in regola con le norme di legge e provviste di collettori e fosse IMHOFF.

A questo punto viene da chiedersi se l’amministrazione comunale,  verificati come attendibili i dati emersi dallo studio europeo, non ritenga necessario e doveroso disporre il divieto uso uso potabile dell’acqua che eroga.

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