sabato, Settembre 21, 2024
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REFERENDUM: l’acqua c’è ma non si vede …

acqua corretto dire che l’acqua costituisce una risorsa primaria e strategica? La risposta è certamente SI e se l’amministrazione è inefficiente e corrotta il monopolio pubblico risulta il male minore, anzi forse rappresenta una garanzia “erga omnes”.E’ un settore che, fino all’inizio della liberalizzazione degli anni ’80, così come per le altre utilities, era sempre stato gestito  con una viva attenzione ai costi di gestione e poca considerazione per il consumatore e gli obiettivi del servizio pubblico erano garantiti non dalla regolamentazione, bensì dalla proprietà pubblica del servizio. 
Con l’avvento della liberalizzazione, in quei paesi dove si è tentata la strada del privato, il risultato è stato disastroso, in termini di costi, di efficienza, di distribuzione del servizio.
Oggi in Italia Il 14% per uso potabile, mentre più del 50% per uso irriguo
La restante percentuale per uso industriale (essa richiede 8 mld di metri cubi annui approvvigionandosi, nella maggior parte dei casi, direttamente dai corsi d’acqua e dalle falde)
L’Italia è il terzo paese al mondo per consumo pro-capite di acqua, solo inferiore a USA e Canada (Rapporto OCSE, 1999). 
I motivi del primato nei consumi in Europa vanno ascritti a ragioni climatiche, ma anche all’obsolescenza degli impianti ed alla scarsa considerazione a livello legislativo nel considerare l’acqua una risorsa scarsa e strategica (tema della sostenibilità). 
Il problema dell’adeguamento degli impianti, sulla scorta delle direttive UE, è quindi centrale per lo sviluppo del settore. 
Ma si puo’ pensare di privatizzare per risolvere il problema, l’equazione pubblico = scarso e privato=ottimo non è da prendere come verità dogmatica.
Sebastiano Bella

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