Con la grande riforma della sanità siciliana operata dal duo Russo/Lombardo, il vasto territorio del trapanese, e più in generale la Sicilia occidentale, si è venuta a trovare senza strutture di diagnostica e cura dei tumori.
Il cittadino a cui viene diagnosticato un melanoma, si trova praticamente in balia del caso. Infatti, come denuncia l’ADOC, “scatta la ricerca di un centro specializzato per quel tipo di malattia. In prima battuta ci si avvale delle indicazioni di medici locali e molto spesso anche di amici, soprattutto quando nei centri indicati non si trovano posti o quando nella ricerca di una visita specialistica, presso un luminare di chiara fama, non si riesce ad avere una prenotazione in breve tempo”.
Il malato, e la famiglia con lui, si trova improvvisamente catapultato in una dimensione anomala senza precisi punti di riferimenti istituzionali, confusi e senza la possibilità di appoggiarsi ad una seria struttura diagnostica
e soprattutto, senza la possibilità di potersi curare adeguatamente all’interno del territorio in cui vice.
L’ADOC, nel suo intervento presso l’assessore alla sanità, Massimo Russo, “chiede che sul territorio trapanese venga istituita una struttura che possa dare indicazioni chiare, precise ed immediate per gli accertamenti, diagnosi e terapie, dei tumori provvedendo anche alle prenotazioni ed a tutto il necessario, ivi compreso, se possibile, l’alloggio a prezzi accessibili per gli accompagnatori. Un centro che sia in grado anche di dare indicazioni su eventuali rimborsi, contributi, prestiti e finanziamenti per fare fronte alle copiose spese, che spesso non si è in grado di sostenere”.
Una sorta di sportello unico per le neoplasie e non solo.
Ma lo sportello unico e il centro informativo ed assistenziale che l’ADOC chiede appare del tutto insufficiente per garantire ai cittadini del territorio il diritto ad una assistenza sanitaria adeguata e veloce.
Infatti, tutto il territorio della Sicilia occidentale è sprovvisto di centri oncologi e quindi il cittadino nella sua dimensione anomala e senza punti di riferimento istituzionali, abbandonato a se stesso, non ha neanche la possibilità di evitare lunghi, costosi e faticosi trasferimenti a Palermo per i cicli di chemio terapia, e soprattutto per la radio terapia.
Una vergogna tutta siciliana la cui responsabilità è interamente addebitale all’assessore Massimo Russo ed al presidente della Regione, Raffaele Lombardo.
La politica partigiana sta realizzando a Trapani e Mazara centri di radioterapia ma questo è assolutamente insufficiente perché permarrà nel territorio la squalificante assenza di un centro attrezzato di diagnosi, cura e terapia oncologica.