Si sta sollevando un grande polverone, inutile peraltro, circa la decisione dell’assessorato regionale alla sanità di accorpare presso l’Ismett le due cardiochirurgie che fanno capo al Civico e al Policlinico di Palermo.Secondo alcuni esponenti politici, Salvino Caputo fra questi, l’ accorpamento sarebbe un grave errore e come sempre andrebbe a determinare delle problematiche che poi come sempre avrebbero ricadute negative sui cittadini.
Si tratta, infatti, secondo Caputo, di unire due strutture pubbliche con una privata, il che determinerebbe inevitabilmente dei disservizi all’interno delle due strutture pubbliche.
L’Osservatorio è da tempo che attenziona la sanità regionale e ha sempre “criticato” la riforma Russo che non ha riformato nulla, ma questa volta l’assessore ha visto giusto.
Innanzi tutto l’Ismett è tutto meno che una struttura privata e si tratta in realtà di una struttura “pubblica” ed è regolata da precise convenzioni da l’Università di Pittsburg e la Regione Siciliana, in secondo luogo l’Ismett è una struttura qualificata con gestione manageriale seconda a nessuno.
Ma l’aspetto più importante di questo accorpamento riteniamo va nell’ottica di una migliore offerta del servizio sanitario di eccellenza in una unica struttura di primaria importanza evitando che nel breve spazio di qualche decina di metri una dall’altra, si possano trovare ben tre strutture con tutto quanto ne consegue in termini di personale, costi e primari.
Semmai il problema si porrebbe per il Policlinico che avrebbe seri problemi per i corsi di formazione, ma da quanto apprendiamo la questione è risolta in quanto presso la struttura di riferimento universitario sarà previsto un congruo numero di posti letto.
L’operazione accorpamento, e per giunta presso lismett, va inquadrata nell’ottica di una migliore e più razionale offerta sanitaria e verso una riduzione ei costi senza danni all’utenza.
Semmai, l’unico problema rimane quello dei due “primari” , Civico e Policlinico, che avrebbero autonomia all’Ismett. Questo, pensiamo, creerà non pochi problemi. Se c’è una accorpamento il primario deve essere unico altrimenti si creano seri problemi e tutto quanto di bene si può di re per questa operazione, si tradurrebbe in “le solete problematiche siciliane”.
Se si cambia e si accorpa, non vediamo alcuna necessità che ci siano tre primari che “gestiscono” propri malati.
Va contro ogni logica organizzativa, strutturale e sanitaria.