L’assessore Russo che tanto si richiama alla riflessione prima di esternare le proprie opinioni, continua ad ignorare i suoi stessi consigli. Evidentemente la questione di Messina proprio non gli va giù perché mette a nudo tutte quelle problematiche tipiche del sistema sanitario siciliano che a tutti i costi bisogna “ignorare” al grido di “Quanto è stato bravo il governo Lombardo a rientrare il deficit sanitario”.
Dire e scrivere che il rientro è stato possibile attraverso tagli, ovvero secondo il classico metodo del tagli e cuci, mantenendo intatti sprechi, disservizi, ebaronie, con il risultato che la quantità dei servizio al cittadino è diminuita in modo vertiginoso (basta farsi un giro per i laboratori analisi per capirlo), e paradossalmente non sembra che ci siano stati tagli importanti nel settore fisioterapia specie per quelle assistenze escluse dall’assistenza sanitaria nazionale.
Con l’evoluzione medica, interviene anche l’evoluzione normativa e il governo italiano con il D.P.C.M. 29.11.2001 introduce i LEA (Livelli assistenziali di assistenza) ed esclude all’allegato 2a una serie di prestazioni fisiche elencate in particolare nella lettera F: esercizio assistito in acqua, idromassoterapia, ginnastica vascolare in acqua, diatermia ad onde corte e microonde, agopuntura con moxa revulsivante, ipertermia NAS, massoterapia distrettuale riflessogena, pressoterapia o presso-depressoterapia intermittente, elettroterapia antalgica, ultrasuonoterapia, trazione scheletrica, ionoforesi, laserterapia antalgica, mesoterapia, fotoforesi terapeutica, fotochemioterapia extracorporea, fotoforesi extracorporea.
Tutte le regioni italiane si adeguano ma la Regione Siciliana va contro corrente e, in difformità di quanto previsto dal Ministero della Salute d’Italia , con il DA 27.6.02 n. 01062 pubblicato su GURS n. 31 del 5.7.02, fa rientrare dalla finestra tutte le attività escluse dal Servizio Sanitario Nazionale, classificandole come PR 6 (Percorso Riabilitativo 6).
Chissà mai perché.
Non avremo mai risposta neanche dal super assessore ex (?) magistrato, Massimo Russo ma intanto fa sentire la sua voce anche nella scelta della tipologia del parto.
Infatti dichiara che “…Il cittadino deve essere rispettato e curato al meglio ma non e’ ammissibile che pretenda di imporsi, come in occasione del parto, su materie che sono di competenza esclusiva del medico”.
E qui l’assessore sbaglia di grosso. Il medico, a meno di patologie o rischi per questo o quel tipo di parto che impongono una decisione medica (ma anche qui è tutto da discutere), deve eseguire il parto secondo la richiesta della partoriente, garantendo, e su questo concordiamo con Russo, qualità e sicurezza della prestazione.
Se Russo avesse riflettuto un po’ prima di esternare le proprie convinzioni, avrebbe evitato di fare affermazioni fuori luogo perché “Ogni individuo ha il diritto di scegliere liberamente tra differenti procedure ed erogatori di trattamenti sanitari sulla base di adeguate informazioni”.
Può decidere i tagli, può chiudere ospedali, ma la libertà di scelta è inviolabile e Russo da magistrato questo non solo dovrebbe saperlo, ma ribadirlo a tutti gli operatori sanitari.