Sono circa cento i radiologi precari sparsi tra le Aziende sanitarie e ospedaliere dell’Isola, nei piccoli ospedali in media il 50% lavora in condizioni di precariato, e da gennaio del prossimo anno potrebbe ritrovarsi senza lavoro.
Una situazione allarmante e preoccupante da più punti di vista: innanzitutto quello del cittadino, la cui tutela – per carenza di organico – verrebbe fortemente danneggiata, in termini di servizi efficaci, veloci e di qualità.
A lanciare un grido d’allarme è stato il Sindacato regionale Area radiologica (Snr Sicilia) rappresentato questa mattina – nel corso di una conferenza all’hotel Nettuno – dal segretario Giuseppe Capodieci e da una nutrita rappresentanza di radiologi precari siciliani: «Abbiamo davanti uno scenario regionale contraddittorio – ha spiegato il dott. Capodieci – che se da un lato vede stanziati 119 milioni di euro da parte dell’assessorato alla Salute per l’ammodernamento delle apparecchiature, cosa unica in Italia, dall’altro a questa rivoluzione tecnologica non ha fatto seguito un adeguamento delle dotazioni organiche.
E come se non bastasse – ha continuato Capodieci – si aggiunge un problema di carattere nazionale visto che dal 2011 la “manovra Tremonti” prevede il taglio del 50% del costo del personale a tempo determinato nelle Amministrazioni pubbliche».
Quali le conseguenze? Per fare un esempio: se in una struttura su 4 dirigenti radiologi pubblici, 3 sono precari, il rischio concreto è quello di una paralisi del servizio di Diagnostica per Immagini. «La percentuale dei precari raggiunge anche punte del 75% – ha spiegato Giambattista Privitera, uno dei radiologi precari presenti – accade nei piccoli ospedali, per citarne alcuni Militello (3 su 4), Noto (4 su 7) e Gela (2 su 4).
A Catania se ne contano 26, dislocati tra Asp e aziende ospedaliere, un quarto del totale nell’Isola. Non possiamo rimanere precari a vita. Molti di noi stanno scegliendo altre strade che portano fuori dalla Sicilia, ma che garantiscono la stabilità lavorativa».
Al disagio dei medici radiologi si somma anche il rischio di non poter garantire il servizio in emergenza-urgenza nei Pronto Soccorso, dove la radiologia è una branca fondamentale e necessita di personale altamente qualificato: «Chiediamo ai manager delle Asp e delle aziende ospedaliere siciliane – conclude il segretario regionale Capodieci – di trovare il coraggio di fare delle scelte, tagliando rami secchi, accorpando reparti doppione.
Non pretendiamo organici faraonici, ma un adeguamento del personale al nuovo parco macchine e l’avviamento in tempi brevi dei concorsi pubblici, per far fronte ai tagli previsti. In altri termini, una sanità più efficace sul territorio, con effetti benefici immediati per l’utente: riduzione delle liste d’attesa, diagnosi non solo più veloci, ma anche con un ridotto margine di errore».