L’empasse in cui si trova l’assessorato regionale alla sanità sulla questione 118 dimostra come al peggio in Sicilia non c’è mai fine.
L’assessore Russo ha voluto fortemente, ed in questo appoggiato dal presidente Lombardo, risolvere il problema SISE, ovvero mettere fine a sprechi immani di denaro pubblico, con una operazione “teorica” che sta dimostrando, come già da tempo osservatori attenti e meno attenti hanno scritto, la mancanza di idee politiche e di progettualità da parte dei superburocrati regionali che seppur ben pagati, non sembra stiano supportando l’assessore magistrato, con proposte adeguate per risolvere il grave problema.
Russo pensava di chiudere la questione degli 80 milioni di debiti con la CRI/SISE chiedendo (imponendo ?) al personale da assumere nel nuovo ente (già ma come visto che essendo pubblico ci vorrebbe un concorso pubblico?) di firmare una liberatoria di rinuncia totale o parziale agli straordinari da questi vantati.
Operazione che ha trovato subito un muro di no anche perché non sembra che l’assessorato abbia fin qui chiarito come intenderebbe operare per l’assunzione di questo personale.
Nel dubbio, ecco che il nuovo ente che ovviamente ha un suo ben pagato consiglio di amministrazione, ha ricevuto l’incarico di assicurare il servizio. Come? Assegnandolo in appalto, con procedura diretta e negoziata, alla …. SISE.
Ma dalla CRI non arrivano certo segnali incoraggianti anche perché. È pensabile, non c’è rimasta proprio bene dopo aver accarezzato l’idea di continuare a gestire il servizio 118 magari con un consorzio Regione/CRI, come del resto era stato ampiamente pubblicizzato dall’assessore Russo prima della conversione sul consorzio ASP/Regione.
Il Commissario Rocca ha rotto gli indugi e dato mandato all’avv. Franco Paparella di adire nei confronti della Regione Siciliana per il recupero del credito di 80 milioni circa vantato.
Scelta obbligata afferma il commissario Rocca: «Non abbiamo altra scelta, sia noi che l’assessore Massimo Russo ci siamo trovati sulle spalle questo contenzioso, ma dobbiamo risolverlo subito, non posso permettere che alla fine a essere penalizzato sia solo il bilancio della Cri».
Parole severe che lasciano intuire che Rocca non abbia alcuna intenzione di indietreggiare e per far ben comprendere alla Regione che ormai la questione va “definita” , ha deciso lo scioglimento della SISE. Come dire, adesso saranno i liquidatori a gestire secondo legge la questione.
Essendo commissario straordinario e in assenza di un CdA, ne ha il potere e quindi lo ha esercitato. D’altro canto Rocca deve fare gli interessi della CRI.
A Russo ora togliere le castagne dal fuoco e pagare i debiti regionali …