sabato, Settembre 21, 2024
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E la Corte dei Conti boccia il … ponte “Silvio”

Il grande bluff
Il grande bluff

Questa storia del ponte “silvio”, appare sempre più come un’operazione “bluff” che però sta costando al contribuente ingenti somme di denaro pubblico che potevano, e che può essere, utilizzato per cose serie quali le infrastrutture, da Medio Evo in Sicilia.
 Ingenti finanziamenti alla società dello stretto, finte inaugurazioni (clamorosa quella di Cannitello in Calabria) fanno da cornice ad un progetto che non esiste essendo quello che viene spacciato come tale, solo una ipotesi preliminare e non un progetto esecutivo che nessuno, per realismo, penserà mai di redigere considerato che il know how attuale non consente la realizzazione di strutture in acciaio e di calcestruzzi, capaci di tenere, anche solo in teoria, in piedi il ponte “silvio”.   
E mentre si spendono soldi per mantenere in piedi una società inutile, e si spacciano per inaugurazioni lavori di routine da tempo previsti da Trenitalia, la Magistratura contabile, a differenza di quella penale, punta il dito sull’opera propagandistica, o grande bluff, di Silvio Berlusconi. 
La Corte dei Conti in pratica, boccia il Ponte sullo Stretto e lo fa con argomentazioni che dovrebbero far riflettere i nostri “politici” siciliani. 
Lo scorso dicembre, la Corte ha rilevato ’incongruenza dei dati economici, della stima disinvolta dei traffici nello Stretto che dovrebbero giustificare l’operazione del project finance, l’azzardo ingegneristico che penserebbe ad una campata unica di quasi il 40% più lunga della maggiore mai realizzata, il devastante impatto ambientale. 
In particolare la Corte rileva che: 
 “Le considerazioni in precedenza svolte inducono la Corte ad evidenziare la necessità che l’Amministrazione (il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), direttamente, tramite le opportune proposte anche in sede CIPE o tramite le opportune istruzioni all’azionista di riferimento (Anas), valuti anche dinamicamente ed in itinere la coerenza delle risultanze delle stime di traffico, le quali – essendo state formulate nel 2001 ed essendo tuttora alla base del progetto preliminare del 2003 e delle relative previsioni economico–finanziarie – potrebbero verosimilmente non solo essere non più aggiornate ai tempi attuali, ma anche non coerenti con il quadro economico della sopraggiunta congiuntura economica”; 
“la fattibilità assume maggiore interesse, poiché il modello progettuale infrange ogni primato sinora esistente (lunghezza dell’impalcato, larghezza della sede stradale e ferroviaria, altezza delle torri e  diametro dei cavi): rispetto al ponte più lungo ad unica campata attualmente esistente al mondo, il ponte giapponese di Akashi-Kaikyō con una campata unica di metri 1.991, il ponte sullo stretto di Messina avrebbe una lunghezza superiore del 39,6%, pari a metri 3.300. La Corte ritiene opportuno che si continui ad adottare tutte le adeguate misure di approfondimento sul tema della fattibilità dell’opera”; 
“valutare attentamente le questioni ambientali che sono sottese alle ulteriori attività dirette alla progettazione ed alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, al fine di rendere compatibile l’intervento con le misure di tutela e protezione adottate nell’area, procedendo previamente a tutti gli adeguamenti che risultino necessari o opportuni in sede progettuale”; 
Pare, leggendo le oltre 82 pagine della relazione della Corte, che questa con “opportune” considerazioni “diplomatiche”, abbia stroncato il progetto del ponte “silvio” e metterebbe in discussione tutta la questione relativa al ponte. 
Insomma, mentre governo, regione e Società Stretto di Messina, giocano al rilancio bluffando sapendo che tutti sanno del bluff, la Sicilia paga arretratezze infrastrutturali che stanno determinando una grave ed irreversibile regressione economica, industriale e sociale, con buona pace di quanti, pochi in realtà, credono ancora che stato, regione e finanza, siano animati da sinceri intenti pubblici.

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