In Sicilia i nostri politici riescono a superare anche la bravura del più grande illusionista di tutti i tempi, Harry_Houdini. Per il caso della SISE, e della necessità di riorganizzare il servizio 118 oggi gestito (?) dalla società “in house” alla CROCE ROSSA ITALIANA, che ne detiene il 100 % delle azioni, si pensa, con illusioni e magie, di dimenticare il passato per riproporlo, riveduto e (non) corretto, come il nuovo per una gestione trasparente, efficiente e rispettosa delle norme, del servizio di emergenza.
Sfumata, per le note esigenze la possibilità di un rinnovo della convenzione Cri/Regione Siciliana, e sfumata anche la fondazione di cui tanto parlava l’assessore regionale alla sanità Massimo Russo, adesso sembra proprio che dal cilindro della politica siciliana sia uscito, non si sa quanto “assistita questa uscita”, il consorzio pubblico a cui però sembra dover “necessariamente” partecipare anche la CRI.
Il grande gioco dell’illusionismo politico sembrerebbe essersi messo in moto per “ripulire” il passato del giocattolo siciliano del 118 che porta il nome di “SISE”. Improvvisamente la politica si dimentica dell’eccellente curriculum che la società in house della CRI si è guadagnata con le ispezioni del MEF, Ministero dell’Economia e delle Finanze, delle inchieste giudiziarie della Corte dei Conti Regionali, e si ricomincia a discutere come rimettersi insieme…
Il passato è passato, e nel mondo feudale della politica siciliana e delle potenti lobbies private isolane, tutte le contraddizioni, le anomalie, gli sprechi, i disservizi, e la gestione criticata sia dal Ministero che dalla Corte dei Conti, sembrano improvvisamente sparite, anzi, cancellate.
Una gestione personalizzata e feudale quella della SISE che annovera tra le chicche di una gestione fai da te, in un connubio quasi identificativo, tra i personaggi, dei consigli di amministrazione della SISe spa e del comitato regionale Cri Sicilia, l’assunzione, senza concorso di 500 unita amministrative, e come riporta oggi Repubblica, anche assunzioni fatte nel 2009 in netto contrasto con il divieto imposto dalla Regione Siciliana.
Anomalie ataviche ammesse peraltro, come riporta sempre Repubblica, anche dall’attuale presidente della Società, Alessandro Ridolfi e il presidente del comitato regionale Sicilia CRI Davide Bambina. E come non ricordare il clamoroso caso della Direzione SISE che aveva la sua sede a Messina, in due palazzi siti in Via Nuova Luce nel complesso Parnaro a Messina, di proprietà di uno dei vertici della CRI siciliana ed a cui oltre lo stipendio gli si corrispondeva anche l’ingente importo degli affitti?
Ma non si può dimenticare e non può essere fatto sparire dalle illusioni governative siciliane e della CRI, la capacità della SISE di affittare ambulanze ed auto blu, con costi eccezionalmente convenienti, rilevate dagli organi di controllo che hanno confermato che sicuramente sarebbero costate meno se fossero state acquistarle.
Soldi pubblici e prelevati direttamente dalle tasche dei siciliani e quindi nessuno si è preoccupato di mettere fine ad una amministrazione politica, privatistica ed egocentrica.
E’ successo di tutto e tutti, dopo le notizie che non sembra abbiano scandalizzato nessuno, parlavano di radicali cambiamenti per un organizzare un servizio pubblico efficiente, trasparente e rispettoso delle regole.
Tutto passato.
Dalle notizie che filtrano e dall’attivismo che certi politici e certi personaggi mostrano intorno alla gallina dalle uova d’ora che ha un giro d’affari di qualche centinaio di milioni di euro l’anno, rileviamo l’impressione che nella più classica realtà siciliana di nepotismo ed indifferenza politica e sociale, oggi ci troveremmo ad un passo, di operazioni complesse, sicuramente politicamente inopportune ed eticamente dubbie, quale la liquidazione della SISE spa, e la conseguente costituzione di una nuova società (o consorzio) con la previsione del passaggio “automatico” dei lavoratori della prima nella nuova società.
Il problema del personale non può essere disatteso specie in questo momento di crisi anche se in verità, in Sicilia la crisi non sembra avvertirsi come al nord Italia, però non può pensarsi di far traslocare con armi e bagagli tutto il personale SISE nella nuova società, semplicemente con accordi politici perché è notorio che il 118 in Sicilia necessita operativamente di un numero di persone vicino al 50% dell’attuale.
A ciò va aggiunto che per almeno 500 dipendenti assunti in forza a chiamate “dirette” si pone la questione di legittimità giuridica di un passaggio automatico,e quindi senza concorso pubblico, nella nuova società che dovrebbe essere costituita.
Il concorso pubblico andrebbe a sanare alcune anomalie e tutelerebbe le giuste aspettative di quanti sono in possesso di requisiti previsti per gli incarichi di emergenza e aspirano ad un impiego.
Il problema del personale quindi è uno dei grandi problemi da risolvere oltre ovviamente a quello elativo alla gestione di un organismo che non può prescindere dall’obbligo di efficienza, trasparenza e legalità.
Ma siamo in Sicilia, terra bella e dannata, terra di grandi pensatori e di grandi rinnovamenti annunciati e mai realizzati, e la possibilità che non esca fuori il classico inciucio è maledettamente superiore a quella di veder nascere una realtà operativa efficiente e gestita esclusivamente per il bene pubblico, appare remota.
Con la liquidazione della SISE e la nascita di una nuova società con le stesse caratteristiche e pecche, come in un gioco di prestigio, si rinnoverebbe tutto per non cambiare nulla.
La storiella che la CRI deve necessariamente partecipare al servizio 118 perché possiede frequenze radio non regge.
Le frequenze sono di esclusiva “proprietà” dello stato che, attraverso il Ministero delle Telecomunicazioni, le assegna “temporaneamente” e per specifici compiti e servizi ad enti, istituzioni ed associazioni, salvo ritirare l’autorizzazione all’utilizzo nel caso in cui l’esigenza per cui sono state richieste sia cessata.
Va da se quindi, che la CRI non detiene alcuna esclusiva delle frequenze di emergenza relative al 118 e quindi la necessità che essa sia partecipi per questo motivo al servizio regionale di emergenza in Sicilia, è una bufala.
Ma c’è di più. Siamo orami entrati da tempo nel campo delle comunicazioni satellitari e se la Regione Siciliana volesse veramente mettere ordine al sistema 118, al di là dell’organizzazione del servizio e della gestione complessiva che potrebbe essere assegnata per l’area logistica e sanitaria alle ASP per le emergenze territoriali di competenza, con pochi “spiccioli” potrebbe avere un unico centro di controllo regionale con collegamenti terra/spazio/terra utilizzando uno o più canali satellitari, ottenendo così una rete unica con l’incremento dell’efficienza operativa ed un enorme risparmio economico potendo contare di avere in rete tutte le unità operative.
Non bisogna dimenticare poi che questa operazione lungimirante sarebbe in prospettiva molto apprezzata considerato che fra non molto per le emergenze ci sarà un numero unico europeo, il 112.
Invece, con un colpo di bacchetta magica sembra si voglia far sparire il passato e stendere nel contempo un velo pietoso sulla vicenda SISE & CRI, e illusoriamente, dimenticare relazioni ed inchieste e con queste, le responsabilità degli attori principali di una gestione fallimentare e feudale e ricostituire un soggetto politico destinato a riproporre le stesse anomalie, gli stessi disservizi e gli stessi sprechi.
Insomma, si cambia tutto per non cambiare nulla.
In Via Pier Santi Mattarella dove risiedono una di fronte all’altra CRI Regionale e la SISE, si registra un grande via vai e le due sedi sembrano meta di grandi pensatori ed ideatori.
Qualcuno suggerisce di spostare la sede della nuova creatura che dovrà sostituire la SISE in altra struttura così da tagliare ogni possibile collegamento con il passato. Qualche altro pensa di liquidare anche la SISSA, che come ricordava il senatore Santo Liotta nella sua interrogazione del 2006, “nel perseguimento delle proprie finalità, assorbe i finanziamenti pubblici destinati al 118”
Attendiamo per vedere se le nostre fosche previsioni si avvereranno, nel frattempo, registriamo con qualche perplessità che curiosamente il senatore Cuffaro si pone alcune domande pone sul Curriculum del neo direttore generale della Sise spa, che si dice molto vicino a Pippo Vecchio.
C’è in queste domande l’ombra dell’ex pluripresidente Guglielmo Stagno d-Alcontres, dimissionato dal commissario straordinario della Cri Avv. Francesco Rocca?
Di una cosa possiamo essere certi. Gli strateghi della politica e del potere che conta sono al lavoro, però più di qualche attento osservatore di cose siciliane e di CRI/SISE, ipotizza che le pedine sarebbero state già piazzate al posto giusto da chi sembra tirare le fila per spartirsi la grande torta di una parte della sanità siciliana.
Insomma, sembrerebbe proprio che i pupari abbiano dato inizio al grande spettacolo dei pupi.