La verità su quanto è successo a Mazzarino è finalmente venuta fuori in modo formale ed ufficiale. Dopo le “contraddittorie” risultanze dell’indagine voluta dall’assessore Russo subito dopo i fatti di Mazzarino nella quale, secondo il comunicato dell’assessorato si affermava “.. Il documento consegnato oggi dagli ispettori, che ricostruisce minuziosamente la cronologia di quanto accaduto la sera tra il 20 e il 21 agosto, sottolinea che “non risulta chiara l’esatta cronologia e sequenzialità degli interventi e delle manovra assistenziali poste in essere al “Sant’Elia” di Caltanissetta, peraltro descritti in modo approssimativo e incompleto“, avevamo espresso forti perplessità su un documento che da una parte affermava di aver minuziosamente ricostruito i fatti e dall’altra non risultava chiara la cronologia e la consequenzialità degli interventi.
E d’altra parte, come si ricorderà, lo stesso assessore aveva affermato in data 29 agosto che nessuna inefficienza all´ospedale di Mazzarino né al 118 per la morte di Filippo Li Gambi in giovane deceduto dopo un incidente stradale a Mazzarino. Sempre secondo Russo la sala operatoria del Santo Stefano di Mazzarino era funzionante, il chirurgo è regolarmente intervenuto e i suoi colleghi medici hanno avuto un corretto approccio metodologico, quello cioè di stabilizzare il paziente e trasferirlo nel più vicino ospedale attrezzato per le emergenze di terzo livello. Insomma, pareva di capire che non si era verificata alcuna inefficienza.
Smentendosi però subito dopo con l’affermazione: «Intraprenderemo tutte le iniziative possibili non solo per perseguire la responsabilità al livello che ci compete, ma anche per impedire che quello che è accaduto possa ripetersi in futuro».
Ora la smentita della smentita, o meglio. Viene confermato che a Mazzarino le procedure sono state seguite regolarmente mentre al S. Elia di Caltanissetta sarebbe successo di tutto e di più.
Avevamo auspicato nel nostro articolo “Mazzarino. Russo chiarisce ma restano dubbi” (https://www.mondoedintorni.it/2009/7030/mazzarino-russo-chiarisce-ma-restano-dubbi/) che l’assessore chiarisse la questione ed adesso sembra proprio che quanto da noi “avanzato” sia confermato dalla relazione degli ispettori.
Secondo Russo, dal rapporto dei “suoi” ispettori (diversi da quelli inviati subito dopo i fatti?) emerge ” un racconto agghiacciante, un’inquietante sequenza di condotte professionali valutate come inammissibili, gravemente carenti e inadeguate commesse all’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta.
Sempre secondo il rapporto dei “suoi” ispettori sulla morte di Filippo Li Gambi “è delineato in modo estremamente chiaro quanto avvenuto la notte fra il 20 e il 21 agosto scorso e impone l’adozione di immediati provvedimenti”. Diversamente di quanto relazinoato prima dove si evinceva, tra l’altro, che “non risulta chiara l’esatta cronologia e sequenzialità degli interventi e delle manovra assistenziali poste in essere al “Sant’Elia” di Caltanissetta, peraltro descritti in modo approssimativo e incompleto”,
Dalla nuova (?) relazione emergono oggi elementi di grave criticità, sia sotto il profilo professionale che sotto il profilo di sistema. In particolare, viene sottolineata la “dilatazione dei tempi assistenziali” e una “sostanziale inadeguatezza delle procedure e delle azioni poste in essere per garantire il supporto vitale“. L’assessore Russo ha inviato la relazione al direttore generale dell’Asp 2 di Caltanissetta, Paolo Cantaro, invitandolo “ad adottare i provvedimenti di competenza”. La relazione è stata inviata anche al ministero della Salute, alla commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario e alla commissione sanità dell’Ars.
“Di fronte ai precisi addebiti evidenziati nel rapporto – ha commentato Russo – non si può che fare ricorso al principio della responsabilità e a tutto ciò che esso comporta. Stando alle conclusioni degli ispettori, un corretto approccio terapeutico avrebbe probabilmente potuto salvare la vita di Filippo Li Gambi”.
La relazione degli ispettori sottolinea le criticità in ordine al comportamento professionale e deontologico dei chirurghi vascolari che si sono limitati ad effettuare un esame ecodoppler ed una visita esplorativa nella convinzione che il caso fosse di pertinenza ortopedica. Inoltre, come confermato dai cartellini di presenza, i due chirurghi hanno timbrato l’uscita dal servizio alle 00.40, “denotando un comportamento deontologicamente scorretto ed ai limiti della negligenza”.
Emergono perplessità anche sulle competenze tecnico – professionali da parte degli anestesisti – rianimatori: i due professionisti si sono limitati ad eseguire l’intubazione oro tracheale in Pronto soccorso: la gravità delle condizioni cliniche è stata evidentemente sottovalutata “nella gestione dei tempi, dando precedenza a un lungo iter diagnostico strumentale” e nella scelta degli “interventi adottati, risultati inadeguati, con errori di tipo omissivo quali il mancato incannulamento di un vaso venoso centrale e la mancata trasfusione di una quantità di sangue adeguata a compensare la copiosa perdita”.
Nel rapporto viene sostanzialmente confermata la ricostruzione temporale fatta qualche giorno dopo la tragedia: alle 22.50 la richiesta di soccorso; alle 22.57 l’arrivo del giovane al pronto soccorso del “Santo Stefano” di Mazzarino dove sono state messe in atto le manovre medico assistenziali per la stabilizzazione del paziente; alle 23.50 il trasferimento in ambulanza al “Sant’Elia” di Caltanissetta alla presenza di un chirurgo, un anestesista e due infermieri; alle 00.30 l’arrivo a Caltanissetta; alle 2.10 il trasferimento in sala operatoria e alle 2.40 la constatazione della morte di Filippo Li Gambi.
Secondo la relazione non ci sarebbero elementi di inadeguatezza nel primo soccorso e risulterebbe adeguata sia la sequenza delle azioni adottate dai sanitari al “Santo Stefano” di Mazzarino sia il trasporto all’ospedale di Caltanissetta.
“C’è un altro aspetto grave che è stato accertato – ha aggiunto l’assessore Russo – non risulta che nel dipartimento di emergenza urgenza del “Sant’Elia” siano state adottate linee guida e/o definiti specifici percorsi assistenziali per la gestione dei politraumatizzati, eludendo anche quanto ribadito nel decreto dell’11 gennaio 2008 riguardante l’approvazione degli standard per la gestione del rischio clinico che devono essere adottati in tutte le strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate con la Regione siciliana. In questa storia sono emersi altri comportamenti quantomeno superficiali e discutibili, a cominciare dalla facilità con cui – nelle interviste agli organi di stampa – sono state diffuse notizie imprecise e confuse che di fatto hanno stravolto la verità dei fatti”.
Dobbiamo dire che tra tante campane che hanno suonato inni stonati, siamo stati tra i pochi a puntare subito il dito nelle inefficienze del sistema e sulla professionalità di taluni.
Oggi ci gratifica sentire che ci sono carenze del sistema, condotte professionali inammissibili e gravemente carenti.
Ciò che hanno accertato gli ispettori a Mazzarino purtroppo, non è altri che la fotografia della sanità siciliana e fatti come quelli appena censurati dall’assessore, hanno una cadenza giornaliera impressionante, solo che, grazie a Dio, non sempre ci scappa il morto.
Ora Russo rimanda al Direttore Generale dell’Asp di Caltanisetta gli atti per gli opportuni provvedimenti, nulla anticipa circa un profondo riesame della situazione generale per mettere fine a comportamenti non professionali e correggere il sistema che appare gravemente carente.