Sul caso del giovane morto a Mazzarino dopo un incidente, l’assessore Regionale Massimo Russo aveva affermato che secondo la relazione degli ispettori inviati presso il nosocomio subito dopo i fatti, tutto l’iter dell’emergenza si era svolto regolarmente.
“La sala operatoria del Santo Stefano di Mazzarino era funzionante, il chirurgo è regolarmente intervenuto e i suoi colleghi medici hanno avuto un corretto approccio metodologico, quello cioè di stabilizzare il paziente e trasferirlo nel più vicino ospedale attrezzato per le emergenze di terzo livello”.
Oggi, dalle pagine di Repubblica tuona: “Li caccerò. Chi ha sbagliato sarà licenziato” e assicura che “i responsabili della morte del ventunenne Filippo Li Gambi non resteranno impuniti”.
Ammettiamo di non capire più nulla. Da tutto regolare alle minacce di licenziamento per responsabilità che si presumono gravi visto che si parla di “licenziamento” il passo è enorme e i fatti contraddittori.
Contro chi tuona Russo? Gli obiettivi sono indicati dallo stesso assessore, il primario di chirurgia dell’ospedale di Mazzarino, Antonino Tirrò, e il responsabile dell’ospedale di Caltanissetta, Elio Barnabà.
Come si ricorderà il primario Tirrò, subito dopo il fatto tragico, dichiarò che la sala operatoria “non era abilitata alle emergenze” e che “non c’era personale sufficiente” perché con la riforma della sanità si sarebbe bloccato il turn over.
Barnabà invece, ha messo subito le mai avanti e ha dichiarato : “Ora cercano un colpevole a tutti i costi e per difendere la riforma del sistema devono trovarlo fra i medici. Ma a Caltanissetta potevamo fare ben poco per salvare quel povero ragazzo: se l’ambulanza fosse stata medicalizzata e se non ci fosse stata la tappa a Mazzarino, dove il paziente è rimasto 50 minuti, forse si sarebbe salvato”.
Ecco, questo ultimo passaggio fa riflettere ed è su questo che noi ci siamo soffermati nel nostro precedente articolo (https://www.mondoedintorni.it/2009/7030/mazzarino-russo-chiarisce-ma-restano-dubbi/). L’ambulanza del 118 era medicalizzata? Sembra di capire che no, che il medico non era a bordo e quindi il giovane sfortunato è stato portato a Mazzarino perché il personale infermieristico non sarebbe stato in grado di capire la gravità della situazione e suggerire da subito Caltanissetta invece che Mazzarino.
Russo annuncia che saranno presi provvedimenti a carico dei due medici perché secondo l’assessore le frasi di Barnabà e di Tirrò hanno creato un grave danno d’immagine al sistema sanitario siciliano, sono errate, non veritiere, forse dette per difendere un primariato o il posto di lavoro a 150 metri da casa”.
E precisa che “La verità è che ci sono delle responsabilità da parte dei medici intervenuti nei soccorsi al ragazzo. Una volta accertate agiremo di conseguenza: se qualcuno avrà commesso errori sarà cacciato”.
Quindi ci sono responsabilità dei medici. Ma allora perchè “punirli” per quello che hanno detto e non per quello che avrebbero commesso? E la relazione dei funzioanari regionali?
Nella relazione dei funzionari inviati da Russo a Mazzarino si legge infatti che : “(il giovane) é stato soccorso prontamente da un’ambulanza del 118 e preso in carico dal medico di guardia dell’ospedale di Mazzarino, che ha allertato immediatamente il chirurgo e l’anestesista, è rimasto 53 minuti all’ospedale di Mazzarino, poi è stato trasferito al Sant’Elia di Caltanissetta dove è arrivato 40 minuti dopo, alle 00.30. Il decesso è avvenuto oltre due ore dopo, alle 2.40, nella sala operatoria del Sant’Elia di Caltanissetta”.
Dalla ricostruzione ufficiale non sembrano evincersi responsabilità perché le procedure, almeno in ospedale, sembrano essere stato eseguite regolarmente.
Ed allora ? Allora colpevole cercasi, anche usato…