La situazione sanitaria in Sicilia è nota. Disservizi, scarsa professionalità, disorganizzazione, baronie, sprechi e, con l’avvento di Massimo Russo anche diminuzione dei servizi e delle prestazioni ai cittadini in favore di una contrazione delle spese.
Solo che, la contrazione delle spese è stata caricata interamente sulle spalle dei cittadini lasciando inalterato il “sistema sanitario siciliano” con tutte le sue pecche.
La Sise viene, per stessa ammissione dei suoi vertici, da una situazione che usando un termine soft si può definire chiacchierata e, in previsione di una fondazione CRI/Regione, i vertici della Croce Rossa nazionale hanno avvertito la necessità di una “pulitura” di facciata sostituendo i vertici SISE e dimezzando le medaglie del CdA.
La Croce Rossa, da tempo nell’occhio del ciclone e sotto inchieste sia interne che della Corte dei Conti e della Magistratura, sembra vivere in un mondo a se stante considerato che delle inchieste e delle denunce sembra si siano perse le tracce.
La Regione Siciliana, oltre alla travagliata storia politica vive da decenni situazioni molto complesse. L’ARS appare un fortino inespugnabile dove il diritto economico e la trasparenza sembrano non albergare, mentre il governo regionale a guida Lombardo appare come una macchina acchiappa tutto.
Ambedue rami della politica siciliana comunque sempre soggette ad inchieste, anche penali, e della Corte dei Conti, che hanno toccato anche il vertici di governo con la condanna a 5 anni di reclusione comminata in primo grado a Salvatore Cuffaro. L’ultimo fatto penale in ordine di tempo è l’arresto nei giorni scorsi dell’ex Direttore Acierno della Fondazione Federico II, finanziata dall’ARS. Acierno è accusato di essersi appropriato di una somma di denaro di circa 100.000 euro.
Due di questi enti, Regione e CRI, chiacchierati e sempre sotto i riflettori per motivi non certo di efficienza e trasparenza, per decisione di Massimo Russo, assessore alla sanità siciliana, stanno per unirsi fraternamente per gestire il (dis)servizio 118, che con la (af)fondazione CRI/Regione sembra destinato a divenire il terzo assessorato siciliano per importanza dei posti di sottogoverno e per l’immensa platea di personale coinvolto.
Nella nuova (af)fondazione che dovrebbe gestire i servizi di emergenza in regime di assoluto monopolio e senza responsabilità sulle entrate, confluiranno uomini politici vicini al governo in carica. Di questo si può essere realisticamente certi.
Il cambiamento dei vertici della Sise spa, possiamo definirlo, un avvicendamento dovuto dopo le irregolarità rilevate sia dall’ispezione del MEF nel lontano 2006, sia dagli atti della corte dei conti, che dalla requisitoria del 30 giugno 2008 del Dr. Coppola, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, della giustizia amministrativa. Con ben due anni di ritardo dall’ispezione, ma meglio tardi che mai.
Il nuovo presidente del CdA è Alessandro Ridolfi, commercialista di Roma, docente alla Lumsa e consulente della commissione parlamentare di inchiesta sull’Efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale.
I consiglieri sono Michele Battaglia (commercialista di Palermo) e Franco Passanisi (avvocato di Catania). Il nuovo direttore generale è Marco Romano di Catania, persona vicino a Pippo Vecchio, ex vice presidente del comitato regionale CRI della scorsa amministrazione prima del commissariamento nazionale. Docente all’Università di Catania di “Economia e gestione delle imprese” e volontario della Croce Rossa Italiana dal 1991.
Il nuovo sembra proprio nominato in prospettiva (af)fondazione, e già si intravedono gli effetti di una ente che garantirà un buon numero di posti di governo (non sottogoverno) per tutte le stagioni. Nessuno sembra contestare il matrimonio CRI/Regione perché in fin dei conti ora c’è Lombardo ma domani … .
Con l'(af)fondazione CRI/Regione, si mette una pietra tombale sul volontarietà puro legato a grandi valori di solidarietà.
E passiamo alla CRI, Corpo Militare
Dopo un anno dall’ispezione del MEF dal Dr. Valenza, dove sono stai riscontrati abusi ed irregolarità di ogni genere ancora oggi non si sa nulla dei responsabili, chi ha ottenuto il grado illegittimamente, continua il suo servizio, con lo stipendi adeguato, chi è entrato in servizio senza concorso, in barba alle più elementari norme in materia, rimane ben saldo al posto “conquistato” attraverso atti discrezionali.
Nessun colpevole malgrado evidenti ed accertati atti di favoritismi, scelte, interpretazioni sbagliate di norma.
La domanda che sorge spontanea a questo punto è: a chi fa comodo tutto ciò? E per quali strani ed inspiegabili motivi sembra che tutte le inchieste si siano perse dentro una fitta cortina fumogena?
SISE e Corpo Militare, un unico problema per la CRI siciliana e nazionale.
Dopo le scabrose rilevazioni delle ispezioni del Dipartimento ragioneria dello stato, che avevano messo ai raggi x la CROCE ROSSA ITALIANA, nel 2006 e nel 2008, viene messo al timone dell’ente l’Avvocato Francesco Rocca, penalista di Roma, voluto al comando dal sotto segretario alla presidenza del consiglio. Il neo rampollo di casa Letta, sembra volersi muovere all’interno del sistema Croce Rossa / Sise e qualche giorno fa azzera i vertici della scomoda società in hause siciliana (SISE), con capitale CRI, e detentrice del servizio emergenza 118.
Al grido di “non si torna indietro, si cambia rotta in CRI, troppo clientelismo”, viene spodestato il deus ex machina della creatura Sise spa, e azzerati i membri del CdA che diventano 3 da cinque precedenti.
Cosa cambierà? Come affermava il buon Principe di Salina, realisticamente nulla. La situazione è destinata a rimanere confusa perché il Commissario Straordinario, avv. Rocca, ha sollevato dall’incarico di presidente del CdA della SISE, D’Alcontres, lasciandogli inspiegabilmente l’incarico di Commissario del Comitato Regionale. Di conseguenza, D’Alcontres rimane ben saldo al potere regionale perchè unico interlocutore della Regione Siciliana per la costituenda (af)fondazione CRI/Regione, di cui, prevedibilmente, ne sarà il presidente.
E da controllato/controllore diventa controllore e quindi ancora controllato e controllore.
Tanto movimento per non cambiare alcunché!
Eppure il Commissario Nazionale Rocca non ha avuto dubbi nel sollevare da ogni incarico l’ex Vice Presidente Nazionale della Croce Rossa, Enzo Scognamiglio. Ma qui forse, ha contato il fatto che il caso del vice presidente nazionale è finito sulla trasmissione satirica Le Iene …
Eppure la SISE, chiacchierata ma mai seriamente censurata, è stata fonte di assunzioni clientelari e senza concorso (Requisitoria del procuratore generale d’appello il 30.giugno 2008: “Si tratta di un caso emblematico in cui la Regione ha fatto una convenzione con la Croce Rossa Italiana per la gestione del servizio e quest’ultima, non potendolo assumere direttamente, lo ha affidato “in house” alla società Si.Se. S.P.A. che ha generosamente speso i soldi della Regione assumendo, tra l’altro, il personale amministrativo per chiamata diretta, senza alcuna procedura concorsuale.”
Le assunzioni per chiamata diretta, secondo dati che emergono dalle varie relazioni, ammonterebbero a circa 500 unità.
Già questa situazione di accertato clientelismo istituzionale appare come un pesante macigno e dovrebbe far riflettere l’assessore magistrato, Massimo Russo e consigliargli di ripensare al suo progetto di (af)fondazione con la Croce Rossa Italiana che peraltro, non sembra dare importanza neanche alle richieste di accertamento ufficiali di alcuni fatti censurati dalla Regione Siciliana.
Ancora non è dato di sapere chi ha autorizzato personale SISE, si parla di ben sei unità, a prestare presso il Comitato Centrale a Roma.
Ma oltre a ciò è inspiegabile come Russo non chieda alla SISE conto e ragione delle 10 ambulanze che ha ceduto in comodato d’uso nel 2005 al Comitato Centrale. Contratto peraltro censurato dall’Ispettore del Ministero delle Finanze che si è chiesto a quale titolo il Direttore del Dipartimento Patrimonio e Finanze della CRI Nazionale abbia firmato il contratto di comodato per conto della CRI assumendo oneri finanziari a carico dell’Ente.
Rimare ancora tutta da chiarire la questione che riguarda la gara per il noleggio di trenta ambulanze, andata deserta e successivamente a questa, SISE ha noleggiato a costo di 3.200.000 di euro l’anno bel 160 ambulanze (invece delle trenta iniziali), senza esperire alcuna gara pubblica, con una spesa per ambulanza di 20.000 euro/anno quando il costo di acquisto, come si precisa nella relazione, è di soli 50.000 euro.
Una spesa che viene definita eccessivamente onerosa e, aggiungiamo noi, illogica ove si consideri che con l’importo del noleggio la SISE poteva acquistare ben TRECENTOVENTI ambulanze.
La Croce Rossa Italiana anche in questo modo sembra aver voluto dire: la CRI siamo noi, nel bene e nel male.
La domanda che sorge spontanea oggi è: ” in che mani siamo stati e in che mani andremo a finire?”
Le inchieste sono una cosa ma la pubblicità negativa, soprattutto in televisione, proprio no, troppo imbarazzante e non difendibile con le cortine fumogene.
Eppure la Cri esce con le ossa rotte dall’ispezione del MEF del 2008, dove si legge della lenta trasformazione del corpo militare da organizzazione volontaria sussidiaria delle Forze armate e della stessa Cri a struttura con personale di fatto stabile.
Tutto ciò, in barba alla normativa istitutiva che, chiarisce l’ispettore, non prevede né «un ruolo del personale in servizio» né tantomeno «la fissazione di una pianta organica». Uno strumento, la pianta, in contrasto con la volontarietà e con la temporaneità dell’adesione alla Croce Rossa.
Accanto al personale richiamato per periodi di tempo limitati, infatti, si è costituito di fatto un personale a tempo indeterminato definito ‘(in servizio continuativo”. Militari, cioè, il cui contratto, dopo un periodo iniziale di prova, è stato sempre rinnovato, creando una anomalia nella stessa CRI che è bene ricordare è un ente pubblico.
L’ispezione del MEF, sottolinea inoltre, la mancanza di motivazione dei precetti di richiamo, l’assenza dell’indicazione delle esigenze che hanno giustificato le autorizzazioni delle “assunzioni” a termine e, soprattutto, l’arruolamento di personale senza concorso. I precetti, infatti, sono atti discrezionali.
In questo marasma generale, in questa situazione chiacchierata l’idea che si possa costituire un ente, peraltro a regime di monopolio pubblico senza “obblighi” , farebbe tremare i polsi a chiunque.
Bene farebbe il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo a fermare il suo assessore prima che possa creare un mostro famelico e multiteste.