Gli effetti della riforma Lombardo/Russo tanto decantata perché ha prodotto 500 milioni di risparmi, continua a produrre i suoi devastanti effetti. A Marsala, nel nuovo mega ospedale costato oltre 90 milioni di euro ed ancora non completamente in esercizio e destinato a diventare poco più che un grande ambulatorio, chiude il reparto di oncologia perché l’unico specialista è stato posto in … pensione.
Inizia quindi per i malati di cancro di Marsala, il viatico presso altre strutture con tutte le problematiche sociali ed economiche che questo comporta.
La riforma Russo, il più grande bluff della storia della politica siciliana, fatta essenzialmente di diminuzione della quantità e della qualità (già scarsa) dei servizi e delle prestazioni, è stata fatta passare come un fatto epocale perché, secondo chi probabilmente non ha mai avuto bisogno di assistenza ospedaliera e specialistica convenzionata o più semplicemente grazie al suo status di privilegiato ha avuto e continua ad avere corsie preferenziali, con la diminuzione delle ASL (ed il conseguente aumento dei distretti e ovviamente dei … manager), avrebbe innovato il sistema sanitario razionalizzando il servizio nel suo complesso.
La realtà, a parte qualche misura di centralizzazione degli acquisti di farmaci, appare nel suo complesso completamente diversa.
Rimangono sprechi, aumentano i disservizi, diminuisce la spesa sanitaria e diminuiscono le prestazioni specialistiche, in compenso, aumentano i costi per i dirigenti e direttori generali.
Certo se qualche giorno l’assessore Russo volesse “sincerarsi” dei risultati della sua grandiosa riforma, potrebbe seguirci, non accompagnato dalla sua scorta ed in incognito, a fare un giro per le strutture fatiscenti siciliane per “verificare” di persona che ciò che scriviamo fin dal momento delle sue “innovazioni”, è semplicemente la verità.
Ed allora, forse, non gli resterebbe che dimettersi. Non basta essere magistrato in politica per “diventare” improvvisamente innovatore della cosa pubblica siciliana.